dolce vita a capri

ALL’INIZIO FU CAPRI - LA MADRE DI TUTTE LE IBIZA E MYKONOS, MERITAVA UN LIBRO PER AVER INVENTATO CIO’ CHE CHIAMIAMO “DOLCE VITA”

Stelio Solinas per Il Giornale

 

dolce vita a capri  9dolce vita a capri 9

Tre anni dopo la sconfitta nel Secondo conflitto mondiale, la nuova Italia repubblicana, che aveva finto con se stessa di averlo vinto, lanciò la sua guerra contro «l'uso da parte di giovani bagnanti del cosiddetto slip». Una circolare firmata dal ministro degli Interni Mario Scelba stabiliva, con tanto di disegno allegato a tracciare il solco della morale, le misure del corretto short da spiaggia: inforcatura non inferiore ai 33 centimetri, larghezza non inferiore ai 10, incavo laterale di 3 centimetri e mezzo, fianco di almeno 16, cintura del costume 2,5.

 

dolce vita a capri  8dolce vita a capri 8

La battaglia più aspra venne combattuta a Capri, che dello slip, se non addirittura del nudo integrale, era la roccaforte più pugnace. Contro il ministro in visita nell'isola, un codazzo di giovani inscenò la «rivolta della mutanda», presentandosi sotto l'hôtel Quisisana, dove il politico era sceso, e poi sciamando lungo le stradine dell'isola, con costumi da bagno accollati sino alle caviglie, merletti e cuffiette in stile primo Novecento.

 

dolce vita a capri  7dolce vita a capri 7

Di essi faceva parte il diciassettenne Fabrizio Ciano, figlio di Edda e di Galeazzo, in vacanza nella villa di famiglia dopo un anno scolastico passato nel severo collegio dei Padri gesuiti di Mondragone. Gli costò l'espulsione, a cui seguì quella del fratello undicenne Maurizio, le prime due vittime a cadere sul campo del pudore.

 

Che Capri fosse un ridotto impossibile da espugnare, Scelba lo capì appena sbarcato. Si era imbattuto prima nella principessa Mananà Pignatelli d'Aragona Cortes e l'aveva scambiata per una vecchia pazza: vestita di nero, la faccia coperta di biacca bianca, gli occhi pesantemente bistrati...

 

dolce vita a capri  6dolce vita a capri 6

Poi era stata la volta del ballerino tedesco Julius Spiegel con le sue mani ricoperte di anelli, una camicia di seta rossa, uno scialle bianco sulle spalle e la papalina di lana sulla testa. «È un esperto di danze giavanesi» gli aveva detto imbarazzato il sindaco... Infine, una volta in piazzetta, era stato tutto un proliferare di teste ossigenate maschili, gambe femminili che sbucavano trionfanti da pantaloncini tagliati ad hoc , un concerto di catene, catenelle, pendagli che ornavano petti irsuti e petti rasati...

 

dolce vita a capri  5dolce vita a capri 5

Nel 1948 a Capri c'è già la dolce vita, dopo la vita dolce che nemmeno la parentesi bellica è riuscita a sradicare. È il campo d'azione di Bob Hornstein, il rampollo omosessuale di una famiglia americana che ha fatto fortuna con i Cats food, il cibo in scatole per i gatti. Sta alla villa Capricorno in via Tragara, e le sue feste fanno epoca. È la patria di Chantecler, all'anagrafe Pietro Capuano, gioielliere che ha lanciato la moda del poncho, ha come cameriere e custode un sordomuto, è il cavalier servente di Edda Ciano, cosa che, al tempo del fascismo, ha rischiato di farlo confinare a Carbonia, con l'accusa di essere nullafacente.

 

È allora che, racconta, per trovarsi un lavoro ha scelto, come professione, in ossequio al Duce, quella di odiatore degli inglesi... Soprattutto, è il regno di Rudy Crespi e di Dado Ruspoli, belli, ricchi, titolati e variopinti: gilet e pantaloni da torero, corvi sulla spalla e felini al guinzaglio, eccessi e bagordi, belle ragazze e trasgressione, quell'insieme di ironia, ridicolaggine, gusto e cattivo gusto che di lì a poco troverà la sua apoteosi nel cinematografico L'imperatore di Capri di Totò.

 

dolce vita a capri  4dolce vita a capri 4

Mai come da quando l'Italia è una repubblica e i titoli nobiliari non contano più, Capri è il paradiso di principi e marchesi, duchi e baroni, veri e falsi, di nuovo e vecchio conio, nonché di monarchi in esilio, monarchi spodestati, monarchi dimissionari.

