marina petrella giorgio pietrostefani luigi bergamin raffaele ventura ex terroristi brigatisti

TORNA IN BALLO L'ESTRADIZIONE DEGLI EX BR RIFUGIATI IN FRANCIA - IL PROCURATORE IMPUGNA DAVANTI ALLA CASSAZIONE IL PARERE CONTRARIO DELLA CORTE D'APPELLO - SECONDO I MAGISTRATI, GIORGIO PIETROSTEFANI, MANDANTE DELL’OMICIDIO CALABRESI, POTREBBE SOFFRIRE “CONSEGUENZE DI ECCEZIONALE GRAVITÀ” NEL CASO DI UN'ESTRADIZIONE IN ITALIA – MACRON E LA SVOLTA SULLA DOTTRINA MITTERRAND…

Anais Ginori per “la Repubblica”

 

pietrostefani e gli altri arrestati a parigi

Il procedimento per l'estradizione di dieci italiani condannati per terrorismo negli Anni di Piombo e rifugiati in Francia non è ancora finito. Il procuratore generale Remy Heitz ha impugnato davanti alla Cassazione il parere sfavorevole annunciato dalla Corte di Appello di Parigi la settimana scorsa.

 

Heitz era l'unico che poteva fare appello, l'Italia non aveva infatti possibilità di intervenire nel procedimento aperto nella primavera dell'anno scorso, dopo che l'Eliseo aveva dato il via libera all'esame delle richieste arrivate da Roma.

 

La Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello, organo competente per le estradizioni, aveva motivato il suo rifiuto con il riferimento agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo sul rispetto della vita privata e familiare e sul diritto ad un processo equo. Un caso a parte è quello dell'ex dirigente di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani, su cui ha pesato invece lo stato di salute. Pietrostefani, 78 anni, trapiantato di fegato, è soggetto a continui ricoveri e cure che i suoi legali avevano ricordato durante le udienze. L'ex militante Lc, condannato per l'omicidio di Luigi Calabresi, aveva partecipato solo alla prima udienza, nell'aprile 2021, apparendo debole e affaticato, ribadendo la sua innocenza davanti alla Corte. Secondo i magistrati Pietrostefani potrebbe soffrire «conseguenze di eccezionale gravità» nel caso di un'estradizione in Italia.

GIORGIO PIETROSTEFANI

 

Le altre domande pendenti dall'Italia riguardano gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti, l'ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura, l'ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin e l'ex membro dei "Nuclei armati contropotere territoriale", Narciso Manenti. Per la maggior parte di loro i magistrati hanno contestato le condanne in contumacia che violerebbero le garanzie alla difesa, anche se si sono volontariamente sottratti alla giustizia italiana. Nell'ordinamento francese, i condannati in contumacia hanno sempre diritto a un secondo processo, mentre in Italia questa possibilità è sottoposta a una serie di condizioni.

 

Era stato Emmanuel Macron a suggerire la possibilità di un ricorso contro la decisione della Corte d'Appello, ricordando di aver «sostenuto la richiesta del governo italiano per l'estradizione». Macron, sensibilizzato sul dossier anche nei suoi colloqui con il presidente Sergio Mattarella, aveva deciso nel 2021 la svolta sulla Dottrina Mitterrand che avvelena da quarant' anni i rapporti bilaterali.

 

ovidio bompressi giorgio pietrostefani

L'operazione "Ombre rosse", con l'apertura del procedimento per dieci rifugiati italiani, era stata preceduta da un lungo lavoro di preparazione delle cancellerie e dal dialogo avviato tra Guardasigilli Eric Dupond-Moretti e Marta Cartabia. «È un ricorso meramente politico, uno scandalo. Il capo dello Stato calpesta la separazione dei poteri » attacca Irène Terrel , la storica avvocata dei fuoriusciti della lotta armata. «Comunque questo ricorso non ha alcuna possibilità di andare in porto in quanto è una materia in cui è sovrana la Corte di Appello».

 

marina petrella

Dello stesso tenore le parole dell'avvocato di Pietrostefani: «Era prevedibile, c'è stata una grande spinta politica » commenta Alessandro Gamberini, aggiungendo che la Procura generale parigina «ha un rapporto diretto col potere politico, a differenza delle nostre Procure generali».

 

Ora il procuratore Heitz ha un mese di tempo per depositare il ricorso che, di norma, si basa su questioni strettamente di "violazioni di legge" nel dispositivo di una sentenza. La Chambre d'Instruction è arrivata al rigetto in blocco delle dieci domande dopo un lungo e approfondito esame della documentazione arrivata dall'Italia, con diverse udienze in cui era presente anche un avvocato a rappresentare lo Stato italiano.

Giorgio PietrostefaniGiorgio Pietrostefani - Omicidio Luigi CalabresiGIORGIO PIETROSTEFANIadriano sofri, il suo avvocato massimo di noia e giorgio pietrostefani Giorgio Pietrostefani

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…