1. LA DIVA DELLA CASTA: LAURA BOLDRINI PER LA LEGGE E’ GIA’ PIU’ UGUALE DEGLI ALTRI 2. LA DESTRA DI CARTA, ‘’LIBERO” E “IL GIORNALE”, SUL PIEDE DI GUERRA: “C’È DIFFAMAZIONE E DIFFAMAZIONE. DIPENDE DA CHE PARTE ARRIVA LA DENUNCIA. SE A SENTIRSI OFFESO DAL WEB È UN COMUNE MORTALE, ALLORA INSULTI E MINACCE SONO DI FATTO “AUTORIZZATI”. IL DISCORSO CAMBIA SE LA VITTIMA È UN (PRESUNTO) SIMBOLO DELL’ANTICASTA” 3. SELVAGGIA LUCARELLI: “NON SONO BOLDRINI: SU FB POSSONO DIRE CHE MI STUPRERANNO” 4. DOPO MENTANA, “POLVERIZZATO” DI INSULTI SU TWITTER, LASCIA FACEBOOK ALDO NOVE

1. LA DIVA DELLA CASTA: LAURA BOLDRINI PER LA LEGGE E' GIA' PIU' UGUALE DEGLI ALTRI
Gian Marco Chiocci e Patricia Tagliaferri per "il Giornale"

C'è diffamazione e diffamazione. Dipende da che parte arriva la denuncia. Se a sentirsi offeso dal web è un comune mortale, che al massimo presiede un'associazione a tutela di poliziotti, allora insulti e minacce sono di fatto «autorizzati».

Il discorso cambia se la vittima è un (presunto) simbolo dell'anticasta che dall'alto della sua carica istituzionale si comporta come i politici della Prima Repubblica, scatenando il finimondo alla Camera per una foto di un finta Boldrini nuda su Facebook , pretendendo 7 poliziotti per stanare chi ironizza in rete, licenziando i vertici della sicurezza che non si sono adoperati in fretta, facendo pressioni su ministri e vertici della polizia. Cambia parecchio, la storia, anche se a procedere è lo stesso pubblico ministero, già capo dell'Anm.

Per il pm romano Luca Palamara, la presidente dell'associazione «Prima Difesa», Simona Cenni, non ha infatti motivo di chiedere l'intervento della magistratura per la valanga di offese che le sono rotolate addosso dopo aver difeso due degli agenti coinvolti nella morte di Federico Aldrovandi a Ferrara. La sua denuncia merita di finire in archivio, mentre quella di Laura Boldrini è sfociata in uno spiegamento di forze senza precedenti conclusosi con l'incriminazione per diffamazione aggravata a mezzo stampa di un giornalista.

Denuncia che aveva già dato il via a blitz nelle case di chiunque avesse osato condividere l'immagine. Per Palamara, invece, i vari post oggetto della querela presentata dalla Cenni «alla luce del contesto nel quale sono inseriti, appaiono privi di carica offensiva».

Secondo il pm, infatti, «in ragione delle caratteristiche della rete, anche i frequenti sconfinamenti dell'area propria del diritto di critica che vi si verificano non si traducono "automaticamente" in altrettante ipotesi di diffamazione ma richiedono uno specifico vaglio della loro valenza diffamatoria che porti a sceverare le critiche che, per le stesse modalità con cui sono formulate, si condannano da sole ad una sostanziale irrilevanza e ad una pratica inoffensività».

E allora vagliamole queste critiche «non offensive» postate su Facebook, blog, quotidiani on line : «Questa Cenni mi fa venire i conati di vomito». «Spero la violentino dei punkabbestia e che dopo facciano divertire anche i cani». E ancora: «Schifosa donna senza pudore»,«ma-iala »,«ti auguro ogni male del mondo», «merita le stessa fine, di morire...», «che tu possa non riuscire a portare a termine la gravidanza» e via così, oltre alla diffusione del suo nu-mero di telefono personale.

