confalonier del debbio

QUANTI DUBBI SU DEL DEBBIO - IL CONDUTTORE TORNA IN TV CON “DRITTO E ROVESCIO” SU RETE4 DOPO LA “PURGA” RIFILATAGLI DA BERLUSCONI PER AVER TIRATO LA VOLATA AI SOVRANISTI - IN UN’INTERVISTA A “PANORAMA” ATTACCA DAGOSPIA E SI DICE PRONTO A CAMBIARE REGISTRO: “BASTA CON LE PASSERELLE DI GOVERNO E OPPOSIZIONE, NON SARÀ IL SOLITO TEATRINO” - E INFATTI INDOVINATE CHI SARA’ L’OSPITE DELLA PRIMA PUNTATA? MATTEO SALVINI…

Antonello Piroso per “Panorama”

 

SILVIO BERLUSCONI QUINTA COLONNA PAOLO DEL DEBBIO

Domenica 3 marzo: primarie del Pd. Lunedì 4: un anno dalle elezioni politiche. Giovedì 7: debutta in prima serata su Rete4 «Dritto e rovescio», il nuovo programma di Paolo Del Debbio.

 

In tempo per le celebrazioni.

Temo di deluderti: non sarà il classico talk show.

 

Si dice sempre così, poi uno guarda cinque minuti e si deprime: la solita minestra.

mauro crippa e federica panicucci

Proprio per questo il tentativo sarà quello non di raccontare i politici e le loro stucchevoli diatribe, che peraltro -per dirla in maniera educata- mi annoiano a morte. Al centro ci sarà la realtà delle persone, anche dal punto di vista della loro presenza fisica.

 

 

La «piazza» non più in collegamento ma in studio accanto a te?

Diciamo che il pubblico, numeroso e diviso in quattro grandi settori, risulterà composto solo da chi vive sulla propria pelle gli effetti dei provvedimenti decisi dalla politica.

 

Un esempio?

La chiusura dei negozi e dei centri commerciali la domenica.

 

Proposta di Luigi Di Maio, che il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha rispedito soavemente al mittente: «Se vuole la faccia ad Avellino, non rompa le palle a Milano»?

Perfetto: questo sarebbe esattamente il modo solito di affrontare la questione. Il teatrino, il batti e ribatti. Ed è proprio il modello che non seguirò.

 

Quindi?

del debbio

A discuterne in studio ci saranno i lavoratori (commessi, dipendenti), i piccoli esercenti, i rappresentanti della grande distribuzione, e infine le famiglie, che hanno l’abitudine di fare la spesa la domenica, e che «vivono» i centri commerciali, pur essendo quelli dal punto di vista sociologico dei «non luoghi».

 

Ecco che esce il professore e il filosofo. Che cita Marc Augé ma ha imparato a usare un altro linguaggio sul piccolo schermo.

Se vuoi ironizzare, allora ti annuncio che uscirà a breve il mio nuovo libro: Etica economica e fiscale di Ezio Vanoni. Ma questo riguarda le mie passioni di studio. La tv generalista invece si rivolge per definizione a tutti, al colto e all’inclita, e tutti hanno il diritto di essere messi in condizione di capire. Noi giornalisti, conduttori, operatori della comunicazione abbiamo il dovere di far capire, e di farci capire. In modo accessibile, non da iniziati o da presuntuosi addetti ai lavori.

io leggo e tu paolo del debbio

 

Semplicità non vuol dire superficialità, d’accordo. Allora, per dirla papale papale, tu ritorni in video dopo che a fine maggio, così vuole la vulgata, Mediaset ti fece accomodare alla porta.

Non alla porta: in panchina. Con me l’azienda fu chiara: l’esperienza di Quinta colonna si chiude qui, ma tornerai con un altro progetto l’anno prossimo. Ed è stata di parola. Io non mi sono sentito né sconfitto né perdente.

 

A me fu raccontato invece di un Silvio Berlusconi fuori dalla grazia di Dio dopo il 4 marzo: «Le mie tv con i loro programmi mi hanno fatto perdere 3-4 punti percentuali, hanno tirato la volata a quelli là», Cinquestelle e Lega.

