due ragazze mare spiaggia

"L'AMICA DI MIA FIGLIA VOLEVA TACERE LO STUPRO" - IL VERBALE DELLA MAMMA DELLA RAGAZZA CHE ACCUSA CIRO GRILLO E I SUOI AMICI: "ROBERTA HA UN CARATTERE MOLTO FORTE, DOMINANTE ANCHE SU MIA FIGLIA CHE È UNA PERSONA PIÙ GENUINA - LE AVEVA POI FATTO PROMETTERE DI CONCORDARE LA VERSIONE DEL RACCONTO DELLA SERATA, TEMENDO LA REAZIONE DI SUA MADRE, ACCORDANDOSI PER DIRE CHE ERANO STATE IN DISCOTECA, MA CHE ERANO RIENTRATE A DORMIRE NEL B&B NELLE PRIME ORE DEL MATTINO, SENZA FARE ALCUN CENNO ALLA VIOLENZA SESSUALE"

Giacomo Amadori per "la Verità"

 

violenza sessuale

L'inchiesta nei confronti di Ciro Grillo e dei suoi tre compagni di scorribande (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria), tutti accusati di stupro di gruppo, non conosce sosta. I pm hanno riformulato il secondo dei capi di imputazione, quello a carico di Capitta, Grillo e Lauria, dove, in particolare, veniva contestata una foto in cui Ciro «appoggiava i suoi genitali sul capo di R.M.», una delle due presunte vittime (l'altra è S.J.).

 

Ma, come aveva già rivelato La Verità, nell'immagine incriminata non era così chiaro chi avesse avvicinato il pene alla faccia di R. e solo grazie ai recenti interrogatori degli indagati sono state meglio individuate le singole responsabilità. Il numero degli scatti osceni contestati è salito a tre e in essi gli indagati si sarebbero scambiati i ruoli.

 

CIRO GRILLO

Si attende ora la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione da parte della Procura nei confronti dei genovesi. Lauria, nel frattempo, ha sostituito il proprio difensore, Paolo Costa (che si era dimesso dopo l'intervista rilasciata dal suo assistito a Fabrizio Corona) con l'avvocato Alessandro Vaccaro. Insieme al nuovo avviso di chiusura delle indagini, i magistrati hanno depositato gli interrogatori dei quattro indagati, resi ad aprile su richiesta delle difese. Ma c'è un altro verbale di sommarie informazioni testimoniali di cui vogliamo parlare oggi. È quello della madre della ventenne italo-norvegese S.J..

 

CIRO GRILLO - LA VILLETTA DI CALA DI VOLPE DOVE SI SAREBBE CONSUMATO LO STUPRO

C.S. è una donna forte, una manager conosciuta anche all'estero. Nell' estate del 2019 è stata travolta dalla vicenda della presunta violenza subita dalla figlia. Il 26 luglio si reca insieme con S. a denunciare, presso la stazione dei carabinieri di Milano Porta Garibaldi, quanto accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio, o quanto meno ciò le aveva raccontato la figlia.

 

Con lei c' è anche il marito T.J., il quale, però, resta un passo indietro: «Ho saputo delle violenze subite da mia figlia da mia moglie; mia figlia non mi ha raccontato direttamente i fatti, aprendosi con la madre alla luce della delicatezza degli accadimenti». In quel momento, in una stanza a fianco due marescialle stanno ascoltando la versione di S.. Quasi contemporaneamente inizia il racconto di C.S.. A verbalizzare le sue parole sono due carabinieri, il capitano Matteo Martellucci e il luogotenente Egidio Colomba.

 

LE TAPPE DELLA NOTTATA DEL PRESUNTO STUPRO DI GRUPPO

La donna ricorda che il 16 luglio, alle sue due figlie, che erano in vacanza in un bed & breakfast, si era unita R.M. «un'amica di scuola di S. con cui ha frequentato il collegio []». A invitarle ad andare in discoteca al Billionaire, dove avrebbero incontrato i quattro presunti aggressori, era stato un altro compagno di scuola, A.C. «che ha una casa al Pevero e il cui padre ricordo essere titolare dell'agenzia funebre []». Secondo C.S. le due giovani e il loro amico avrebbero condiviso il tavolo con i genovesi per «abbattere i costi dello stesso».

