cicutto barbera

È GUERRA A VENEZIA TRA ‘BIENNALE’ E ‘MOSTRA’? “NO, SU CANNES SIAMO D'ACCORDO: SI POTRA' FARE QUALCOSA INSIEME”, SPIEGA IL DIRETTORE ARTISTICO ALBERTO BARBERA – IL PRESIDENTE DELLA ‘BIENNALE’ CICUTTO AVEVA DETTO: “CON CANNES COLLABORAZIONE POSSIBILE, MA AD OGGI NON C'È DIALOGO” - LA BIENNALE SI È DATA COME DEADLINE LA FINE DI MAGGIO. BARBERA: “SARÀ UN' EDIZIONE SPERIMENTALE DELLA MOSTRA" - E SUL CONTINGENTAMENTO...

Gloria Satta per “il Messaggero”

 

alberto barbera

Primo atto: «Con Venezia stiamo pensando a iniziative comuni», rivela il delegato generale del Festival di Cannes, Thierry Frémaux. Secondo atto: «Con Cannes tutto è possibile, ma ad oggi non c' è dialogo perché non ci dicono cosa hanno in mente di fare, è sconcertante», ribatte il presidente della Biennale, Roberto Cicutto.

 

Terzo atto: «Con Frémaux il discorso è ancora aperto, c' è la concreta volontà di entrambi di fare qualcosa insieme, siamo disponibili a tutte le soluzioni», rilancia Alberto Barbera, dal 2012 direttore artistico della Mostra.

 

COLLABORAZIONE Che succede nel preoccupatissimo mondo dei festival, messi a repentaglio dagli effetti devastanti della pandemia? È guerra? E le dichiarazioni di Cicutto e Barbera su Cannes, apparentemente in contrasto, nascondono forse un incipiente conflitto di poteri? «Assolutamente no, non c' è nemmeno l' ombra della polemica: il presidente e io siamo sulla stessa linea d' onda», risponde convinto il direttore artistico della Mostra.

 

roberto cicutto

«Cicutto ha detto semplicemente che, finché Frémaux non espone i suoi programmi, non possiamo ipotizzare nessuna forma di collaborazione. Sono d' accordo con lui e al tempo stesso confermo di avere continui contatti con il delegato di Cannes: la volontà di fare qualcosa in comune esiste in entrambi ma una proposta concreta non c' è ancora. Potrà nascere, in segno di solidarietà per il cinema attualmente in difficoltà, soltanto quando sapremo il destino che ci attende e a quali condizioni sarà possibile fare la Mostra».

 

La Biennale si è data come deadline la fine di maggio per prendere decisioni circa la 77ma edizione che resta in programma dal 2 al 12 settembre. Si parla, in linea con le disposizioni post-quarantena, di prevedere meno partecipanti, mascherine, distanziamento sociale, niente presenze hollywoodiane, il ricorso alla tecnologia digitale.

«Sarà un' edizione di passaggio, sperimentale», spiega Barbera, che auspica un «contingentamento gestibile» e non nasconde l' ottimismo sulla Mostra che negli ultimi anni ha conquistato sempre più prestigio e considerazione da parte degli americani e fatto da apripista agli Oscar

alberto barbera

 

Ma varrà la pena di fare un festival senza star hollywodiane, con il pubblico distanziato, molte conferenze stampa on line?

«Ragioneremo sui dettagli nel momento in cui conosceremo le disposizioni del governo, ma sono convinto che il vantaggio di essere presenti al Lido ci sarà comunque. C' è moltissima gente che vuole venire. E io continuo a vedere film da tutto il mondo».

 

Cosa dicono gli americani?

«Aspettano di capire l' evoluzione della situazione, ma sperano tanto di essere a Venezia che rappresenta una ribalta cruciale per i loro film, molti dei quali sono stati spostati in autunno», risponde il direttore della Mostra. Bisognerà capire se gli spazi aerei tra Usa ed Europa saranno riaperti, ma il problema non tocca la presidente della Giuria Cate Blanchett che abita a Londra e potrebbe espletare le sue funzioni «nel rispetto delle disposizioni sanitarie» magari con mascherina e guanti, come nessuno l' ha mai vista. Barbera parla anche del futuro del cinema, messo in ginocchio dal coronavirus.

roberto cicutto

 

DIFFICOLTÀ «Ci sarà un periodo di difficoltà, i produttori avranno meno soldi e il pubblico forse sarà disorientato ma poi si ripartirà com' è successo anche nel dopoguerra», afferma. E nega che l' aumento esponenziale del consumo di film in streaming registrato durante il lockdown abbia inferto la mazzata definitiva al settore. «Proprio perché la gente è stata costretta a stare in casa per troppo tempo, la voglia di andare al cinema sarà prepotente. Lo streaming si affiancherà alla sala e il pubblico vedrà ancora più film. Sono più che ottimista».

ALBERTO BARBERA VENEZIAroberto cicuttothierry fremaux monica belluccialberto barbera

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…