celentano feltri

ARCHEO! ADRIANO CELENTANO PRIMA DI 'ADRIAN' - FELTRI SCODELLA UN GUSTOSISSIMO RETROSCENA DI ‘FANTASTICO’ 1987 E RACCONTA “LA TRINCEA” CREATA INTORNO AL 'MOLLEGGIATO' DOPO UNA SUA GAFFE SUI MERIDIONALI – "IL CAPOSTRUTTURA MAFFUCCI PARLA DEL PROGRAMMA COME SE DALL'ESITO DIPENDESSERO I DESTINI DELL' UMANITÀ. IL SUO MOTTO POTREBBE ESSERE: VINCERE O MORIRE IN UN BICCHIER D'ACQUA"

 

 

Articolo di Vittorio Feltri pubblicato da Libero Quotidiano

 

celentano

Quello che si è visto sul teleschermo è il meno. La parte più spettacolare - e divertente, se presa per il verso giusto - si è svolta dietro le quinte. Peccato. Perché l' utente, se avesse assistito al retroshow, una volta tanto non avrebbe rimpianto i soldi del canone. I giornali hanno già riferito alcuni episodi esilaranti, ma altri, sotto l' incalzare degli eventi, sono stati trascurati. E noi desideriamo ripescarli per risarcire i lettori di quanto sono stati privati sabato come spettatori. Le cose turche - giurano gli addetti ai lavori - erano cominciate una settimana prima, cioè l' indomani della disastrosa puntata d' esordio. Ma noi, purtroppo, siamo giunti a Roma il giorno della seconda e dobbiamo limitare la controcronaca alle ore cruciali che hanno preceduto e seguito il presunto riscatto di Celentano.

 

Alle 15 ci presentiamo all' appuntamento in via Montezebio 25 con il capoufficio stampa del programma; al quale avevamo chiesto di dare un' occhiata alle prove e, poi, il permesso di partecipare al gala con licenza di compiere scorribande al «Delle Vittorie», onde raccogliere umori e impressioni, come si dice, a caldo. Davanti al portone, qualche collega è già in attesa del funzionario. Eccolo, si chiama Maurizio Turrioni, è piuttosto giovane, cordiale. Lo imploriamo: «Dai, facci entrare».

celentano

«Dove?» - In studio.

 

«Non si può» - Perché?

«Vi avevo avvertito che è vietato. Osserverete la cosa da qui, l' ufficio è a vostra disposizione: c' è un impianto collegato con le sale di ripresa, non perderete niente».

- Non scherzare, un conto è dal vivo, un altro sul monitor. A noi serve l' atmosfera.

«Adriano ha ordinato così, pretende di non essere disturbato».

 

PANICO E IMBARAZZO Mugugni, imprecazioni. Si accende l' apparecchio e le immagini sono nitide: il molleggiato, in maniche di camicia, la catena con croce che emerge dai peli del petto, è impegnato ad assegnare i ruoli nel cast. Sembra abituato a comandare.

vittorio feltri 10

- Alza un po' il volume, qui non si sente un' acca - esclama un giornalista rivolgendosi a Turrioni. L' uomo-Rai armeggia, ma il televisore resta muto. Panico, imbarazzo. E rimostranze della categoria: «Che, ce state a piglia' in giro? Ce relegate dentro a 'ste quattro mura e per giunta non funziona un accidente.

vittorio feltri 8

 

Dateve 'na svegliata. O famo a chi ce fa de più?». Il ponte-radio è saltato e, per venti minuti, contempliamo il ragazzo della via Gluck che si dimena senza emettere un suono. «Ammazza che pausa», commenta un reporter.

E un altro: «A Turio', basta.

Ce costringerai a fa' 'na marcia de protesta con irruzione al teatro, e buonanotte». La situazione rischia di precipitare. Uno sembra fare sul serio: «Consentiteci di lavorare o succede la rivoluzione».

celentano

 

Non succede. Ma quando l' addetto stampa dichiara che non rivelerà la battuta che Celentano ha studiato per rimediare alla gaffe sui meridionali, commessa la scorsa settimana, si va molto vicino alla sommossa. «Che è 'sta storia? - grida la corporazione - Fuori la gag». «Mi hanno proibito di riferirla, stasera sarà una sorpresa».

- Ma quale sorpresa; Ce lo volete di' o no che razza de frescaccia state a cova'?

Gli animi non si placano nemmeno all' arrivo dei vassoi ricchi di generi di conforto per i redattori specializzati: pasticcini e tramezzini. Non si perdona alla Rai di fare la misteriosa, di giocare a nascondino e di considerare i cronisti come agenti del Kgb, cioè spie di Berlusconi.

 

celentano

Ma i cervelli di viale Mazzini sono inflessibili: hanno creato attorno al cantante conduttore una trincea inespugnabile. «Fantastico» è il loro Piave. E lo difendono a ogni costo, anche a quello del ridicolo. Lo spirito con cui affrontano la «storica» serata è del tipo: «Ve la faremo vedere noi». E pregustano il piacere della riscossa. A dar man forte a Turrioni nella guardia al bidone, si precipita Mario Maffucci, capostruttura della Reteuno. Ha la faccia tesa, ma l' espressione mite, da boy-scout cresciutello.

 

Vanta onorevoli trascorsi in redazione, quale esperto di drogati e loro problemi. Promosso dirigente, ha avuto vita facile finché c' era Baudo, che provvedeva a tutto, e ai funzionari concedeva solo - e di malavoglia - di firmare i fogli delle presenze. Adesso che è orfano, e gli è toccata questa gatta da pelare, Maffucci deve assolutamente dimostrare di essere all' altezza.

celentano

 

E parla del programma come se dall' esito dipendessero i destini dell' umanità. Il suo motto potrebbe essere: vincere o morire in un bicchier d' acqua. La fronte corrugata, il manager raccoglie le energie che gli sono rimaste dopo questi sette giorni di passione e dà una notizia che dovrebbe liberarci da un incubo: «Vi assicuro che Marisa è in forma».

 

Il suo sottoposto non trattiene un risolino di compiacimento, incoraggiando il superiore a continuare: «Un' altra cosa importante, Celentano si esibirà in "Azzurro"».

I giornalisti si guardano stupiti, increduli. E azzardano: «In diretta».

«No, in play-back».

- Ah...

 

«Però ha promesso che "Rock" lo eseguirà improvvisando». Meno male. Maffucci si terge la fronte e confessa: «Il momento è delicato, c' è vento di crisi. Alla sera vado a letto tardi, la mattina sono in piedi presto, dormo pochissimo. Scusate, bisogna che scappi».

adriano celentano

- Permette? Tanta fatica per così poco?

La nostra domanda lo irrita: «Lei si è mai interessato di spettacolo?».

- Mai. È una grave lacuna?

«Certo. Sapesse che complicazioni. Con questa trasmissione stiamo sovvertendo i canoni, abbiamo voltato pagina, corriamo incontro al futuro». Il tempo passa, il nervosismo si accentua, al «Delle Vittorie» i tecnici sono esausti. Si ode una voce: «O state zitti o vi sbatto via. Tutti». È del responsabile di studio, il quale, ce l' ha con i discografici che disturbano. Cogliamo l' occasione: «Perché loro sì, li avete lasciati entrare, e noi no?».

«Ragazzi, che ve devo di', abbiate pazienza».

- Pazienza, un corno.

 

celentano

OSANNATO Finalmente, alle 20, si aprono le porte del teatro. La platea si riempie in un baleno, i biglietti sono andati a ruba. È uno strano pubblico: applicati ministeriali, «sciurette» in nero e con scarpine di vernice, giovanotti che masticano gomma americana. Il locale, contrariamente a quanto appare sul video, è squallido, una specie di cinema parrocchiale: moquette sudicia e bruciacchiata dai mozziconi, poltroncine stinte e polverose, afa ossessionante.

Giù, sulla piattaforma, i ballerini fanno riscaldamento come i calciatori in procinto di entrare in campo: corsette e piegamenti. Manca una manciata di minuti alla partenza. Compare Celentano.

feltri

 

«Ciao», dice. Applausi fragorosi. Tossicchia. Nuovi applausi. Sospira. Ovazioni. Si aggiusta la cravatta. Tripudio. Che cosa sta accadendo?

vittorio feltri 9

Gran parte della gente è stata ammaestrata: l' entusiasmo si propaga per contagio, e va incrementato. Non appena i riflettori illuminano la scena, è già un' apoteosi. Figuriamoci quando il molleggiato sbuca dal sipario. Ci voltiamo, e scopriamo che il capoclaque è Maffucci.

 

Svetta in un gruppo di scalmanati, si è tolto la giacca e batte le mani forsennatamente trascinando il popolo in un giubilo senza requie. Nell' operazione esultanza procurata non è solo, lo coadiuvano vari anonimi dell' azienda, che si è mobilitata in massa per sostenere l' imperatore Adriano nella conquista dell' audience.

 

Esce la Laurito, si sistema la spallina, e il capostruttura della Reteuno esplode in una fragorosa risata. Marisa accenna a qualcosa («Signore e signori...») e lui si sganascia ancora. Il giochetto si ripete sino al termine, una faticata.

Mario Maffucci

 

Mario Maffucci e Bruno Voglino

Ma il dirigente dissimula la spossatezza con l' enfasi: «Ci sono stati istanti godibilissimi, è andata bene». La Rai è salva. E lui, che ne è il profeta, celebra la personale vittoria elargendo pacche sulle spalle a chiunque gli capiti a tiro. Sprizza gioia. Acconsente di buon grado che i giornalisti intervistino a mezzanotte suonata i protagonisti del preteso successo.

 

marisa laurito

Celentano attraversa il salone con incedere lento e solenne, e si abbatte sulle poltrone di prima fila. Scarmigliato, distrutto, ma soddisfatto. Ai piedi dell' eroe s' acquatta miagolando Heather Parisi. Si aggrega Marisa Laurito che accarezza una mano alla soubrette ed è generosa con il conduttore: «Adriano, ti do 9». Ed ecco Boldi, che soffia sul turibolo e distribuisce incenso a tutti. La claque domina anche la conferenza stampa: ad ogni parola degli attori, applausi e moine. L' autoglorificazione va avanti trenta minuti, fra banalità e luoghi comuni. Maffucci gongola. Forse è convinto che mezza Italia, grazie a lui, abbia avuto un sospiro di sollievo. E se fosse proprio così? Poveri noi.

 

 

celentano parisimassimo boldi (1)celentano

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...