emilio riva giovanna du lac capet

EMILIO RIVA, L’ULTIMO UOMO D'ACCIAIO – LA VEDOVA, CHE NON SI RASSEGNA ALL'INGIUSTIZIA, OGGI RACCONTA IN UN LIBRO L’ODISSEA GIUDIZIARIA CHE HA TRAVOLTO LA VITA DELL’EX PADRONE DELL’ILVA MORTO AI DOMICILIARI IN ATTESA DELLA SENTENZA SUL SUO CAS – FELTRI: AD UCCIDERLO È STATO IL COMBINATO DISPOSTO DI IGNORANZA E DI INVIDIA. LA MODA ECOLOGISTA UN TANTO AL CHILO E L'ODIO PER I RICCHI TIPICA DI UN CATTOCOMUNISMO TUTTO ITALIANO - CHE SENSO HA SBATTERE AGLI ARRESTI UN SIGNORE AMPIAMENTE SOPRA GLI OTTANTACINQUE ANNI, MALATO, E IL TUTTO COME CUSTODIA CAUTELARE? CHE ROBA È?

Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

Per gentile concessione dell' editore Mondadori pubblichiamo la prefazione scritta dal direttore Feltri per il libro «Emilio Riva, l' ultimo uomo d' acciaio» di Giovanna du Lac Capet.

 

 

EMILIO RIVA

Emilio Riva. Imparerete alla fine di questo libro a ripetere questo nome e a pensare alla persona che lo portava con infinito rispetto. Anche i più duri e convinti denigratori delle opere di questo signore, proprietario e gestore delle acciaierie di Taranto, dovranno - se hanno un minimo di onestà intellettuale - picconare le loro convinzioni di granito, e lasciarsi invadere almeno da un dubbio. Io non ne ho più.

 

Era una brava persona, imperfetta come tutti, ma aveva il genio dell' imprenditore lombardo, partito dal niente, ha corso il rischio d' impresa, dove si può perdere tutto, sbagliando un prodotto o una strategia. Ad ucciderlo però non è stata la concorrenza, o un abbaglio ingegneristico. Ma ciò che non aveva considerato: il combinato disposto - come dicono quelli che sanno le cose - di ignoranza e di invidia.

 

La moda ecologista un tanto al chilo e l' odio per i ricchi tipica di un cattocomunismo tutto italiano, hanno fatto scattare la sindrome del capro espiatorio. Lui con il suo orgoglioso silenzio ci ha messo del suo: ha lasciato che preparassero la pira su cui bruciarlo senza protestare, lasciando che lo accusassero e lo dipingessero come Erode vestendosi di silenzio scambiato per menefreghismo.

ilva taranto 9

 

RIAPRIRE LA PRATICA Ma dopo queste pagine, bisognerà riaprire la pratica. Forse non è come la raccontano.

 

Forse non era un assassino e nemmeno un distruttore cinico della natura. Forse siamo davanti a qualcosa di più e di peggio di un errore giudiziario.

 

In fondo l' errore non si è ancora consumato. Non c' è stato alcun giudizio né di primo né di secondo né di terzo grado, su Emilio Riva. Né ci sarà più. «Triste, solitario y final», come il titolo del romanzo di Osvaldo Soriano, è morto nel carcere della sua casa prima che ci fosse alcun giudizio di merito.

EMILIO RIVA Giovanna du Lac Capet

 

Eppure la sentenza è tutta scritta. La sua colpevolezza è stata decisa, nell' istante stesso in cui pm e gip hanno spiccato i mandati d' arresto di Emilio, di un suo figlio e di altri dirigenti, da quel clima di "dagli all' untore" che vede gli imprenditori come propagatori consapevoli della peste. Governo, partiti, sindacati, Chiesa cattolica; tutti invocano investimenti, chiamano capitali americani e il rientro di quelli italiani, per rimettere in piedi l' industria.

