emanuele giaccherini

“UNA SERA PERSI 15MILA EURO AL CASINÒ, CI HO PENSATO PER MESI” – L’EX JUVE EMANUELE GIACCHERINI, OGGI COMMENTATORE PER DAZN, SI RACCONTA - "DA RAGAZZINO LAVORAVO IN FABBRICA, CONOSCO IL VALORE DEI SOLDI. A 16 ANNI MI TOLSERO LA MILZA. FISICAMENTE NON CAMBIA NULLA, ANZI IL PARADOSSO È CHE SOTTO SFORZO NON TI FA MALE IN QUEL LATO LÌ" - DAL CESENA ALLA JUVENTUS GRAZIE AD ANTONIO CONTE: “VINCERA’ LO SCUDETTO COL NAPOLI? NON CREDO” – MIA MOGLIE? NON LA CLASSICA STORIA DA DISCOTECA. L'HO VISTA PER LA PRIMA VOLTA IN PARROCCHIA”

Monica Scozzafava per corriere.it - Estratti

 

emanuele giaccherini

Ha fatto il centrocampista, la mezzala, il terzino a tutta fascia: è dappertutto Emanuele Giaccherini, 38 anni, che lascia il calcio ufficialmente nel 2021, in realtà l'ultima stagione al Chievo Verona la trascorre quasi tutta in infermeria per una serie di infortuni.

 

Giak da Bibbiena, provincia di Arezzo, fatica per trovare una dimensione da vetrina e quando diventa Giaccherinho a Torino con la Juventus, si sente per la prima volta un «fenomeno». Antonio Conte lo battezza così e in qualche modo lo consacra dopo un gol, splendido, in Bologna-Juve  di Coppa Italia che regala la qualificazione ai quarti ai bianconeri. Giak è un microscopico attaccante aggiunto, dall'età di 16 anni fa il calciatore nonostante l'asportazione della milza dopo un brutto scontro in campo.

 

Giaccherini, lo sforzo è stato doppio senza milza?

emanuele giaccherini

«Forse a livello mentale sì, ma a 16 anni non ne ero neanche troppo consapevole. Fisicamente non cambia nulla, anzi il paradosso è che sotto sforzo non ti fa male in quel lato lì. Il punto è che quell'episodio è stato soltanto l'inizio della salita. Oggi mi guardo indietro e mi considero fortunato, sono arrivato lì dove volevo. Ho realizzato il sogno da bambino».

 

Il punto di svolta?

«Una tragedia vissuta da un compagno di squadra al Cesena. Serie C, fuori rosa: non il massimo per me. C'è da giocare un'amichevole e Veronesi, l'attaccante, deve dare forfait perché è morto il suo papà. Bisoli ha gli uomini contati e mi chiede di giocare. Faccio due gol, l'allenatore decide che divento titolare, con Veronesi ovviamente. Vinciamo la C, poi la B e siamo in A.

 

Tutto succede quando sto per mollare, senza neanche troppi rimpianti: la passione per il calcio era finita, almeno così mi sembrava. Da ragazzino avevo già lavorato in fabbrica, era l'anno dei Mondiali in Corea, quindi chiesi ai miei genitori di trovarmi un altro posto di lavoro da perito meccanico perché non ne potevo più. Io volevo il calcio, mi sembrava però che il calcio non volesse me».

 

emanuele giaccherini

Invece il meglio evidentemente doveva ancora arrivare.... Oggi come colma il grande vuoto? 

«Da tre anni faccio il commentatore per Dazn, guardo partite in serie, ho preso il patentino come allenatore e chissà che un giorno non possa tornare in campo. Soprattutto faccio il papà quasi a tempo pieno. Quando sei nel frullatore non ti accorgi del tempo che sottrai alla famiglia, ai figli».

Chi vince lo scudetto? 

«L'Inter è la squadra più forte, più attrezzata e più organizzata. Al momento sono tutte lì ma se guardiamo ai valori loro hanno qualcosa in più».

