SALLUSTI MEMORIES: “UN GIORNO RENZI TELEFONÒ INCAZZATO NERO, INSULTANDOMI - AMO DANIELA, NON AMO LA SANTANCHÉ - IL CONCETTO GIORNALISTICO DI FELTRI? SE SCRIVI DI UNA PERSONA DÌ CHE È UNO STRONZO, SE PARLI DI UN PAESE DÌ CHE È UN PAESE DI MERDA”

sallusti alessandro (2)sallusti alessandro (2)

Davide Brullo per http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it

 

Alla fine, sono riusciti a farlo ridere. Ospite nel giardino della Villa Mussolini in Riccione, venerdì sera, davanti a un popolo piuttosto folto (500 persone circa) Alessandro Sallusti ha inaugurato il ciclo “Riccione Incontra”. Stimolato dalle domande di Edoardo Sylos Labini, il direttore de il Giornale si è “sbottonato”, svelando i lati più intimi della sua vita.

 

L’ostinato difensore di un pensiero “altro”, controcorrente e contro le mode imperanti, notoriamente impassibile, ha domato la folla con inedita abilità retorica. Ridendo. Sallusti che ride. In pubblico. Un evento mitologico. Ecco alcuni brani, montati come un film iridescente, del dialogo.

 

Gli esordi, ovvero: un direttore già da bambino. «Il primo giornale penso di averlo disegnato per le vie di Como, a 9 o 10 anni. Faccio il mestiere che ho sempre sognato di fare, più per fortuna che per merito, questo è davvero un dono di Dio. Ero un bambino inquieto e insoddisfatto. Per questo ho preso tante di quelle botte da mio padre…».

paola ferrari alessandro sallustipaola ferrari alessandro sallusti

 

Il passato ingombrante. «Mio nonno è stato un ufficiale dell’esercito, passato alla Repubblica Sociale, poi fucilato. Questa storia ha sempre gravato sulla mia famiglia, come un peso insormontabile».

 

Il Battaglione San Marco: il militare necessario. «Non sono mai stato uno studente modello. Ho fatto l’Istituto tecnico e in anni in cui tutti erano ammessi agli Esami di Stato, mi fermarono. Una vergogna. Immediatamente mi diressi allo sportello del distretto militare. Mi dissero che se firmavo come volontario per il Battaglione San Marco avrei potuto partire dopo due settimane. Firmai. Il militare ha cambiato la mia vita in modo determinante, per questo penso che sia necessario ripristinare la leva obbligatoria. E quando penso ai nostri marò, beh, penso che questo Paese ha ormai perso il senso dell’onore».

santanche' sallustisantanche' sallusti

 

Con Don Giussani sulla spider rossa. Considerazioni sulla fede. «Ho cominciato all’Ordine, che era il giornale più scalcagnato di Como, legato alla Curia, che dopo poco, in effetti, chiuse. Fui dirottato a Il Sabato, dove ero noto più che altro perché andavo in redazione con la spider rossa. Così un giorno Don Giussani viene a far visita alla nostra redazione e mi pretende. “Mi porti a fare un giro sulla tua spider rossa?”.

 

santanche sallusti a veneziasantanche sallusti a venezia

Certo, dico io. In macchina, però, per vincere il mio imbarazzo, dico a Giussani che non sono di Comunione e Liberazione. Lui scoppia a ridere, “ma cosa vuoi che mi importi, io non so neanche se credo in Dio!”. Giussani era davvero un uomo straordinario. Mi ritengo un cattolico. Ma non sono un uomo baciato dalla vera fede».

 

Ersilio Tonini e l’esistenza di Dio. «Quando diventai caporedattore di Avvenire fui convocato a Ravenna dall’allora presidente del giornale, il Cardinale Ersilio Tonini. Di fronte a una minestrina – è sempre stato secco, magrissimo – mi disse, “il suo è un compito difficile perché dovrà mediare tra centinaia di Vescovi che la pensano diversamente su tutto. Anche sull’esistenza di Dio”».

twiga sallusti e santanche twiga sallusti e santanche

 

1987: gli anni con Indro Montanelli. «Il Giornale non era un quotidiano, era un salotto. Assistere alle riunioni di redazione, con Montanelli a fare da regista sornione, era come andare al cinema gratis. Ricordo che un giorno il direttore, verso mezzanotte, passò da noi giovani, che parlavamo di donne. Scoccò la battuta folgorante: “non è che a me non mi tira più, è che non so più quando mi tira!”».

 

1994: il grande scoop. «Quando ero al Corriere della Sera pubblicai la notizia del premier Berlusconi indagato. Era la prima volta che veniva indagato un Presidente del Consiglio, giornalisticamente era uno scoop. All’epoca il direttore era Paolo Mieli. Il giorno dopo successe il finimondo, con perquisizioni della polizia e interrogatori. Nascosi le carte e i nastri che denunciavano l’indagine nella borsa di mia moglie. Poco dopo si aprì il caso di Primo Greganti, tesoriere della sinistra, e Mieli fu costretto a scusarsi in diretta Rai. La differenza di trattamento tra il caso Berlusconi e il caso Greganti mi fece capire che per me era ora di lasciare il Corriere: non sopportavo più il clima opprimente, il fiancheggiamento delle procure. Volevo la mia libertà».

