francesco de gregori bill clinton

“CHI DOVEVA DIRMELO CHE UN GIORNO AVREI PARLATO A TU PER TU CON UN PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI?” - A NEW YORK L’INCONTRO “IMPROBABILE” TRA FRANCESCO DE GREGORI E BILL CLINTON (QUANTO ROSICHERA' VENDITTI?) – I DUE CIANCIANO DI UCRAINA, FELLINI E LETTERATURA AMERICANA, FUMETTI E HOLLYWOOD, DELL'AMORE COMUNE PER BOB DYLAN (CLINTON: “SAPETE CHE ORA SI OCCUPA DI SCULTURA?”). POI "IL PRINCIPE" EGORIFERITO NON TROVA NIENTE DI MEGLIO CHE CITARE LA SUA CANZONE "BUFFALO BILL" (“SE AVESSI POTUTO SCEGLIERE TRA LA VITA E LA MORTE AVREI SCELTO L'AMERICA”) – VIDEO

 

Lucio Luca per “la Repubblica”

 

FRANCESCO DE GREGORI BILL CLINTON

Il presidente e il cantautore si abbracciano davanti a più di tremila studenti, ricordano l'orrore della guerra in Ucraina e si alzano in piedi per salutare Andriy Shevchenko, il campione diventato suo malgrado uno dei testimoni dell'aggressione subita dal suo Paese.

 

Poi chiacchierano di Fellini e letteratura americana, fumetti e grande cinema di Hollywood, dell'amore comune per Bob Dylan e di un mondo che non può più perdere tempo, travolto da una pandemia ancora non del tutto sconfitta, un conflitto lacerante nel cuore dell'Europa, una rivoluzione del clima spesso incontrollata e una crisi economica che rischia di paralizzare il pianeta.

 

Metti una sera prima di cena, un grande albergo di Times Square e due amici "improbabili": da una parte Bill Clinton, due volte presidente degli Stati Uniti, accanto a lui Francesco De Gregori, il poeta della canzone italiana, reduce da un applauditissimo concerto al Manhattan Center e visibilmente emozionato per un dialogo che mai avrebbe pensato di poter fare.

FRANCESCO DE GREGORI BILL CLINTON

 

Artefice e moderatore dell'incontro Claudio Corbino, presidente dell'Associazione Diplomatici e anima di "Change the world", l'iniziativa che coinvolge studenti di tutto il mondo con il sogno di diventare un giorno ambasciatori.

 

Francesco De Gregori «La vita degli artisti può sembrare strana e ricca di chissà quali avventure. Ma chi doveva dirmelo che un giorno avrei parlato a tu per tu con un presidente degli Stati Uniti?»

Bill Clinton «Beh, anche per me è un grande piacere. Dico sul serio»

 

De Gregori «Presidente, negli anni della mia adolescenza la cultura americana è stata molto importante. Tutto ciò che veniva dagli Stati Uniti ci appariva nuovo e stimolante: molti artisti ne sono stati influenzati, mi piace ricordarne uno fra tanti, Federico Fellini, che una volta in un'intervista disse che il suo amore per il cinema era nato, da bambino, dalla visione di un film western "minore" di cui nemmeno ricordava più il titolo.

bill clinton

 

E poi la letteratura, Steinbeck, Faulkner, Hemingway. Fino ai fumetti, Paperino, Superman. E Elvis, Bob Dylan, i blue jeans. Una ventata di novità che portò con sé nuovi linguaggi artistici, nuovi stili che furono capaci di rimuovere consuetudini e schemi ormai sorpassati. Fu una formidabile lezione di anticonformismo per i giovani di allora. Qualcosa di meravigliosamente e pacificamente "rivoluzionario"».

 

Clinton «Bello che lei abbia citato Bob Dylan, sai che adesso si occupa di scultura? Io penso che voci come la sua continueranno a vivere, ne abbiamo sempre più bisogno».

 

De Gregori «Stiamo vivendo momenti di grande paura a causa della crisi in Ucraina. Noi eravamo giovani sognatori quando vedemmo cadere il muro di Berlino. Avevamo pensato che mai saremmo stati protagonisti di un nuovo incubo. Temo che si stiano ricreando i due grandi blocchi, rischiamo di tornare indietro di cinquant' anni».