 

L'idea di andare tutti insieme a mangiare qualcosa a casa di uno degli indagati sarebbe nata in modo estemporaneo, dopo che questi «avevano suggerito alle ragazze di usare lo stesso taxi, un minivan, anche stavolta per dividere le spese». La donna fa anche il nome del presunto proprietario dell'appartamento: «Da quello che mi dice mia figlia, dovrebbe trattarsi del figlio di Beppe Grillo». È la prima volta, che in questa vicenda, viene pronunciato quel nome.

 

VIOLENZA SESSUALE

La madre fa mettere a verbale anche il racconto delle prime avance subite dalla figlia, che, però, non avevano avuto conseguenze: «A quel punto i presenti nella casa hanno mangiato la pasta che aveva cucinato R., tranne mia figlia che è rimasta a digiuno perché non si sentiva molto bene. Nella circostanza i ragazzi avevano offerto nuovamente da bere alle ragazze». Per C.S. è in quel momento che i genovesi propongono alle nuove amiche di fermarsi a dormire da loro, promettendo di riaccompagnarle a casa più tardi.

 

FRANCESCO CORSIGLIA

Ai carabinieri la mamma riferisce la versione della figlia sulle violenze subite. Compresi alcuni particolari specifici, come «la testa schiacciata contro la parete» dentro il box doccia o l'accappatoio lanciato da uno dei genovesi, «con una brutta faccia». C.S. riporta anche la reazione un po' sorprendente di R.: «S. era andata piangendo dall'amica, che nel frattempo ancora dormiva e le aveva chiesto di andare via perché nel frattempo era stata violentata. L'amica confusa aveva alzato le spalle senza dire nulla e si era rimessa a dormire».

 

La mamma non sembra avere una grande opinione dell'amica di sua figlia: «R. è stata spesso a casa nostra e anche S. è stata sovente sua ospite, per quello che so non aveva un rapporto trasparente con la madre, ha un carattere molto forte, dominante anche su mia figlia che è una persona più genuina».

 

ciro grillo intercettato da non e' l'arena 3

Il pomeriggio del 17 R. e S. lasciano la casa dei presunti abusi e tornano al b&b. S.

sarebbe stata particolarmente provata: «Mi ha detto che ha comprato la pillola del giorno dopo in farmacia, non so dire se con R., e mi ha detto che stava male e che avvertiva dolori fisici alle parti intime, alla testa, alla bocca e alle gambe. Stava molto male».

Nei giorni seguenti la mamma si rende conto «che c'era qualcosa che non andava, perché S. era sempre stanca e nervosa, un po' irascibile».

 

CIRO GRILLO

Venerdì 19 luglio i genitori raggiungono le figlie in Sardegna, come di consueto nei week end: «Siamo in confidenza con i titolari del b&b e chiediamo sempre loro di informarci su tutto, per esempio se le nostre figlie erano in compagnia di qualcuno e conoscevamo anche il gruppo di kite che frequentava mia figlia. Era un contesto che ritenevamo sicuro e che era sempre stato tranquillo e controllato fino alla sera in cui è arrivata R.».

 

Ecco che cosa succede il 19 sera: «Al nostro arrivo eravamo consapevoli di trovare S.

con un po' di febbre, a causa di un'insolazione, perlomeno questo è quello che ci aveva raccontato. Appena l'abbiamo vista ci siamo però resi conto che le sue condizioni erano pietose, tremava come in preda alle convulsioni».

 

amica di ciro grillo a non e' l'arena

I genitori curano S. con antipiretici e stracci bagnati e il giorno dopo lasciano la ragazza a riposarsi con il padre. Quel sabato, però, in un altro passaggio del verbale, la mamma dice che la figlia e l'amica R. sarebbero andate a trovare A.C., il compagno di scuola che le aveva invitate al Billionaire. Domenica 21 luglio, la famiglia rientra a Milano: «Anche R. sarebbe dovuta partire con noi, ma non è riuscita prendere il volo perché era in overbooking ed è rimasta a Olbia, per tornare a Milano il giorno successivo» dice C.S..

