roberto gervaso

È MORTO ROBERTO GERVASO – LO SCRITTORE E GIORNALISTA AVEVA 82 ANNI ED ERA STATO UNO DEI PRIMI PROTAGONISTI DELLA DIVULGAZIONE STORICA IN ITALIA – LASCIA LA MOGLIE VITTORIA E LA FIGLIA VERONICA, GIORNALISTA DEL TG5 – “A VENTITRE ANNI, CON IL VIATICO DI MONTANELLI, ENTRAI AL CORRIERE DELLA SERA. PER UN ANNO E MEZZO FECI IL CRONISTA DI NERA. AVEVO I NERVI A PEZZI E ATROCI COLICHE RENALI, MA…”

 

 

 

1 – È MORTO ROBERTO GERVASO. LO SCRITTORE AVEVA 82 ANNI

Da www.repubblica.it

roberto gervaso

 

 

È morto a Milano a 82 anni, dopo una lunga malattia, lo scrittore e giornalista Roberto Gervaso. Autore di numerosi libri di successo, in particolare biografie di celebri personaggi, è stato tra i primi protagonisti della grande divulgazione storica in Italia. Lascia la moglie Vittoria e la figlia Veronica, giornalista del Tg5. E' stato anche un popolare personaggio della tv dove appariva sempre con il suo immancabile papillon ed è noto per i suoi aforismi.

vittoria e roberto gervaso con gaetano uni

 

Roberto Gervaso era nato a Roma il 9 luglio 1937. Aveva studiato in Italia e negli Stati Uniti e si era laureato in lettere moderne, con una tesi sul filosofo Tommaso Campanella. Aveva collaborato a quotidiani e periodici, alla radio e alla televisione, e per decenni si è dedicato alla divulgazione storica, sua grande passione, come testimoniano decine di libri pubblicati da Rizzoli, Bompiani e Mondadori.

 

roberto gervasoroberto gervaso

Gervaso aveva iniziato l'attività giornalistica nel 1960 al "Corriere della Sera", presentato da Montanelli. Tra il 1965 e il 1970 ha firmato, insieme a Montanelli, i primi sei volumi della "Storia d'Italia" edita da Rizzoli, acquisendo grande notorietà. E' Gervaso che cura con dettagliata precisione la scansione cronologica dell'Italia "dai secoli bui" del Medioevo a quella del Settecento illuminista e riformatore. Nel 1967, per uno di quei volumi, "L'Italia dei Comuni. Il Medio Evo dal 1000 al 1250", Gervaso e Montanelli vinceranno il Premio Bancarella. Gervaso è poi tornato a vincere da solo il suo secondo Premio Bancarella nel 1973 con la biografia "Cagliostro" (Rizzoli; nuova edizione con il titolo "Il grande mago. Vita, morte e miracoli del conte di Cagliostro", Rizzoli, 2002).

ambrogio fogar, sylva koscina e roberto gervaso

 

 

2 – BIOGRAFIA DI ROBERTO GERVASO

 Da www.cinquantamila.it – la storia raccontata da Giorgio Dell’Arti

• Roma 9 luglio 1937. Scrittore. Giornalista. Laurea in Lettere moderne. Collabora con Mattino e Messaggero. Iniziò al Corriere della Sera. Da anni conduce su Retequattro Peste e corna & gocce di storia, breve editoriale su fatti di costume o di attualità. Moltissimi libri tradotti anche all’estero. Grande intervistatore (domande e risposte brevissime). Divulgatore di biografie storiche (Cagliostro, Casanova, Claretta, Nerone ecc.). Celebre per i suoi aforismi.

 

roberto gervaso e moglie

• «Vivevo a Torino con i miei genitori e con mia sorella e ho conosciuto, non dico la fame, ma il bisogno, gli stenti, che mi sono stati di grande insegnamento e hanno contribuito a plasmare il mio carattere. A scuola me la sono sempre cavata, ma la mia pagella era più irta di sei e di sette che di otto, di nove, di dieci. Un po’ meglio sono andato all’università, ma mi sono laureato a ventotto anni. E non perché battessi la fiacca, ma perché, a ventitré, con il viatico di Montanelli, entrai al Corriere della Sera. Ero reduce da un infelice viaggio negli Stati Uniti dove, con una borsa di studio Fulbright, avrei dovuto fermarmi due anni. Ma dopo soli tre mesi mi buscai un devastante esaurimento nervoso e dovetti rientrare in Italia. Al Corriere della Sera feci per un anno e mezzo il cronista di nera. Avevo i nervi a pezzi e atroci coliche renali, ma strinsi i denti e i pugni e mai cedetti alla tentazione di piantare tutto, di dire addio al giornalismo. Montanelli che – come me – ciclicamente soffriva di depressione, mi fu molto vicino. Quando si rese conto che non ce la facevo, ottenne il mio trasferimento a Roma, dove lui viveva con la moglie Colette. Io mi acquartierai a casa di mio nonno e delle mie quattro zie finché non mi emancipai e con i diritti d’autore del primo libro, L’Italia dei secoli bui, scritto a quattro mani con il grande Maestro, affittai una bellissima mansarda dietro piazza Navona. Più tardi conobbi Vittoria e ci sposammo. Lasciai il Corriere della Sera e scrissi su molti altri giornali, feci tanta radio e tanta televisione. Erano gli anni Settanta, la contestazione aveva lasciato nella società rovinosi strascichi di permissivismo e, insieme, d’intolleranza. Chi non militava a sinistra, era, ipso facto, di destra. E chi era di destra, non era un liberale, un conservatore, un moderato. Chi era di destra, era un fascista. Io, e non per eroismo, ma per temperamento, non abiurai la mia fede politica e questo mi valse le censure e gli anatemi di molti colleghi».

roberto gervaso e moglie

 

• Con Montanelli ha scritto i primi sei volumi della Storia d’Italia (Rizzoli). Da ultimo per Mondadori Lo stivale zoppo. Una storia d’Italia irriverente dal fascismo a oggi (2013).

• Presidente onorario dell’Esda (European sexual dysfunction alliance).

• Il suo nome era nella lista della P2 e Berlusconi sostiene che fu proprio lui a presentargli Licio Gelli.

• Indossa sempre e solo il papillon.

roberto gervaso

• Vegetariano per anni («perché lo era mamma»): «Fosse libero (da dieta e medicine), Gervaso un cucchiaio lo affonderebbe nella nutella, l’altro nel gorgonzola “o nello squacquerone, ha presente?”. E invece i piaceri quotidiani sono “una bella mela renetta, però matura, una banana per il potassio, del radicchio o della cappuccina, riso o pasta integrale, formaggio poco, spesso uova, ceci, lenticchie”. Si pregia però della compagnia risorgimentale: “Mazzini era vegetariano certo, sempre pallido, però suonava la chitarra, Garibaldi non credo proprio. Sono frugale come Montanelli che, magari pochi bocconi, apprezzava pure la fiorentina”» (Giovanna Cavalli) [Cds 12/2/2009].

• Dalla moglie Vittoria ha avuto una figlia, Veronica (Roma 13 gennaio 1974), giornalista a Mediaset.

gaetano uni e roberto gervasoroberto gervaso e la moglie vichi

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)