 

Ma appena uno riesce a far funzionare una fabbrica, dà lavoro e ricava utili, diventa un assassino potenziale e nel caso di Riva un criminale seriale. Con che prove? Nessuna. Tutti si improvvisano esperti in epidemiologia, e bevono come oro colato relazioni senza forza scientifica. Non serve che le tesi accusatorie siano sbugiardate da periti di Tribunale. La furia da linciaggio è innescata dalla semplice ipotesi di reato.

EMILIO RIVA Giovanna du Lac Capet cover

 

Ci si convince della volontà di far del male. Non si prende atto che il presunto assassino, ahimè o forse per fortuna morto, ha vissuto insieme a quegli operai e impiegati, dividendo con loro polveri e fumi, oltre che il lavoro.

ILVA

 

Emilio Riva... Ditelo tutti con rispetto questo nome. Altro che mostro. Ho imparato tutto questo non dai giornali. Ho dovuto accorgermi di questo scempio - anche se qualche cronista coraggioso aveva provato ad alzare timide barriere di buon senso contro la bufera oscurantista - leggendo le bozze di questo volume che ora avete in mano. Fidatevi, è prezioso.

 

Ci sono dei libri che hanno un valore privato, sono destinati a piccola circolazione, sono lettere ad amici o ai figli, perché ricordino qualcosa di noi.

 

Oppure esistono le denunce pubbliche di un torto subito, e si danno alle stampe confidando che scuotano il potere dalle fondamenta. Questo libro è un' altra cosa. È una lettera intima, che più intima non si può, perché è un lungo biglietto d' amore al proprio uomo. Ed insieme è un testimonianza pubblica di potenza civica dirompente. Questo rende l' opera di Giovanna du Lac una rarità, una perla e insieme una bomba. Vedrete: cercheranno di nascondere la perla e di togliere la miccia alla dinamite.

 

Eventualmente diranno alcune parole comprensive per il dolore della vedova, le perdoneranno per questo le accuse puntuali e chiare come il sole, dicendo: poveretta, bisogna capirla, è la moglie di Emilio Riva, morto a 88 anni, mentre era privato della libertà, malato, chiuso in casa, senza poter vedere nessuno, salvo gli avvocati, non vuole capire la signora che quell' uomo ha distribuito tumori come caramelle.

EMILIO RIVA 5

 

Proprio a questa immagine terribile, e da cui Emilio non può più difendersi, si oppone e si opporrà questa nobile donna italiana e africana, bizantina e francese, discendente dei re capetingi, di Costantino il Grande e degli imperatori dell' Impero romano d' Oriente. Ma soprattutto una donna innamorata, capace di versare ogni stilla di se stessa per la causa di un uomo con cui ha diviso il letto e il risotto (il lavoro no, lui glielo impedì sempre) per più di quarant' anni.

 

«Damnatio memoriae» Peggio delle denunce in Tribunale sarebbe l' oblio o la compassione condiscendente.

 

Se ho imparato a conoscere da queste pagine la signora Giovanna - come presto farete voi, e arriverete in un amen in fondo al libro - la cosa che teme di più è la "damnatio memoriae" del compagno della sua vita.

ilva lavoratori 2

 

In che cosa consiste questa operazione? Si tratta di inquinare per sempre il ricordo di una persona, fino a impedire qualsiasi revisione storica dei fatti e dei giudizi conseguenti.

È una tecnica fatta apposta per togliere la voglia di curiosare nelle vicende su cui è stata scritta la verità ufficiale, al punto che chi si azzarda a formulare un' ipotesi meno conformista, è messo sulla graticola come amico prezzolato dei malfattori. Io, che sono nessuno, e non ho autorevolezza in alcun ramo della scienza e della morale, ho però un difetto: sono curioso, non mi sono mai accontentato delle verità stabilite una volta per tutte e pure con la pretesa di essere inoppugnabili.

 

Non perché sia virtuoso, figuriamoci, ma perché mi annoio a stare in gruppo. Se non avessi in uggia la noia, avrei passato le serate a giocare a carte con gli altri inviati a Napoli per il processo Tortora, invece di spulciare tra le carte accusatorie giudicate infallibili da (quasi) tutti i miei colleghi.

