selma martin luther king

NERI DI RABBIA - “SELMA” ESCLUSO DA MOLTE CATEGORIE OSCAR E LA PROTESTA SALE CONTRO L’ACADEMY FATTA SOLO DI BIANCHI, VECCHI E PURE RAZZISTI - MA L’ANNO SCORSO HA TRIONFATO “12 ANNI SCHIAVO”: NON È CHE IL BIOPIC SU MARTIN LUTHER KING È UN BUON FILM, MA NIENTE DI SPECIALE?

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  6la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 6

Giovanna Grassi per il “Corriere della Sera

 

Divampa la polemica sulle nomination degli Oscar accusate da più parti di aver mostrato il loro razzismo «di matrice bianca» nei confronti del film biografico Selma . Candidato sì tra i titoli migliori dell’anno (oltre che per la canzone originale, Glory ), ma con l’esclusione della regista Ava DuVernay, che sulla sceneggiatura di Paul Webb ha narrato la campagna di Martin Luther King e la sua lotta per l’eguaglianza: al centro della trama soprattutto l’epica marcia da Selma a Montgomery in Alabama nel 1965.

 

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  8la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 8

Contestata anche l’assenza del protagonista David Oyelevo. Non è entrato nella cinquina dei migliori attori per i prossimi Oscar definiti i «più bianchi dal ‘98 a oggi», mentre si fa notare che il 90 per cento dei votanti per la statuetta è bianco. Si dimentica però che l’anno scorso ha stravinto la saga sui neri 12 anni schiavo e che gli oltre 7.000 membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences votano per le diverse categorie (attori per attori, registi per registi...) e tutti insieme solo per i migliori film.

 

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  4la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 4

In molti, a cominciare dal Los Angeles Times l’avevano previsto accendendo la miccia: l’esclusione della regista di Selma (film co-prodotto da Oprah Winfrey) e del suo protagonista avrebbe incendiato gli animi e non solo quelli della comunità e dei critici afroamericani. La biografia di Martin Luther King è considerata da loro il miglior titolo dell’anno e tanti analisti avrebbero voluto riconoscimenti per gli interpreti principali.

 

Per la prima volta nella sua storia l’Academy interviene sulle nomination. La presidente (afroamericana) Cheryl Boone Isaacs, ha replicato alle critiche asserendo la necessità di alcuni cambiamenti (senza precisare quali) e sottolineando comunque che le candidature premiano i migliori in nome della diversità.

 

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  3la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 3

Proprio la mancanza di «diversità» per le minoranze è invece il primo atto d’accusa. Rifiutando ogni imbarazzo per le decisioni dei membri dell’associazione Cheryl Boone Isaacs ha dichiarato: «I voti sono individuali, ogni ramo elegge la rosa dei candidati e Selma ha avuto la nomination da tutti i votanti, come accade solo per la categoria miglior film , che quindi chiama in causa e congloba ogni diversità possibile degli elettori. Considero Selma un fantastico lavoro, la sua candidatura nella categoria principale riflette il talento di tutta la sua équipe. Ci saranno aggiustamenti nel sistema, ma ribadisco che l’Academy riflette una diversità di scelte, opinioni ed esperienze».

 

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  1la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 1

Nei giorni precedenti le nomination la regista ha solo sottolineato che il suo film è uscito nelle sale tardi rispetto agli altri concorrenti, sebbene sia stato ben sorretto dalla Paramount con la distribuzione del suo dvd ai membri dell’Academy (e anche a quelli del Bafta, gli Oscar inglesi, che hanno ricevuto tutti il dvd, ma non hanno nominato Selma tra i film migliori né’ la sua regista). Pochi hanno ricordato, comunque, che può essere stato nocivo per il film essere stato aspramente criticato da molti studiosi, in particolare dagli storici del Presidenti Lyndon B. Johnson per un ridimensionamento nel copione del suo ruolo sui diritti civili Usa.

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  5la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 5

 

Su Twitter è partita proprio questa polemica che ha boicottato come «antistorico» Selma mentre la platea lo ha vissuto e lo vive come una pagina profondamente americana e attuale di lotta per l’eguaglianza collegandolo ai fatti di Ferguson e alla morte dell’afroamericano Eric Garner, disarmato, picchiato dalla polizia. Marce nel Paese continuano a farsi dietro lo slogan: «Le vite dei neri contano» e la stessa frase sta diventando la bandiera in difesa delle sole due nomination al film.

la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  9la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 9JOAN BAEZ alla marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  2JOAN BAEZ alla marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 2la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr  7la marcia da selma a montgomery di martin luther king jr 7

 

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…