giornali giornale buster keaton

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI!  – “LA REPUBBLICA”: “IN LOCKDOWN SENZA PASSARE DAL VIA. IL MONOPOLI DEL VIRUS UN ANNO DOPO”. FACEVANO PRIMA A SCRIVERE: “ITALIA ANCORA FERMA TRA VICOLO STRETTO E VICOLO CORTO". TITOLO NELLA PAGINA SEGUENTE: "PIÙ VACCINI CHE CONTAGI. USA, IL GRANDE SORPASSO GRAZIE AI TEAM MILITARI". ARRIVANO SEMPRE PER PRIMI AL PARCO DELLA VITTORIA...

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” 

stefano lorenzetto per la quinta volta nel guinness dei primati

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

Nel disperato quanto sfortunato tentativo di tornare nelle grazie del Papa, che lo ha cacciato dalla Comunità di Bose, fratel Enzo Bianchi recensisce entusiasticamente su Tuttolibri della Stampa il saggio Dizionario Bergoglio, con prefazione di Antonio Spadaro, il gesuita accreditatosi quale spin doctor ombra del Pontefice argentino.

 

ENZO BIANCHI E PAPA BERGOGLIO

Il volume analizza i «bergoglismi», neologismi coniati da Francesco con un linguaggio creativo teso a «focalizzare i concetti chiave del suo insegnamento». Scrive Bianchi: «Nel Dizionario Bergoglio troviamo due voci in spagnolo, come balcolenar, la postura di chi sta al bancone senza far nulla, guardando la vita passargli davanti.

PADRE SPADARO PAPA FRANCESCO

 

C’è poi primerear che è l’esatto opposto». Duole correggere il monaco laico, ma il primo verbo è balconear, non balcolenar, e deriva da balcone, non da bancone. Nel lunfardo – il gergo tipico della città di Buenos Aires, molto usato nel tango – il verbo balconear significa appunto star a guardare dal poggiolo o dalla finestra.

 

monastero di bose 1

Va rilevato che a individuare per primo questi neologismi, fin dal 1964, è stato il giornalista argentino Jorge Milia, che nel 2013 li analizzò a puntate sull’Osservatore Romano (Bergoglio fu suo professore nell’ultimo anno di liceo).

 

ENZO BIANCHI

Infine Bianchi sbaglia il nome dell’autore del libro, chiamandolo Francesco Torralba. Nel medesimo errore incorre la redazione di Tuttolibri, ripetendo il nome di battesimo sbagliato nella didascalia sotto la copertina del volume.

 

MASSIMO FINI

Sulla quale si legge correttamente Francesc Torralba, e non Francesco (nome completo Francesc Torralba Roselló, filosofo e teologo originario di Barcellona).

 

***

 

VITTORIO FELTRI SILVIO BERLUSCONI

Rievocando sul Fatto Quotidiano la stagione vissuta all’Indipendente, Massimo Fini racconta di un incontro a tavola nell’agosto 1993, quando l’allora direttore del quotidiano fondato da Ricardo Franco Levi gli prospettò la possibilità di passare con lui al Giornale: «Finita la cena, un po’ brilli, alzammo i calici e Vittorio esclamò: “In culo al Berlusca, restiamo all’Indi”».

 

Donde il sommario dell’articolo: «“In culo al Berlusca” mi diceva, ma ci andò». O il titolista non ha compreso ciò che ha letto o davvero Feltri, accettando di dirigere Il Giornale, andò in culo al Berlusca. E questa sarebbe la notizia dell’anno.

ASTRAZENECA

 

***

 

La Stampa riporta una frase sul vaccino Astrazeneca, pronunciata dal generale Paolo Figliuolo in un colloquio con il Corriere della Sera e Il Foglio: «È stato pubblicizzato male, purtroppo. Dai miei incontri con i vertici dell’Ema mi è stato ribadito che è un prodotto fortissimo».

 

MASSIMO FINI

Ed ecco come il titolista l’ha tradotta in un sommario: «È stato pubblicizzato male, purtroppo i vertici dell’Ema mi hanno ribadito che è un prodotto fortissimo». Premio Capire 2021, ex aequo con Il Fatto Quotidiano.

 

***

Sulla Verità, in prima pagina, la scrittrice Silvana De Mari osserva che «le donne sono completamente diverse degli uomini e gli uomini sono completamente diversi delle donne». Il dettaglio non ci era sfuggito.

astrazeneca

 

Tuttavia ci preme ribadire che, per entrambi i generi, in italiano la preposizione articolata si forma con il da, quindi «dagli uomini» e «dalle donne».

 

***

Titolo dalla Repubblica: «In lockdown senza passare dal via. Il Monopoli del virus un anno dopo». Facevano prima a scrivere: «Italia ancora ferma tra vicolo Stretto e vicolo Corto». Titolo nella pagina seguente: «Più vaccini che contagi. Usa, il grande sorpasso grazie ai team militari». Arrivano sempre per primi al Parco della Vittoria.

 

***

FABIANA DADONE

Azzurra Barbuto commenta su Libero la foto di Fabiana Dadone, ministro delle Politiche giovanili, ritratta con i piedi sulla scrivania del suo dicastero, scarpe di vernice rossa e tacchi a spillo: «Vuole proprio convincerci di essere figa, intanto non possiamo fare a meno di riflettere sul fatto che chiunque desideri essere preso sul serio dovrebbe guardarsi dallo scadere in un simile volgare protagonismo». Scusi, ha detto volgare?

 

Enrico Letta annuncia la candidatura a segretario del Pd

***

«Sa tanto di stile draghiano», scrive Wanda Marra sul Fatto Quotidiano a proposito del breve filmato con cui Enrico Letta ha annunciato su Twitter la sua candidatura a segretario del Pd. E dettaglia: «Maglioncino grigio, colletto bianco e occhialetti, dietro una bandiera dell’Italia, Letta parla per 1 minuto e 20».

 

Il tricolore sul fondo lo ha visto solo Marra. Alle proprie spalle, Letta aveva soltanto una doppia carta geografica d’Italia, senza bandiere, che rappresentava la localizzazione delle Autorità di sistema portuale, i porti di secondo livello, le Zes (Zone economiche speciali) e le sedi delle capitanerie di porto. Solo che anche le redazioni sono ormai diventate porti di mare.

 

***

 

Sommario dall’Espresso: «Nella battaglia con Vivendi Bolloré è stato bloccato dal governo di centrosinistra. Gli resta il contenzioso civile e un’inchiesta penale». Corso espresso di grammatica: i soggetti sono due, quindi l’accordo doveva essere al plurale («gli restano»).

stefano lorenzetto con giuliano ferrara

 

Per non parlare dell’ircocervo «Vivendi Bolloré», che si sarebbe potuto evitare ponendo una virgola fra il nome della società francese e il cognome del suo presidente.

 

***

 

Editoriale domenicale del direttore della Gazzetta di Mantova, Enrico Grazioli: «Un anno di Covid e non abbiamo avuto la soluzione finale». Meno male. Del resto dovette lasciarla a metà persino Adolf Hitler.

stefano lorenzetto a casa di giampaolo pansa

 

stefano lorenzetto con rosa berlusconi, madre di silvioStefano Lorenzettofabiana dadone vaccino astrazeneca 1

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…