Per Palamara tutto ciò non merita approfondimenti. Del resto, scrive nella richiesta di archiviazione, «il pubblico dei navigatori di internet sa che, a differenza di quanto avviene nei media tradizionali, le notizie e i commenti non sono normalmente frutto dell'attività di professionisti e non sono soggetti ad un regime di controlli interni (...). Il che si traduce in una minore autorevolezza ed in un minore affidamento " preventivo"da parte del pubblico sulla credibilità dei contenuti esposti».
Per il gip Cinzia Parasporo, invece, gli approfondimenti servono eccome. Il gip, su opposizione dell'avvocato Eugenio Pini, ha infatti rigettato la richiesta di archiviazione di Palamara non condividendo l'assunto «dell'assenza di valenza diffamatoria » dei post e intimando alla procura di compiere nuove indagini, anche solo la metà di quelle che la Boldrini ha preteso per sè.


2. NON SONO BOLDRINI: SU FB POSSONO DIRE CHE MI STUPRERANNO
Selvaggia Lucarelli per "Libero"

Dunque. A pochi giorni dal caso Boldrini e dalla notizia che il giornalista che aveva pubblicato la sua finta foto nuda su Facebook è, pare, ufficialmente indagato, mi imbatto in una pagina Facebook. La pagina, con proprietario anonimo, ha un titolo aulicamente evocativo: «Il fantastico mondo di Jack Sborrow». E ho motivo di pensare che quel sborrow non sia un refuso.

La foto di copertina è un omaggio molto tenero: il ritratto del calciatore di colore del Lecce che ha picchiato una prostituta e un trans per non pagare la prestazione. Inutile dirlo, il proprietario della pagina invita tutti a prenderlo come modello. La pagina è una specie di fogna a cielo aperto, in cui a roba semplicemente idiota o vomitevole (che so, consigliano di seguire la pagina «telefonoche- squilla-con-la-suoneriadi-mosconi-che-dice-cortesiasimpatia-porco...) si alternano post come quello che mi riguarda. Il post in questione è il seguente: una mia foto non particolarmente accollata e la scritta: «La gangbang che subirà Selvaggia Lucarelli e che prima o poi subirà volente o nolente».

Significato dell'espressione «Gang bang», da wikipedia: Una gang bang è una pratica sessuale in cui un soggetto, di sesso maschile o femminile, svolge attività sessuali con una moltitudine di partner, non necessariamente del sesso opposto. Bene. «Nolente», dal dizionario Hoepli della lingua italiana: che non vuole. Si tratta insomma, di quella che in termini piuttosto espliciti, potremmo definire una minaccia a sfondo sessuale.

Non verranno sotto casa a stuprarmi, forse, ma minacciano di farlo, se gli gira. Sono due cretini, penserete. No, i cretini non sono due, ma 26.588 , che è il numero dei «Mi piace» che ha raccolto la pagina. E per capire il target, basta andare a leggere i commenti sotto il post che mi riguarda. Si va dai simpatici «Troia, zoccola, cagna, al rogo, suca, muori...» a un epico «che la candida ti porti un tumore all'utero troia!».

E vi garantisco che i peggiori ve li ho risparmiati. I commentatori sono quasi tutta gente con un nome e un cognome, un profilo con foto, informazioni sul luogo di lavoro. Apri qualche loro pagina personale e ci trovi di tutto, da foto di Cécile Kyenge in mezzo a caschi di banane a insulti e bestemmie di ogni tipo estesi a chiunque. C'è la pagina «bastonare gli attivisti di Greenpeace per risparmiare le foche» con la foto di copertina di ebrei deportati da una parte e un tizio che uccide le foche dall'altra.

Ora, cosa fa una comune mortale (sono un personaggio pubblico, sì, ma non ho corsie preferenziali) di fronte a questo schifo? Chiedo ai miei utenti di aiutarmi a segnalare la cosa a facebook, senza piagnistei. A me facebook ha chiuso la pagina ben due volte (per tre giorni), una perché ho pubblicato una nota modella in topless e una perché ho messo la foto di un nuovo modello di perizoma maschile.