Immaginare che un programma tv sposti voti non solo da uno schieramento a un altro, ma addirittura dentro uno schieramento, magari può essere lusinghiero per chi quel programma conduce, ma mi pare decisamente esagerato. Anzi: idiota. E poi quello sfogo, presunto, mi è stato smentito da Berlusconi in persona. Il 2 febbraio.

matteo salvini

 

Non ti fidi e te lo sei segnato sul calendario?

Me lo ricordo perché mi ha fatto gli auguri per il mio compleanno.

 

Ok. Vai in onda il giovedì, là dove c’era W l’Italia di Gerardo Greco, attualmente desaparecido.

Per questo ti devi rivolgere all’azienda, non sono fatti miei.

 

Mi fai tornare in mente Raz Degan nello spot di quell’amaro. Come riuscirai a fare a meno dei politici, visto che per le Europee scatterà l’incubo par condicio?

Li inviterò come da norme, ma si dovranno comunque sempre confrontare con le categorie presenti in trasmissione. Lo scopo rimane far parlare le persone dei loro problemi, non far fare passerella al governo e all’opposizione.

NICOLA ZINGARETTI MAURIZIO MARTINA

 

C’è chi dubita che ce ne sia una, in questo momento. Anzi, in molti sostengono che l’esecutivo gialloverde ingloba ed esaurisca al suo interno tutta la dialettica, con le due forze che, a turno, sono governo e sono opposizione.

L’opposizione viene vissuta come inesistente perchè è fatta nel modo sbagliato. Maurizio Martina da segretario del Pd aveva detto: ripartiamo dalla gente, dalle periferie, ma non mi pare che all’annuncio siano seguite iniziative adeguate.

 

Però il Pd, e anche Forza Italia, si fa sentire nelle aule parlamentari.

Appunto: fanno un po’ di gazzarra, rilasciano qualche dichiarazione per finire sulle agenzie, ai tg o sui siti, attaccano il governo magari sul piano personale, come nel caso dei Cinquestelle, accusandoli di essere cialtroni, ignoranti, incompetenti...

 

berlusconi salvini

Be’, non è che non ci mettano del loro...

Va bene, ma come recuperi consenso, come la costruisci un’alternativa credibile nel Paese se ti limiti a questo, non avendo un’agenda propria ma facendotela dettare dal governo, con Salvini bravo a occupare tutti gli spazi, e tu dietro a rimorchio?

 

Questo vale anche per Forza Italia? Nel 2014, in un’intervista, fosti abrasivo: «Forza Italia non ha una proposta politica, deve capire cosa vuole fare da grande».

Forza Italia è Berlusconi. Che è ancora il suo valore aggiunto, ma anche il suo limite strutturale: senza di lui, il partito si sfarina. Ma un altro come lui dove trovarlo? Né lui ha fatto molto per far crescere una classe dirigente adeguata.

 

O forse non ne aveva una a disposizione. Quando di recente hai commentato una riflessione di Berlusconi: «Avrei voluto un delfino, ma ho trovato solo sardine», hai evocato un’altra immagine ittica.

CONFALONIERI

Intendi i pesci sega?

 

Quella.

Però, forse, ho esagerato.

 

Direi.

No, intendevo sulle dimensioni. Chiamiamoli come meritano: mezze seghe.

 

Alé.

Ma sì, dài, dove pensano di andare senza il Cavaliere?

 

mauro crippa

Per non farci mancare niente, chiudiamo con un retroscena riportato da Dagospia che riguarda gli equilibri di Cologno Monzese. Berlusconi e Fedele Confalonieri sarebbero ai ferri corti, Fidel (tuo mentore, gli hai dedicato anche un libro: «a F.C.», c’era scritto) avrebbe schierato le tv a sostegno del governo Conte, e via inzigando, con tanto di nomi e cognomi dei Confa-boys...

mauro crippa sebastiano lombardi e andrea de logu

In ogni azienda, Mediaset non fa eccezione, ci sono «spifferatori», seminatori professionali di zizzania. Veri e propri avvelenatori di pozzi. Andassero a praticare l’attività in Arabia Saudita. E mo’ che c’entra? Be’, se lì ti beccano ti tagliano gli zebedei. Così diventi un bel castrato, torni e vieni mandato a cantare nel coro degli eunuchi. Così impari a sparare cazzate.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”