 

de gregori

Clinton «Una delle grandi domande di questa nuova era è se il potere possa rispettare la libertà di scelta delle persone sia come individui, che come comunità e nazioni.

Gli ultimi avvenimenti mi fanno dubitare ma ai giovani mi sento di dire solo una cosa: spero che possiate creare il vostro futuro in un mondo trainato più dalla cooperazione che dal conflitto. Quando si vive in un posto in cui esiste un partito unico, dove qualcuno decide sempre per te, persino chi comanda finisce per svilirsi: si arriva al punto di non sapere nemmeno cosa pensa la gente del tuo Paese, ti importa solo quello che vuoi sentire.

 

Eppure se non avessi ascoltato le opinioni del mio staff quando ero in carica, avrei potuto chiudere la Casa Bianca e farla gestire dai computer. Cosa che, credimi, non era poi così accattivante trent' anni fa. Quanto alla guerra, aggiungo solo una cosa: se vincesse l'Ucraina sarebbe un segnale importante per tutto il mondo ».

 

De Gregori «Ha già citato tante volte la cooperazione tra i popoli.Eppure, tanto per fare un esempio, è difficile pensare a Stati Uniti e Cina che camminano insieme, uniti, compatti, per il benessere dell'umanità ».

 

bill clinton

Clinton «Non sono un sognatore, so bene che le difficoltà sono sempre dietro l'angolo. Eppure spero ancora che noi e Pechino possiamo continuare a competere lealmente nell'economia, la scienza, la tecnologia. Davvero, non possiamo evitare una catastrofe climatica senza cooperazione».

 

De Gregori «Siamo qui insieme a migliaia di studenti che arrivano da ogni parte del mondo. Non ce n'è uno, in questo momento, che non abbia in mano il suo smartphone per fotografare o chattare con gli amici. È evidente che i social hanno cambiato il meccanismo di formazione del consenso politico Vorrei sapere cosa ne pensa»,

 

Clinton «Io vorrei fare una considerazione sui social media e sul ruolo politico che hanno assunto. I drammatici eventi in Ucraina sembrano aver messo in luce il ruolo decisivo delle tecnologie più avanzate come strumento fondamentale anche durante la guerra. Penso alla capacità di hackerare i sistemi nemici, ma anche, al contrario, di mantenere attiva la rete con i satelliti. E penso anche al ruolo fondamentale che la comunicazione ha sempre svolto in ogni guerra. Però oggi, in un mondo globalizzato, questi ragazzi non sono più solo americani, o italiani, russi, cinesi.

de gregori venditti

 

Rifiutano le armi perché la classica retorica della guerra, che si basa sul "demonizzare" il nemico, non può più funzionare: vedono chiaramente che quello che dipingono come l'altro da combattere e da annientare, in realtà è proprio come loro. Guarda i loro stessi film, legge i loro stessi libri, ascolta la loro stessa musica. Internet e i social media hanno creato una nuova coscienza globale, un nuovo grande sentimento collettivo delle persone, una vera opinione pubblica mondiale. Ecco, io penso che questo possa essere il punto fondamentale su cui costruire un mondo nuovo e libero».

 

de gregori venditti

De Gregori «Spero adesso che mi possa perdonare se cito una mia canzone, ma mi pare utile farlo, sia perché quando l'ho scritta avevo più o meno l'età di questi ragazzi, sia perché parla proprio di un grande mito americano, Buffalo Bill. Lui, nella canzone, dichiara ad alta voce la sua vocazione anticonformista e libertaria quando dice che mentre "la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadere".

 

È evidente che le simpatie di Buffalo Bill, e anche le mie, sono tutte per l'animale che, al contrario della locomotiva costretta a viaggiare su rigidi binari d'acciaio, può scegliersi la sua strada e magari anche rischiare l'osso del collo pur di essere libero. E allora io mi auguro che un "vecchio" artista come me e un grande politico come lei, possano ancora sperare che questi ragazzi abbiano per le mani tutti gli strumenti per essere liberi come animali nella prateria senza mai cedere a nessuna deriva culturale che li voglia sempre più simili ad una locomotiva con la strada segnata ».

 

Clinton «È una bellissima immagine quella della sua canzone. Ed è sicuramente anche il mio augurio. La generazione dei diciottenni, ventenni, è migliore della nostra, non ho dubbi su questo. Dobbiamo credere in loro».

de gregori

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...