lucio presta amadeus

MI PRESTA UN BACIONE A SANREMO - OLTRE ALLE ROGNE SU NOMINE, TG1, ORFEO E LINEA POLITICA, SALINI DOVRÀ SPIEGARE AL CDA IL RUOLO DEL SUPER-AGENTE AL FESTIVAL. OLTRE A RAPPRESENTARE AMADEUS, NON HA MANCATO NEANCHE UNA PROVA NÉ UNA RIUNIONE, VERO DIRETTORE-OMBRA DELL'ARISTON - NON A CASO RENZI, CHE CON LUI HA FATTO QUEL COSTOSISSIMO DOCUMENTARIO, HA CINGUETTATO AMOROSAMENTE SUL FESTIVAL (E SUL COSTOSISSIMO BENIGNI)

 

Giorgio Gandola per “la Verità

 

Dite quello che volete, ma Roberto Benigni è stato straordinario a Sanremo».

AMADEUS FABRIZIO SALINI

Il monologo era finito da poco sul palco dell' Ariston quando è arrivato il tweet di plauso di Matteo Renzi - con l' urgenza di un attestato di benemerenza - a blindare i criticatissimi 300.000 euro per il comico toscano.

 

Tutto questo mentre il web ribolliva di polemica per il Cantico dei Cantici presentato in chiave Lgbt e un caustico commentatore sottolineava: «Per 10.000 euro al minuto avrebbe dovuto moltiplicare come minimo i pani e i pesci». Non contento, il leader di Italia viva è tornato sul tema un paio di giorni fa con un altro post: «A me il festival è piaciuto, quanto avremmo bisogno di più leggerezza nella nostra vita, amici». Come se l' avesse organizzato lui.

 

amadeus con lucio e nicolo presta

Poco ci manca perché è riuscito a trasferire la Leopolda in Liguria con quei 10 milioni di telespettatori di media in più e l' ha messa in conto alla Rai. La solerzia dell' ex premier, i suoi messaggi di zucchero, la sua presenza immanente hanno un motivo neppure troppo nascosto: è stato il festival del suo amico Lucio Presta. Il potente agente di Amadeus si è rivelato il vero direttore artistico della settimana in riviera, più presente e pervasivo dell' Adriano Aragozzini dei tempi d' oro. Con il badge riservato allo staff appeso al collo dominava il backstage e sembrava molto più di un semplice procuratore di artisti: ha partecipato alle riunioni operative e non ha mai saltato una prova suscitando il malumore di molti cantanti, i quali si domandavano con quale ruolo fosse presente.

 

Una sua brillante idea ha anche rischiato di suscitare la rivolta dei giornalisti accreditati. È accaduto il primo giorno quando Presta ha avuto la pensata di annullare la tradizionale conferenza stampa e di sostituirla con una trasmissione in diretta su RaiPlay (simile a un question time alla Camera) condotta da Giorgia Cardinaletti. Il giorno dopo, consuetudine ristabilita e flop del reality. Anche il Dopofestival condotto da Nicola Savino, confinato solo su RaiPlay ha dato pessimi risultati.

LUCIO PRESTA AMADEUS A SANREMO

 

Organizzatore fra i più potenti nel mondo dello spettacolo, Presta ha portato a Sanremo artisti della sua scuderia: Benigni ne fa parte, come Sabrina Salerno e Antonella Clerici, che proprio tra i fiori e le lacrime ha annunciato il suo ritorno sul piccolo schermo. Tutto cucinato in casa, a chilometro zero. Ma ciò che più conta è il rapporto con Renzi. Presta gli ha allestito l' ultima Leopolda, gli ha curato convegni e conferenze. E soprattutto gli ha dato una dimostrazione di assoluta fiducia quando ha firmato 15 fatture per un totale di mezzo milione di euro servite all' ex presidente del Consiglio e leader di Italia viva a restituire il prestito dell' imprenditore Riccardo Maestrelli (attraverso la mamma) per pagare la nuova villa con piscina. Mai festival fu più sfavillante.

 

La strana, per certi versi dominante posizione di Presta si era notata alla vigilia del festival quando partecipò in Rai a una riunione strategica con Amadeus, l' amministratore delegato Fabrizio Salini e l' allora direttore di Raiuno Teresa De Santis per sciogliere il nodo della partecipazione di Rula Jebreal. Mai visto prima un agente dire la sua al settimo piano della massima azienda culturale del Paese.

 

matteo renzi lucio presta

Sarebbe come se Mino Raiola andasse nello spogliatoio del Milan a dare consigli tattici a Stefano Pioli solo perché rappresenta Gigio Donnarumma e Zlatan Ibrahimovic. Allora la vicenda fece scalpore e nell' ultimo consiglio d' amministrazione è stata argomento di discussione; nel prossimo (il 21 febbraio) è possibile che Salini debba spiegare ai consiglieri la posizione eventualmente anche contrattuale del direttore artistico ombra di Sanremo.

 

A conferma che secondo Renzi va tutto bene così (e in Rai comanda ancora lui), i collerici e puntigliosi rappresentanti di Italia viva in Commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi e Davide Faraone, non hanno neppure sollevato il sopracciglio.

 

Tornato da Sanremo, l' ad Salini ha ricominciato a navigare a vista. Il Pd gli chiede di nominare i nuovi direttori dei tg, il Movimento 5 stelle non vorrebbe toccare nulla e lui tende a smarcarsi. In una recente intervista è tornato a difendere la Rai dall' invadenza dei partiti proprio per allontanare le famigerate nomine, ma al Nazareno e alla Leopolda vogliono il ritorno di Mario Orfeo al Tg1 e prima o poi lo otterranno. La sinistra domina su tutti i tavoli, da dove è curiosamente scomparso ogni riferimento alla rivoluzione tecnologica.

 

Lo si evince dalla composizione della commissione (decisa dal direttore delle risorse umane, Felice Ventura) che dovrà giudicare i candidati al concorsone 2020 per l' assunzione di 90 giornalisti: presidente Marcello Sorgi, editorialista ultrasessantenne, più sette commissari non propriamente digitali e molto graditi al sindacato Usigrai. L' unico esperto Web è Diego Antonelli, che arrivò in Rai con la squadra di Carlo Verdelli (oggi direttore di Repubblica) per la fallita riforma di Antonio Campo Dall' Orto.

 

matteo renzi lucio presta

In avvicinamento al cda e con il fantasma di un possibile successore sulla testa (Eleonora Andreatta detta Tinny, figlia dell' ex ministro dc e Ulivo, ben vista dal Quirinale), Salini cammina con un noioso sassolino in una scarpa che potrebbe trasformarsi in una trappola: ha assunto a tempo determinato per le analisi dei dati d' ascolto Stefania Didone, specialista dei media, direttore di Fox International. Niente di strano se non fosse che lo stesso Salini è stato amministratore delegato di Fox International. Mai dire che l' obiettivo numero uno è «valorizzare le risorse interne». Alla Rai si finisce sempre per pentirsene.

GIANCARLO LEONE BENIGNI PRESTA

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...