 

Del Gotha aristocratico, il più divertente, dopo Sua altezza imperiale Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, insomma il già citato Totò, al quale l'isola deve l'invenzione degli spaghetti alla puttanesca, propri «di una salsa che se la fa con troppi mariti», il più divertente, dicevamo, è il principe Francesco Caravita di Sirignano, detto Pupetto.

 

Si definisce un uomo rovinato dal lavoro... Se si fosse limitato a vivere di rendita, aggiunge, sarebbe rimasto ricco, anzi ricchissimo, e invece... Imparentato con i siciliani principi di Lampedusa, discende dall'antico ceppo della Januaria gens , la stessa di San Gennaro: quando il sangue del santo si liquefa nella Cattedrale, un macchia di colore rosso vermiglio gli compare sulla nuca.

 

Erede di una quantità inesauribile di zie facoltose e zitelle, ogni volta che l'età ne fa scomparire una, avverte il proprietario del ristorante «La Canzone del mare»: «Izzo, mi è morta una zia, portami il conto!». Pilota di auto sportive, cercherà di rinverdire sull'isola gli allori della Targa Florio. A uno spettatore che, pensando di averlo riconosciuto, democraticamente gli ha gridato «Ma tu, si' Pupetto?», ha risposto: «No, so pu'u' culo».

 

dolce vita a capri  3dolce vita a capri 3

Fra le teste coronate spicca quella di Farouk d'Egitto, che Capri ospita come re in carica e, un anno dopo, come re in fuga e senza corona. Ha trent'anni, è alto un metro e ottanta, pesa 130 chili, viene soprannominato «il terzo Faraglione» oppure «Farukkone». Si innamorerà di Irma Capace Minutolo, diciottenne con velleità artistiche. Staranno insieme quattordici anni, fino alla morte del sempre più pingue ex monarca. Al funerale, oltre i parenti stretti, ci sarà una fila di maîtres d'hôtel, camerieri, gestori di locali notturni.

 

Dalla «guerra degli slip» alla morte di Farouk passano diciassette anni e a metà degli anni Sessanta Capri è ormai un'altra cosa rispetto a ciò che era stata prima. Per la verità, è un ritornello già sentito: chi aveva vissuto la Capri fra le due guerre, come Norman Douglas, aveva guardato con disgusto quella postbellica che ne aveva preso il posto, e così faranno i «giovani leoni» che l'avevano immortalata e che ora si ritrovavano spodestati dal vento forte del miracolo economico e dalle prime avvisaglie della contestazione.

dolce vita a capri  2dolce vita a capri 2

 

Chi non farà in tempo a vederne gli effetti sarà Curzio Malaparte, che a Capri era stato amato e odiato e poi di nuovo amato, come nessun altro. Sua la villa più bella e discussa; suo un libro, La pelle , che gli era valso la messa al bando; sua la storia d'amore più tragica, con un'americana pazza suicidatasi per lui. Sua anche la definizione dell'antifascismo di professione, paragonato agli Etruschi che legavano strettamente, bocca a bocca, ventre contro ventre, i propri prigionieri a dei morti, «così che, a poco a poco, il cadavere divorava l'uomo»...

 

Di tutto ciò, e di molto altro ancora, dà conto Capri 1950. Vita dolce vita di Marcella Leone de Andreis (La Conchiglia, pagg. 398, euro 35), compendio riccamente illustrato di personaggi, scandali e imprese. Gli svaghi degli intellettuali di grido e gli eccessi dei divi, le passeggiate della nomenklatura comunista e i maneggi della rampante Democrazia cristiana locale. C'è spazio per Lucky Luciano e Rita Hayworth, per un innamorato Pablo Neruda e per un perfido Roger Peyrefitte.

dolce vita a capri  1dolce vita a capri 1

 

Alternando documenti d'epoca, testimonianze inedite, memorie e ricordi, l'autrice ritrae un'epoca e un luogo in cui il divertimento assume i contorni del mito. Il capodanno che chiude il decennio dei Cinquanta vede in un locale notturno il parlamentare del Pci Clemente Maglietta ripreso duramente da Massimo Caparra, suo compagno di tavolo, nonché segretario particolare del «Migliore», ovvero Palmiro Togliatti.

 

«Andiamo al porto, a parlare con i marinai, col popolo vero - gli dice mentre scoppiano i fuochi d'artificio e saltano i tappi di champagne -. Questa gazzarra mi disgusta». È scoccata l'ora della «questione morale» e non ce ne libereremo mai più.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…