 

ilva taranto 7

Sia chiaro: qui non istituisco nessun paragone tra Riva e Tortora. È diventato stucchevole questa liturgia e giustamente fa arrabbiare la figlia. Ogni ingiustizia è un' ingiustizia unica.

 

Quella che ha colpito i Riva emerge dal racconto con la forza dell' ingenuità. E volentieri ho accettato di scrivere queste pagine come modesto deterrente ai tentativi di disinnescare questo racconto.

 

Sia chiaro. Non ho alcuna vocazione a fare lo scudo umano delle cause perse. Ma mi dispiacerebbe perdere questa causa. Mi sono convinto sia autentica e che tutto sia onesto, fin nelle virgole, in questo diario di una vita perché Emilio Riva esce da queste pagine non come un Cavaliere immacolato, ma persino come uno "stronzo" (lo dice la sua signora) ossessionato dal lavoro, al punto da metterlo davanti a qualsiasi cosa, anche agli affetti. È la mania milanese, il vizio lombardo. Che razza di uomo però.

 

ilva

È tanto più efficace la testimonianza dell' Autrice proprio perché è così personale, piena di elementi di una vita famigliare che la riservatezza dei Riva aveva impedito finora di riferire. Ne esce qualcosa di estremamente sobrio, e insieme tenero. È convinta di denudarsi e di mostrare il marito nella sua verità inerme.

 

Eppure resta in queste pagine il segno di un pudore e di una discrezione oggi incomprensibili nella pseudo-civiltà del gossip. Giovanna Dussac (non so che titolo darle, forse Principessa, mi perdonerà l' ignoranza se per me è solo una signora, una vera signora) dice molte cose della storia d' amore con Emilio, ma non c' è nessuna civetteria né esibizionismo: è come chi deve esibire le fotografie di una tortura ricevuta perché non si ripeta più per nessuno.

 

ILVA DI TARANTO

AL CUORE DELLO STATO Questo diario è dunque un esplosivo a carica multipla, una bomba cluster, che vuole arrivare al cuore dello Stato, nelle viscere della Giustizia e nella mente degli italiani. Allo Stato e al governo dice: Emilio Riva è stato il più grande industriale italiano. Ha illustrato il nome dell' Italia nel mondo. Ha dato lavoro a centinaia di migliaia di persone.

 

Ha resuscitato la siderurgia, trasformandola in fonte di ricchezza e orgoglio nazionale, dopo che le partecipazioni statali l' avevano ridotta a idrovora di denaro pubblico. Perché non avete impedito con la forza dei decreti e del buon senso di difendere un bene italiano dalle visione corte della magistratura? Alla giustizia dice: che senso ha sbattere agli arresti un signore ampiamente sopra gli ottantacinque anni, malato, e il tutto come custodia cautelare? Che roba è?

vittorio feltri

 

Non vale qui tirare fuori i bambini morti di cancro. Non c' entra nulla. È presunto innocente. Agli italiani dice questo, Giovanna du Lac. Avete in mente la figura stilizzata della Giustizia, incarnata nella dea greca Dike? L' autrice vuole bucare il marmo della sua statua che occupa gli androni delle varie procure e dei relativi tribunali, ma vuole provare a suscitare un senso di vergogna collettiva per il linciaggio cui è stato sottoposto il suo uomo. Il modo per convincerli è una lettera d' amore al proprio uomo di una donna che non sopporta le sia stato ucciso dall' ingiustizia. Secondo me si illude. Ma tifo per lei, cara Giovanna.

OPERAIO ILVAincendio all'ilva di taranto 2TARANTO EX ILVA GRUmilena gabanelli ilva famiglia riva 3ilva milena gabanelli e il miliardo dei riva 2ilva taranto 8ilva taranto 6ilva taranto 4ilva taranto 3ilva taranto 5ilva taranto 2ilva taranto 10ilva taranto 1ilva 1

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?