grigolo

“THANK YOU VITTORIO” – DAL PUBBLICO AL "NEW YORK TIMES": TUTTI PAZZI PER IL TENORE ITALIANO VITTORIO GRIGOLO CHE INCANTA IL METROPOLITAN DI NEW YORK – IL SUO DEBUTTO IN “TOSCA” RESTERA’ NELLA STORIA DEL MET – LUI CONFESSA: "E' UN SOGNO CHE SI REALIZZA. ORA MI MANCA UNA PRIMA ALLA SCALA, POTREI FARLA CON TURANDOT – E SUGLI ARTISTI DICE… - VIDEO

 

Tosca - Grigolo-Yoncheva Met

Mario Platero per Il Sole 24 Ore - Domenica

 

«Thank you Vittorio»! Il "grazie" non arriva solo dai vertici del leggendario Metropolitan Opera House, ma dalla critica (il severo «New York Times») e soprattutto dal pubblico: il debutto in Tosca di qualche settimana fa al Met, a New York, di Vittorio Grigolo e di Sonya Yoncheva resterà per mille motivi nella storia dell' opera. A parte la bellezza di questo allestimento e dell' interpretazione, la sintesi è che in poche ore questi due giovani hanno cambiato l' umore e risollevato dalle polveri un teatro che soffriva, proprio in quel momento di fine anno, di un' ansia crepuscolare.

 

Per Grigolo, per questo nostro artista italiano, la notte del 31 dicembre è stata per varie ragioni un momento magico: «Ho iniziato la mia carriera con Tosca. Ero all' ultimo anno nel coro della Cappella Sistina come solista e l' opera di Roma mi affidò il ruolo del pastorello quello che fa "Io dei sospiri...". Il cast? Luciano Pavarotti, Raina Kabaivanska, Daniel Oren. Per questo il mio debutto al Met è denso di significato, è un sogno che si realizza». Ma ci sono altri aspetti simbolici, anche Pavarotti fu Mario Cavaradossi al debutto del 1985 al Met dello spettacolare allestimento di Zeffirelli.

Grigolo

 

Non solo, di nuovo con Tosca, a 68 anni, Pavarotti si congedò nel marzo del 2004 dal suo pubblico newyorchese. Per questo Grigolo è eccitato, emozionato. Ripercorre i passi di Pavarotti, un debutto con allestimento di David McVicar, di nuovo spettacolare, fedele al libretto dopo lo sfortunato allestimento freddo e severo di Luc Bondi del 2009. Queste performances (ancora in corso) rappresentano insomma per Grigolo la consacrazione di una carriera in crescita inarrestabile. A 41 anni infatti un tenore è ancora giovane con alcune opere importanti da scoprire.

 

Prossima tappa? «A me manca davvero una prima alla Scala, potrei farla con Turandot. Non l' ho mai interpretata, idem per Il Trovatore, Carmen, Un Ballo in maschera, Fedora. Queste saranno le novità nel mio repertorio». Grigolo spiega l' importanza della gradualità nel canto lirico: «È nella fascia fra i 45 e i 50 anni che la maturità vocale e fisica consentono un repertorio più "pesante"».

 

La "fisicità" è una componente chiave: «A 20 anni non sei pronto fisicamente per tenere certe opere, per dare quei colori che servono e soprattutto per portare in palcoscenico l' esperienza».

Ha avuto ragione, le sue rappresentazioni di Tosca sono da tutto esaurito e nonostante tutto non poteva andare meglio. "Nonostante tutto"?

grigolo

 

Partiamo dall' inizio. Verso fine 2017 tutto al Metropolitan sembrava andare storto: nei 137 anni della sua storia non era mai successo che per il lancio di un nuovo allestimento l' intero "all dream" cast ingaggiato per la tradizionale importante performance di capodanno sparisse nel giro di poche settimane per essere sostituito da due debuttanti. Alcuni mesi fa infatti, il grande tenore Jonas Kaufmann diede forfait per motivi famigliari. Poi toccò al soprano, Kristine Opolais, seccata per alcune recensioni negative.

 

A ridosso delle prove hanno rinunciato il direttore d' orchestra della Boston Orchestra Andris Nelson (marito della Opolais) e, tanto per non sbagliare, ha lasciato all' improvviso anche il baritono basso Bryn Terfel, interprete del "cattivo" di Tosca, Scarpia. Leslie Gelb, il responsabile del Met, era in oggettive difficoltà. Conferma subito Grigolo e la Yoncheva, sostituisce Nelson con James Levine, lo storico grande direttore del Metropolitan, e ingaggia Zeljko Lucic come Scarpia. Ma il dramma continua. A dicembre, Levine ,che debuttò anche lui con Tosca al Met nel 1971, è accusato di molestie sessuali.

 

vittorio grigolo

Viene prima sospeso e poi rimosso dal Met. Levine rimosso è un trauma per tutti. Gelb è disperato. Sul piano personale per Levine. Su quello professionale perché questa Tosca diventa instabile al di là dell' immaginabile. Trova il "terzo" direttore, Emmanuel Villaume dell' opera di Dallas e si affida al destino. Per questa commistione di drammi, di rinunce, di tragici addii con l' uscita di Levine, di debutti potenzialmente acerbi, l' intero Met e la città intera, quella vicina all' opera, precipitano nelle ultime settimane di dicembre nella totale costernazione. Poi, improvviso, il cambio di marcia: la grandezza di questo teatro da una parte e la forza la generosità, la freschezza di due giovani ispirati da passione reale, hanno trasformato in un trionfo quel che poteva essere una delle serate più difficili nella storia delle recite di questo straordinario teatro.

 

Grigolo elogia la forza del Met: «Hanno risorse e dimensioni che noi non abbiamo». Bacchetta chi si allontana dal libretto: «Cambiare il finale di Traviata a Firenze? Assurdo. L' ho già detto».

GRIGOLO

Spiega la sua grande energia e la coerenza nel dare «il 150%» in ogni rappresentazione. «Devo esserci davvero tutto, al 150% e la voce non si rovina perché vengo supportato da una pressione diaframmatica che è reale, vera». Il mattino dopo la performance è stanco. L' adrenalina si è consumata: «Mi dura anche ore dopo la performance, grande energia. Ma il segreto è anche il riposo».

 

Riflette sul suo essere artista originale, una sorta di antidivo preso dalla musica: «L' artista è colui che è messo tra due battute, tra due muri, riesce a fare lo slalom tra le note e il tempo e a dare qualcosa di se stesso, ogni sera diverso. Riesce cioè, pur essendo ingabbiato, a volare, è colui che riesce a creare qualcosa pur essendo limitato». A New York gli è riuscito. Milano attende.

vittorio grigolo performingVITTORIO GRIGOLO SERATA CALENDARIO PIRELLI VITTORIO GRIGOLO PERFORMANCE SERATA CALENDARIO PIRELLI

 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?