coltrane

JOHN COLTRANE, INEDITO E MAGNIFICO – MOLENDINI: A 52 ANNI DALLA MORTE E A 55 DALLA SUA REGISTRAZIONE, È UNA TESTIMONIANZA SPONTANEA E POTENTE, CON UN SUONO PAZZESCO COME NESSUN ALTRO SAX POTREBBE FARE – CI SONO ZAMPATE CHE DANNO IDEA PIENA DI QUANTO POTEVA ESSERE TRAVOLGENTE IL LINGUAGGIO DEL JAZZ, BEN DISTANTE DALLA POCHEZZA E DALLA POVERTÀ CHE OGGI DOMINA LA MUSICA IMPROVVISATA - VIDEO

Marco Molendini per Dagospia

 

John Coltrane

Naturalmente c'è inedito e inedito. E, se i parenti di ?Miles Davis hanno dato l'ok a una discutibile operazione discografica con Rubberband, ecco che ora si fa largo il piacere di ascoltare un altro dei grandi maestri del jazz. Blue World, che esce ?domani in tutto il mondo a 52 anni dalla morte di ?John Coltrane e a 55 dalla sua registrazione, è una testimonianza piena, vigorosa dell'irripetibile quartetto con ?McCoy Tyner, Jimmy Garrison e ?Elvin Jones, anche se frutto di una rielaborazione di vecchi brani, alcuni che Trane non suonava da tempo, destinata alla colonna sonora di un film canadese, Le chat dans le sac (per la verità di non grande successo). 

 

John Coltrane

Ma la musica scorre così come è stata suonata nei celebri studi di ?Rudy Van Gelder. Spontanea e potente, con un suono pazzesco e la voce del sax tenore che riempie le orecchie come nessun altro sax potrebbe fare. Certo, è curioso pensare che un album, diciamo creativamente tranquillo come questo, sia stato realizzato in un momento di piena ebollizione nella vita artistica di Coltrane, fra due dischi fondamentali come Crescent e A love supreme (inciso sei mesi dopo). 

 

John Coltrane

Ma, a giustificare il clima, c'è la genesi del disco, frutto della richiesta del regista Gilles Groulx fatta al bassista Jimmy Garrison. Insomma, era musica con una destinazione, ma Coltrane non faceva sconti, la sua vita era dedicata totalmente alla ricerca creativa. E così, in questi otto brani (nel film sono finiti solo 10 minuti di un totale di 37), ci sono zampate che danno idea piena di quanto poteva essere travolgente il linguaggio del jazz. Ben distante dalla pochezza e dalla povertà che oggi domina la musica improvvisata. 

John Coltrane BlueWorld

 

Travolgente ma anche commovente con quella colossale ballad Naima che Coltrane ha continuato a suonare durante tutta la sua carriera, fino a decomporla totalmente. Qui è in tre versioni, con la prima, quella che apre il disco, decisamente più convincente, con l'esposizione del tema e una coda sublime. C'è un altro tema degli anni '50, Village blues, che faceva parte originariamente dell'album Atlantic Coltrane jazz, con tre versioni dominate dal leader con il suo sound, il suono che ha condizionato tutte le generazioni future di sassofonisti. 

Davis Coltrane

 

Alla stessa epoca appartengono altri due ripescaggi, Traneing in (dove il protagonista è il basso di Garrison), scritta da Coltrane dopo il celebre ingaggio con ?Thelonious Monk al Five spot nel '?57, che rappresentò insieme la sua liberazione dall'eroina e l'apertura di un viaggio esaltante che si sarebbe concluso epicamente dieci anni dopo, passando dall'estasi mistica di A love supreme, al manifesto del free jazz Ascension, al caotico Meditations, al conclusivo, etereo Expression. 

 

John Coltrane

Sul finire degli anni 50 Coltrane era in piena, vorticosa evoluzione. Le idee, a quel tempo, quasi lo sommergevano e un giorno chiese al suo amico ed ex leader ?Miles Davis: «Come faccio? mi vengono troppe note, troppe idee». E Miles, con il suo cinismo e la sua sintesi: «Togliti quel dannato sax dalla bocca». Coltrane non seguì mai il consiglio, anzi si è fatto inondare dalla ferocia del suo sassofono, ma era capace di squarci di bellezza inarrivabile, come fa percepire in Like Sonny (altro brano ripescato dagli anni '50, su una frase inventata dal collega ?Sonny Rollins mentre improvvisava sullo standard Old devil moon). 

COLTRANE 5

 

Ma il più convincente è Blue world, title track ispirata e intensa, dove il suono del leader pesca in fondo all'anima e fa percepire il fuoco che cova sotto la cenere: racconta i furori di un'epoca, gli anni '?60, che non si possono non rimpiangere.

 

Blue world non è il primo e non sarà l'ultimo degli album inediti di ?John Coltrane: si racconta che i suoi eredi abbiano una trentina di ore di musica da fare ancora ascoltare compreso una preziosissima serie di canzoni con Johnny Hartman, il cantante con cui il sassofonista ha realizzato uno dei suoi dischi più piacevoli.

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