la russa sergio venier ghali dargen

TELE-MELONI COLPISCE ANCORA – IL PRESIDENTE DEL SENATO IGNAZIO LA RUSSA ENTRA A GAMBA TESA DOPO LE PAROLE PRO-PALESTINA DI GHALI E DARGEN A "DOMENICA IN": “SANREMO A SENSO UNICO SULLA VICENDA ISRAELE-GAZA. I CANTANTI POSSONO DIRE QUELLO CHE VOGLIONO, MA DEVONO ESSERE CORRETTI" - NEL MIRINO MARA VENIER CHE A "DOMENICA IN" LEGGE UNA DICHIARAZIONE DELL'AD RAI ROBERTO SERGIO (DI CUI IL PD CHIEDE LE DIMISSIONI) CHE ESPRIME SOLIDARIETA' UNICAMENTE A ISRAELE - ANCORA BUFERA SU MARA CHE HA ZITTITO DARGEN CHE PARLA DI MIGRANTI: "VA BENE, PERO' QUI E' UNA FESTA. SIAMO QUI PER LA MUSICA" – L’EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DEL PD, ANDREA ORLANDO: "L’OTTUSITÀ (ED È UN EUFEMISMO) CENSORIA CHE SI È SVILUPPATA NELLE ULTIME 48 ORE È IMBARAZZANTE" - VIDEO

ignazio la russa 2

 

 

Da ansa.it

 

la russa

Un festival con una punta dolorosa, quella di essere entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico. Quello è l'elemento peggiore di tutto il festival. Il festival o non entrava sul tema o, se ci entri, devi entrarci in maniera equilibrata.

 

Non puoi affidare il tema a un cantante che pronuncia una frase a senso unico. I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c'è il dovere di chi conduce di equilibrare". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1 commentando quanto avvenuto sul palco del Festival di Sanremo.

 

 

VENIER -DARGEN

Estratto dell'articolo di Antonella Baccaro per www.corriere.it

 

dargen mara venier

Mara Venier che, a Dargen D'Amico che parla di migranti, dice: «Va bene, però qui è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche; qui stiamo parlando di musica e quindi chiedo scusa a tutti quanti».

 

Mara Venier che, fuorionda, se la prende con i giornalisti che fanno domande «fuori tema» ai cantanti: «Così mettete in imbarazzo me, non vi faccio parlare più, perché non è questo il posto per dire alcune cose».

 

Mara Venier che legge il comunicato dell'ad Rai Sergio che, rispondendo alle critiche dell'ambasciatore israeliano sulle parole di Ghali del giorno prima, esprime solidarietà a Israele, e finisce aggiungendo: «Queste sono parole che - ovviamente - condividiamo tutti». Mara Venier che alla fine diventa il centro delle polemiche dei partiti.

 

andrea orlando 2 foto di bacco

Il primo a sollevare la polemica sulla diretta domenicale, che per inciso ha segnato un record di ascolti (oltre il 40% di share) è Emiliano Fossi, deputato dem e segretario Pd della Toscana.

 

Che si scaglia contro la conduttrice «che zittisce Dargen (D’Amico, cantante, ndr) mentre parla di persone migranti, che redarguisce i giornalisti con un “mi mettete in difficoltà”, riferito alle domande fatte ai due cantanti (l’altro è lo stesso Ghali, anche lui ospite di Domenica In, ndr).

 

E infine la vergogna vera: la presentatrice che legge un comunicato dell’amministratore delegato della Rai (Roberto Sergio, ndr) in cui si solidarizza unicamente con Israele. TeleMeloni ha colpito ancora».

 

Concordano i componenti del Pd della commissione di Vigilanza Rai, secondo cui «la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata. Ieri abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l’ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono».  […]

 

ghali

Ne fa un fatto generazionale l’ex ministro Pd, Andrea Orlando: «Come boomer - dice - mi vergogno un po’. L’ottusità (ed è un eufemismo) censoria che si è sviluppata nelle ultime 48 ore è imbarazzante. Non credo sia un caso che sia stato messo in atto da boomers.

 

Lo scambio Venier-cantanti di ieri è certo l’indice del conformismo burocratico della Rai. Ma vale quanto un saggio sociologico: paternalismo e difficoltà a cogliere sino in fondo le implicazioni che la rete ha avuto. È un piccolo spaccato di qualcosa di più grande, oltre alla questioni che hanno fatto scattare la censura (Gaza, migranti) c’è dietro una difficoltà crescente a capirsi tra generazioni diverse». […]

antonio tajani

 

A difenderla scende in campo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, leader di Forza Italia: «Ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio, che ha riequilibrato la situazione. Il primo giorno sembrava una scelta soltanto di una parte, la seconda è stata più equilibrata, ha portato equilibrio in una posizione che pendeva soltanto da una parte».

 

La polemica ha investito prima ancora che Venier l’ad della Rai, Roberto Sergio, che aveva replicato ieri alla dura condanna espressa dall’ambasciatore israeliano Alon Bar, rivendicando il massimo impegno della Rai nella giornata della Memoria e il rigore con cui tg e speciali hanno finora raccontato il conflitto in corso. Fossi (Pd) ne chiede le dimissioni, Ruotolo lo accusa di diffondere «veline», Barbara Floridia, presidente della Vigilanza (M5S) gli ricorda «il dovere dell’equilibrio», i Verdi chiedono che intervenga a favore delle vittime palestinesi. Anche in questo caso Tajani difende l’operato Rai e Sergio che ha riequilibrato le dichiarazioni di Ghali.

 

MEME SULLO STOP AL GENOCIDIO DI GHALI A SANREMO

Diversa la posizione del capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della commissione di Vigilanza Rai, Maurizio Gasparri: «Credo che le parole dell’ambasciatore israeliano siano condivisibili e le ho condivise pubblicamente. Il comunicato della Rai è tardivo e insufficiente». […]

roberto sergio foto di baccoroberto sergio con rossi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…