 

VITTORIO LAURIA

Davanti alle due marescialle la figlia ha dichiarato di aver parlato in modo esplicito dello stupro con tre amiche il 18 luglio e di aver affrontato il discorso con la madre la sera del 24. In realtà, C.S. ha rivelato che il discorso era già stato intavolato: «Durante il viaggio in aereo (di domenica 21, ndr), ho provato più volte a chiedere a mia figlia che cosa avesse, per capire il suo malessere; perché era giù di morale, a prescindere dalla febbre, e la cosa mi era sembrata assai strana, visto che stavamo rientrando da un periodo di vacanza. S., lì per lì, mi ha raccontato, così a grandi linee, l'episodio della serata in discoteca, dicendo che l' avevano fatta bere e violentata senza entrare troppo nei particolari perché c'erano altre persone, promettendomi che mi avrebbe raccontato poi a casa. Le ho subito chiesto se R. sapesse dell'accaduto e mia figlia mi ha confermato che sapeva della prima violenza, perché era stata proprio lei a raccontargliela, ma non l'aveva aiutata perché dormiva».

EDOARDO CAPITTA

 

Non è tutto. «R. le aveva poi fatto promettere di concordare la versione del racconto della serata, temendo la reazione di sua madre, accordandosi per dire che erano state in discoteca, ma che erano rientrate a dormire nel b&b nelle prime ore del mattino, senza fare alcun cenno alla violenza sessuale».

 

In sostanza, secondo C.S., la preoccupazione principale di R. sarebbe stata quella di non far saper alla propria madre che aveva dormito fuori e che l'amica era stata stuprata. Poi, però, avrebbe cercato di riallacciare i rapporti: «S. mi ha detto che R. in questi giorni le ha mandato diversi messaggi per chiederle come mai fosse distante senza che tuttavia lei rispondesse».

FRANCESCO CORSIGLIA

 

Il 26 luglio carabinieri chiedono a C.S. se abbia messo da parte la tuta e la biancheria che S. portava la notte della presunta violenza e la donna risponde: «I vestiti che mia figlia indossava quella sera li ho, senza sapere, lavati quando siamo tornati a Milano e le ho disfatto la valigia».

 

Nei giorni seguenti i genitori avrebbero «più volte provato a tornare in argomento» con la figlia, «per capire di più e convincerla a denunciare i fatti». Il 25 luglio la madre approfitta di un appuntamento programmato con la propria ginecologa per portare con sé S. per una visita di controllo. La dottoressa appena apprende la vicenda consiglia di recarsi subito presso il pronto soccorso della clinica Mangiagalli, specializzata in violenze carnali, per degli esami specifici.

 

il figlio di grillo

«Siamo stati lì fino a mezzanotte e mezza per poi tornare nella mattinata seguente per effettuare dei colloqui con la psicologa e con gli assistenti sociali e dopo siamo venuti qui in caserma da voi» prosegue la donna. Con gli investigatori, il 26 luglio, parte la caccia ai presunti stupratori. C.S. spiega: «Ho chiesto a mia figlia se era in grado di dirmi l'identità dei quattro ragazzi che hanno abusato di lei. Non ricordava i cognomi, ma li ha cercati su Instagram, poiché durante la serata si erano scambiati i profili». Grazie a una foto pubblicata da uno dei quattro, S., «tramite la geolocalizzazione [], è riuscita a ricordarsi la località in cui era ubicata la casa ove si sono consumati gli abusi».

 

giro grillo con gli amici

La studentessa non aveva riferito alla madre «molti particolari fisici o caratteristiche dei violentatori», salvo che «sono tutti di Genova, vivono lì e che sono figli di persone potenti». Infatti «uno dei quattro è figlio del noto Beppe Grillo» specifica la testimone. Il verbale prosegue: «Ho chiesto a mia figlia se fosse a conoscenza di video e foto realizzati dai suoi aggressori durante la serata, ma mi ha detto che, per quello che sapeva, non ne erano stati fatti []. Le ho chiesto se aveva notato per caso qualcuno metterle delle sostanze, pillole o altro nei drink o nei bicchieri, ma lei mi ha detto di non essersene accorta, mi ha solo detto che la vodka [] consumata» nella casa degli aggressori «aveva uno strano sapore e i ragazzi "puzzavano di fumo" []. Per quanto ne so, mia figlia non fuma, non beve, se non in compagnia, e non fa uso di sostanze stupefacenti». Ma tutto ciò non è bastato a evitarle questa brutta avventura.

foto di ciro grillo

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