Caspita, sono bacchettoni questi di facebook. Per una cosa così, chiuderanno la pagina in 5 minuti. La Boldrini ha ottenuto la chiusura di non so quante pagine in 24 ore, varrà per tutti. Bene, facebook, dopo un'infinità di segnalazioni ricevute, risponde così: «Grazie per la segnalazione ma dopo aver analizzato il caso, troviamo che la pagina non violi le regole della comunità e che non ci siano attacchi a persone per il loro sesso, religione, razza o salute».

Insomma, tante care cose. Se minacciano di stuprarti, ci sta. Se dicevano «ti stupriamo perché sei buddista», forse correvano qualche rischio in più. Inutile dire che il proprietario della pagina, piccato dalla mia provocazione, va avanti con post provocatori del tipo «Prima che mi chiudano la pagina, Selvaggia Lucarelli, ti piace l'anal?».

E il fatto che vada avanti così, la dice lunga su quanta paura di conseguenze legali abbia ‘sta gente. Nulla. Sanno che quello che è accaduto con la Boldrini, capita perché era presa di mira una carica dello Stato. Gli altri, prendono e portano a casa. Oppure vanno alla polizia postale, come farò. Ma è un iter scoraggiante, perché non solo bisogna prendersi del tempo per farlo, ma aspettare che qualcosa succeda.

E i tempi, temo siano molto diversi dalle 24 ore della Boldrini. Però va fatto. E non perché si tocca il proprio orticello, ma perché se vogliamo che il web diventi un posto migliore, bisogna pretendere che le leggi che valgono in piazza, valgano anche qui. E le bestie che non lo capiscono, dovranno impararlo. Volenti. O nolenti. (Dizionario Hoepli: anche se non vogliono).

2 - DALLA BACHECA FACEBOOK DI SELVAGGIA LUCARELLI
Dopo Mentana che ha ieri abbandonar twitter estenuato dai commenti idioti, abbandona facebook una delle persone più brillanti in questo social: Aldo Nove . E' estenuato anche lui dalle continue chiusure della sua pagina facebook (l'altra), a causa di segnalazioni idiote di gente che non ha nulla da fare nella vita. Nel frattempo, Facebook continua la sua colpevole pennichella. Ora, io non so se esista fisicamente gente che in Italia lavora per questo social network, ma lo dico con affetto: sveglia.

Se twitter vi sta per polverizzare, un motivo c'è. E il motivo è che avete una politica folle, ridicola, senza un filo logico. Avete in mano un mezzo potentissimo e alla guida c'è un pilota automatico. Nessun referente, utenti abbandonati a se stessi, il dilagare di violenza verbale, pagine ignobili e voi le lasciate lì, rispondendo picche a chi ve le segnala, e quando vi gira chiudete le pagine mie o di Aldo Nove.

Che voglio dire, anche ragionando in termini puramente commerciali, siete delle gran volpi. Col traffico generato dalle nostre pagine, il signor Zuckerberg un presentino alla moglie ce lo fa a fine mese, presumo. La cosa divertente è che però, il signor Facebook, quello che non esiste, il fantasma, quello che se gli vuoi segnalare qualcosa è un ologramma bluette e ti risponde in automatico "la pagina non è stata rimossa" pure se la pagina ha un ebreo infilzato allo spiedo (c'è, non scherzo), poi però, quando si tratta di piazzarti la pubblicità nella pagina, dimostra di conoscerti molto bene.

Sa cosa mangi, se il tuo girovita va asciugato, se sei zitella e se ti piacciono le ballerine o il tacco 12. Volete un bell'esempio, oltre a quelle citate ieri che sono ancora lì beate, di pagina che facebook non ritiene offensiva per nessuno? (hanno risposto a me personalmente in automatico che la pagina va bene così) Andatevi a vedere quella linkata qui sotto.
https://www.facebook.com/PBCNM
Ce n'è per tutti i gusti: ebrei, neri, gatti, cani, immigrati, donne. Poi il problema siamo io e Aldo Nove II. Zuckerberg, ripigliati, prima che in borsa vada meglio Carpisa di facebook.

 

 

 

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