 

L'ARRESTO DI SALLUSTIL'ARRESTO DI SALLUSTI

“Libero” nasce davanti alla salamella. «Conobbi Vittorio Feltri quando ero direttore de La Provincia. Dopo un incontro pubblico, ci offrirono delle salamelle. Lì mi disse, su due piedi, “vieni con me a fondare un giornale?”. Accettai. Cominciò allora una avventura editoriale entusiasmante. Il concetto giornalistico di Feltri? Eccolo: quando scrivi di una persona dì che è uno stronzo, quando parli di un Paese dì che è un Paese di merda».

 

Sallusti Sallusti

100mila copie per una Maserati. «All’inizio non avevamo un soldo. Ci fu anche un imprenditore riminese, Stefano Patacconi, che mise un po’ di soldi dentro Libero, ma poi si suicidò. Ci aiutarono gli Angelucci, ma il giornale viaggiava intorno alle 20mila copie. Un giorno, un po’ abbattuto, Feltri mi getta un depliant che presentava la nuova Maserati. Nacque una sfida. Se fossimo arrivati a 100mila copie mi avrebbe regalato una Maserati. Le superammo. Ma la Maserati durò poco: l’ho venduta perché consumava troppo e perché era ridicolo girare in Maserati».

 

Berlusconi e Renzi: differenze al telefono. «Ho girato per 12 giornali e svariati editori, beh, nessuno è più liberale di Silvio Berlusconi e di suo fratello Paolo. Il difetto di Berlusconi è che è troppo buono e rispettoso degli avversari, altrimenti sarebbe ancora Presidente del Consiglio. Telefona quando hai un problema, è di una solidarietà infinita. Al contrario, Matteo Renzi telefona quando è arrabbiato. Un giorno mi ha telefonato incazzato nero, insultandomi. Diciamo che sono modi diversi di fare politica».

sallusti-porro-feltrisallusti-porro-feltri

 

1 dicembre 2012: l’arresto e la vergogna. «Una vicenda pazzesca, che la dice lunga su questo Paese. La Digos fece irruzione durante una riunione del Giornale, interrompendola, per procedere all’arresto per diffamazione e omesso soccorso. In realtà, mi aspettavano all’uscita del Giornale, perciò dormii tre giorni in redazione, scoprendo, tra l’altro, il pied a terre di Montanelli… Così, furono costretti a irrompere. Mi scortarono per portarmi a casa. Pretesi il carcere. Uscii con i poliziotti, che mi portarono in Questura con l’accusa di evasione. Intervenne perfino il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per commutare la pena da detentiva in pecuniaria. Mentre mi riportarono a casa mi telefonò Berlusconi: “senti Alessandro, abbiamo capito la tua posizione, ma se evadi ancora ti faccio fare il giro del quartiere a calci nel sedere”».

berlusconi e sallusti berlusconi e sallusti

 

Juventino represso. «Sono della Juventus, lo ammetto. Un giorno, un po’ per sfida, andai a San Siro con Berlusconi. Milan-Juventus. Dopo cinque minuti segna il Milan. Tutti esultano, io mi esprimo con un tiepido applauso. Le televisioni Sky mi riprendono. Poco dopo sono beccato da un sms di mio figlio, “Infame”».

 

Amo Daniela (mica la Santanché). «Amo Daniela e stimo la Santanché, che non amo. Stare con Daniela è semplice, stare con Santanché è molto complicato».

 

Un po’ di cronaca: Grecia. «Sono tra quelli che hanno sperato per il “No” al referendum. Giusto per vedere la Merkel in difficoltà. Ma adesso mi pare che Tsipras abbia già calato le braghe».

matteo renzi e berlusconi 0aa87941matteo renzi e berlusconi 0aa87941

 

Caso Berlusconi. «Berlusconi è un uomo di genio. Non è mica caduto per le “Olgettine”, come vogliono farci credere, ma perché non voleva allinearsi a Francia e Germania».

 

Isis. «A forza di non essere noi stessi, siamo noi che abbiamo issato le bandiere dell’Isis. Sono per le radici cristiane nella Costituzione europea e per i Crocefissi nelle scuole».

 

SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI

Gay. «Uno Stato non deve tutelare l’amore: altrimenti perché non posso sposarmi con due donne o con il mio cane? Compito di uno Stato è tutelare l’unione che produce nuovi cittadini, i figli. Per il resto, è giusto che ogni persona si ami come desidera. Quando mia nipote mi confessò di essere lesbica le risposi: “abbiamo qualcosa in comune, ci piace la stessa cosa!”».

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO