mussolini claretta petacci

CLARETTA “L’HITLERIANA” - IL NUOVO LIBRO DI MIRELLA SERRI RIVEDE LA FIGURA DELLA PETACCI: NON SOLO AMANTE SENSUALE E SENTIMENTALE MA CONSIGLIERA DEL DUCE A SERVIZIO DEI TEDESCHI. MUSSOLINI PRIMA DELLE LEGGI RAZZIALI LE CONFESSO’ LA DIFFICOLTA’ NEGLI APPROCCI AMOROSI CON MARGHERITA SARFATTI, CHE ERA EBREA: “NON POTEVO PER L'ODORE, L'ODORE TERRIBILE CHE HANNO ADDOSSO... SONO UNA RAZZA MALEDETTA”

Il libro di Mirella Serri "Claretta l’hitleriana" uscirà il 22 aprile da Longanesi (pp. 281, € 19). Lo stesso giorno, alle 18,30, verrà presentato al Circolo dei Lettori di Milano in un incontro in diretta Zoom con Pier Luigi Vercesi. Per partecipare è necessario essere iscritti alla newsletter del Circolo. È possibile registrarsi sul sito www.ilcircolodeilettori.it o scrivere a newsletter@ilcircolodeilettori.it

 

Marcello Sorgi per "la Stampa"

 

claretta petacci 2

Quella forcina per capelli, trovata nel salone dell' appartamento di Palazzo Venezia, forse segnò la prima vera trasformazione del rapporto tra Claretta Petacci e Benito Mussolini.

 

Trovandola in un pomeriggio del febbraio '37 in cui, come spesso accadeva, si era disposta alla lunga attesa del suo «Ben», ebbe uno sbotto d' ira.

 

Sapeva di esser tradita dall' inizio della relazione, ma inciampare nella prova, proprio sul tappeto dove solevano giacere ogni giorno, aveva leso il senso esclusivo d' appartenenza che ogni donna esige dal proprio uomo.

 

Clara, Clarice, Claretta, l' amante che condivise il destino del Duce fino alla morte e all' atroce esposizione dei corpi in piazzale Loreto, è uno dei protagonisti più studiati del fascismo. Se Mirella Serri si è decisa a una nuova ricerca sul personaggio (Claretta l' hitleriana, in uscita giovedì da Longanesi, pp. 281, 19), è perché, da storica, da studiosa di uno dei periodi più tormentati della recente storia italiana, non condivide l' immagine di lei tramandata fin qui. L' ingenua.

claretta petacci 1

 

L' invasata. La sintesi perfetta di amore e morte, il connubio assai frequente dei nostri sentimenti. La donna che va incontro all' esecuzione finale nell' illusione di salvare, offrendo la sua vita, quella perduta del dittatore. Cadendo giovanissima, a soli 33 anni, giustiziata senza ragione.

 

Cinica e spregiudicata Serri ha letto e studiato una messe di documenti originali per potersi opporre fondatamente a questa tesi. La sua revisione della vicenda parte dal momento in cui la passione ha inizio, fissata inderogabilmente dalla storiografia ufficiale al 1936, quattro anni dopo il primo incontro, e invece, spiega l' autrice, cominciata assai prima.

 

Ci sono prove evidenti che il Duce non potesse resistere a una seduzione irrefrenabile, come quella di Claretta nei suoi messaggi. Bigliettini, lettere, «pizzini», consegnati ai collaboratori più prossimi al Duce (a partire dal fedelissimo usciere-cameriere Quinto Navarra), scritti con intenzioni inequivocabili da una ragazza di soli vent' anni che si accosta - inaudito per quei tempi - a un uomo di 49. E che uomo!

benito mussolini claretta petacci appesi a piazzale loreto

 

Sensuale, cinica, spregiudicata. Capace di vellicare l' attrazione di Mussolini scrivendogli che avrebbe voluto essere lei stessa quel cartoncino su cui scriveva e che lui «avrebbe tenuto tra le sue mani, e avere la carezza del vostro sguardo». Lo definiva «raggio di luce» e confessava di voler «sdraiarsi sotto di lui» e assorbirne le emanazioni: «Non posso vivere senza il vostro calore».

