musica rock gender fluid

MA QUALE RIVOLUZIONE “INCLUSIVA”, IL ROCK È SEMPRE STATO “NO GENDER” – PAOLO GIORDANO: “SE SI CONOSCE LA STORIA DELLA MUSICA, NON C'È NESSUNA NOVITÀ COSÌ SENSAZIONALE. ORA IL PUBBLICO SE NE ACCORGE. MA PRIMA NE ERA QUASI INDIFFERENTE O RIDUCEVA TUTTO A FOLCLORE E A PROTESTA BECERA” – “NELL'EPOCA SOCIAL, LA FORZA INCLUSIVA DI ARTISTI COME MANESKIN, BLANCO, MAHMOOD SEMBRA RIVOLUZIONARIA. MA È SOLTANTO L'EVOLUZIONE DI UNA TENSIONE ARTISTICA CHE ARRIVA DA LONTANO…”

Paolo Giordano per "il Giornale"

 

maneskin x factor 2021 finale 4

Tutto bene, tutto giusto ma scusate prima non era così? Ora si parla tanto (spesso a sproposito) di «musica inclusiva», rispettosa della libertà di genere e capace di fotografare l'immenso set delle sensibilità umane. I look dei Maneskin sono virali e giustamente applauditi come rottura del manierismo stereotipato. La camicetta trasparente di Blanco nella prima serata di Sanremo è stata celebrata come la disgregazione delle regole di eleganza dello spettacolo maschilista. 

 

mahmood e blanco vincono sanremo 4

Ma se si conosce la storia della musica leggera, specialmente del rock e di tutte le sue declinazioni, persino di quelle estreme, non c'è nessuna novità così sensazionale. A parte le eccezioni, che come sempre confermano la regola, la musica popolare non ha mai avuto barriere di genere, anzi: le ha frantumate. Ora il pubblico se ne accorge e le celebra. Ma prima ne era quasi indifferente oppure riduceva tutto a folclore e a protesta becera. 

david bowie 2

 

E così tanta parte della critica musicale di allora si guardava bene dall'esaltare la coerente celebrazione delle differenze, tutt' altro. Ovvio ci sono state cadute come quei purtroppo celebri versi di One in a million dei Guns N'Roses («Polizia e negri lontano da me, immigrati e checche non hanno senso per me») che però sono stati rimossi nel 2018. Per il resto il rock è sempre stato (anche) una celebrazione della femminilità mascolina o della virilità femminile.

 

mick jagger michael fish 4

 L'iconico abito bianco di Michael Fish che indossava Mick Jagger dei Rolling Stones a Hyde Park nel 1969? Oppure bisogna ricordare gli uno, nessuno, centomila David Bowie che hanno attraversato il rock dell'ultimo mezzo secolo? Pochi altri come lui hanno destrutturato l'idea stessa di identità sessuale precostituita. E lo hanno fatto non quando si guadagnava qualche milionata di like e il consenso dell'universo mondo, ma quando le pernacchie dei benpensanti erano dietro l'angolo e facevano molto male sia come vendite che come popolarità. 

 

freddie mercury i want to break free 1

Nel 1984, quando uscì il video di I want to break free dei Queen con l'immenso Freddie Mercury in reggicalze mentre passa l'aspirapolvere in casa con gli altri del gruppo in abiti femminili, gli Stati Uniti lo censurarono subito. Mai si erano viste rockstar vestite da casalinghe, tanto più che le immagini sarebbero state diffuse da Mtv e quegli erano gli anni del Pmrc, il Parents Music Resource Center di Tipper Gore, moglie del democratico Al Gore futuro vicepresidente di Bill Clinton, che aveva come obiettivo quello di «valutare sotto il profilo morale ed educativo il contenuto dei prodotti discografici, in particolare per quanto riguardava i riferimenti sessuali più o meno espliciti che essi veicolavano».

PRINCE

 

 Una roba del genere oggi scatenerebbe il fuoco incrociato di stampa e social, tanto più che nel mirino allora finirono pure supermegastar come Prince e Madonna. Però in quel tempo, complice anche la chiara collocazione politica dell'iniziativa, il Pmrc sembrò soltanto un tentativo di moralizzare una gioventù corrotta dalle droghe e non il desiderio chiaro di dettare un orientamento (anche) sessuale che fosse conforme alle regole. 

 

Insomma, il pop e il rock sono arrivati persino prima del pubblico a scavalcare le barriere e lo hanno fatto senza l'euforia collettiva che in questo momento sembra premiare qualsiasi piccolo segnale anche al di là dell'effettivo rilievo sociale. Come spesso accade, la musica intercetta il cambiamento prima che lo facciano gli influencer e fotografa le urgenze del pubblico con l'implacabile naturalezza che discende dalle note, dalle canzoni, dalla forza del consenso durante i concerti. 

mark bolan

 

Dopo le folate di ambiguità irresistibile lanciate da David Bowie oppure da Marc Bolan dei sottovalutatissimi T-Rex negli anni Settanta, a scardinare le barriere arrivò pure il cosiddetto «hair metal», ovviamente considerato dalla critica e da parte del pubblico come un bubbone folcloristico.

 

 Lanciato dalla metà degli anni Ottanta da gruppi come Motley Crue o Poison, era l'annullamento definitivo delle barriere sessuali: musicisti con pizzi e calze a rete che suonavano musica tradizionalmente considerata maschilista, quindi con chitarroni e batterie impertinenti. Persino maestri dell'hard rock come gli Aerosmith di Steven Tyler e Joe Perry contribuirono ad abbattere le barriere (questa volta stilistiche) suonando il loro classico Walk this way con i Run Dmc, il primo grande esempio di crossover stilistico, razziale e generazionale della storia della musica. 

poison 1

 

In poche parole, era il tempo dell'«inclusività», termine non ancora usato e strausato perché si preferiva «crossover». Ma è perfetto per chiarire il fenomeno. Forse per questo il Pmrc della democraticissima Tipper Gore impazzì. Però il pubblico diventò sempre più grande. E la musica importò definitivamente quel concetto che oggi sembra così innovativo, ossia l'annullamento delle barriere di genere. 

 

In realtà è cambiata soprattutto la percezione dei mass media e, di conseguenza, quella del pubblico. Nell'epoca social che azzera il passato, la forza inclusiva di artisti come Maneskin, Blanco, Mahmood o, per fare qualche nome fuori dai nostri confini, di The Weekend o Bruno Mars sembra rivoluzionaria. Ma è soltanto l'evoluzione di una tensione artistica che arriva da lontano e che oggi ha volti nuovi ma la stessa vocazione liberale che aveva mezzo secolo fa.

freddie mercury i want to break free 4mick jagger michael fish 3freddie mercury i want to break free 3david bowie 1david bowie 2david bowie 3mick jagger michael fish 1freddie mercury i want to break free 1guns n roses mick jagger michael fish 2freddie mercury i want to break free 2steven tyler poison 2mick jagger michael fish 4poison 1

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)