 

«Amore mio grande, ti adoro, dal tuo volto maschio ieri sembrava lucessero faville di forza». I modi e il linguaggio sono assolutamente disinibiti.

Si danno del tu fin dal secondo incontro. Si definisce «bimba», «figlia», solleticando le pulsioni piu basse di un uomo che si confessa sensualmente «una bestia», non in grado «di controllare i propri appetiti sessuali».

 

È gelosa. Punta, riuscendoci, a soppiantare l' amante storica Margherita Sarfatti, non solo nel cuore, ma anche nel ruolo di consigliera e - si direbbe oggi - regina delle pubbliche relazioni al fianco del Duce. Il quale per convincerla che solo di lei, Claretta, ormai si fida, poco prima dell' emanazione delle leggi razziali, le concede una confessione raccapricciante. Siamo nel luglio 1938, a pochi mesi dal 10 novembre in cui le leggi antisemite verranno emanate.

 

claretta petacci

Mattinata di sole a Castelporziano, nella tenuta reale in riva al mare. I due sono distesi al sole. «Ben» le chiede di togliersi il succinto due pezzi che indossa. Ma quando Clara, nuda e sicura della sua attraenza, gli si accosta per fare l' amore, lo trova ritroso, come se avesse appena soddisfatto il suo desiderio. Ne nasce una scenata di gelosia, dato che il Duce torna da un' incontro proprio con la Sarfatti. E lui, per giustificarsi, tornando sull' argomento del razzismo che è al centro dei suoi pensieri, rivela che ha avuto sempre difficoltà negli approcci amorosi con Margherita, che era ebrea, e addirittura di non esserci riuscito due volte: «Non potevo per l' odore, l' odore terribile che hanno addosso... sono una razza maledetta».

 

mirella serri claretta petacci cover

Pretese crescenti Accanto a questa soffocante intimità, Clara mette l' abile curatela degli interessi della sua famiglia, del padre medico del Papa e del fratello affarista e imbroglione. Lo sfondo è la Roma impicciona e amorale descritta da Moravia ne Gli indifferenti. Gli interventi di «Ben» vanno dalla concessione di un permesso edilizio per la costruzione della villa della famiglia Petacci sulla Camilluccia, invidiata da alcuni gerarchi, al traffico di documenti falsi per ebrei che cercano la salvezza, a periodiche dazioni in denaro. Pretese sempre più stringenti, man mano che il sentimento si affievolisce, insieme all' attrazione che viene meno, e all' invecchiamento di Mussolini, ormai malato e sul viale del tramonto, che lo rende meno appetibile e potente.

sarfatti

 

Claretta andrà a Salò anche contro il parere del Duce. E nei pochi mesi della Repubblica fascista e filotedesca che porterà alla tragedia finale proverà ad approfittarne per instaurare un prolifico rapporto con i tedeschi, che stanno addosso a «Ben» e non lo lasciano respirare, tentando niente meno che l' aggancio con Hitler e il nazismo. Piano fin troppo ambizioso, anche se le relazioni di Claretta con l' ambasciatore del Führer Rahn e con Eugen Dolmann, i controllori diretti del Duce, saranno eccellenti: non basterà a salvarla dalla tragica fine al fianco dell' amante.

 

MUSSOLINI PETACCI 2

«Stretto legame coi tedeschi» Qui il libro della Serri si conclude con un' ultima interessante rivelazione: l' imbarazzo iniziale del Pci a gestire la condanna a morte senza processo della donna del Duce a opera di partigiani comunisti, le tante differenti versioni ufficiali fornite dall' Unità, oltre all' autocritica di Sandro Pertini, uno dei capi della Resistenza. Fino alla spiegazione di Aldo Lampredi, il comandante partigiano che comandò materialmente il plotone d' esecuzione: «La Petacci non era soltanto un' amante, ma un elemento strettamente legato ai tedeschi, al cui servizio agiva influenzando Mussolini». Ecco perché Claretta «l' hitleriana» meritava di morire.

sarfattimussolini e claretta petaccimargherita sarfattiluigi siciliani tra benito mussolini e margherita sarfattiMARGHERITA SARFATTI margherita sarfatti e la figlia fiammetta mussolini claretta petacci

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."