 

 

(...)

Il suo amico Conte al Napoli invece ha chance? 

«Non credo, sinceramente. Antonio sta lavorando per questo ma ci vuole tempo, hanno una rosa forte ma non lunghissima, sinceramente non mi aspettavo di vederli primi. Bisogna anche dire che qualche punto l'hanno raccolto con un pizzico di fortuna, almeno nelle prime partite. Ma arriveranno fra le prime quattro, e se pensiamo dov'erano lo scorso anno».

Lei ha giocato a Napoli, Conte l'ha chiamata prima di accettare la panchina partenopea?

«Ci siamo sentiti e anche visti, la sua scelta un po' mi ha sorpreso. Credo  sia stato molto attirato dalla piazza, dalla passione che Napoli ti dà, ha fatto benissimo. In due anni lì ho giocato poco ma la città resta nel cuore, è speciale».

 

(...)

emanuele giaccherini antonio conte

Lei invece protagonista con Conte agli Europei del 2016. Non era troppo per le sue aspettative? 

«È quello che probabilmente pensavano tutti, quando andai alla Juve. Il grande nome alla fine è stato il famoso Giaccherinho. Il mister appena ha potuto si è tolto i sassolini dalla scarpa. Quanto al rapporto mio e suo, credo che avendogli detto di no la prima volta poi si è intestardito, un po' come quando un ragazzo vuole una ragazza e lei gli dice di no. Insiste fin quando non la conquista».

 

Quando gli ha detto di no?

 «Al Siena. Io ero appena arrivato in A col Cesena, loro facevano la B per vincere il campionato. Non me la sentii, lo ringraziai, in qualche modo rischiando anche di non esser più chiamato da lui. Invece in quella stagione feci otto gol e non mi ricordo più quanti assist e mi volle alla Juventus».

 

Giaccherini, ha guadagnato abbastanza in carriera?

emanuele giaccherini

«Sì, ma i soldi non mi hanno mai fatto girare la testa. Vengo da una famiglia che dà valore al lavoro, c'è grande rispetto per i soldi.  Quando agli inizi mi davano 1.000 euro al mese, ne mettevo da parte sempre 200, non era poco. Appena ho guadagnato un po' di più ho acquistato il terreno per costruire casa».

 

Una follia, una, l'ha fatta?

GIACCHERINI

«Ho comprato la prima auto dopo aver firmato il contratto con la Juventus. Una Maserati, prima avevo semplici utilitarie nonostante potessi già permettermi qualcosa in più». 

 

Testa sulle spalle, come si dice in certi casi. 

«Sì, con qualche eccezione. Una sera persi quindicimila euro al casinò, ci ho pensato per mesi». 

Sposato con Dania, tre figli: famiglia da mulino bianco... 

giaccherini come balotelli

«Siamo una famiglia normale, serena ed equilibrata. Gli ultimi due figli sono nati nello stesso giorno a distanza di otto anni».

 

Dania conosciuta da calciatore?

«Sì, ma non però la classica storia da discoteca. L'ho vista per la prima volta in parrocchia. Lei faceva parte del coro, ero lì per un evento del Cesena. Mi ha colpito subito, ci siamo fidanzati poco dopo e passati tre mesi l'ho portata a Siena fingendo una passeggiata:  le ho chiesto di sposarmi». 

 

Il calcio le ha tolto qualcosa? 

«Mi ha tolto il mio fisico, martoriato dagli infortuni. Ma mi ha regalato un sogno, io ce l'ho fatta non mollando mai di un centimetro». 

emanuele giaccherini

Cosa le manca? 

chievo juve giaccherini

«L'odore dello spogliatoio: emozione, ansia adrenalina».

GIACCHERINIGIACCHERINIbonucci giaccherini italia belgiogiaccherinisassuolo bologna giaccherinigiaccheriniEDER GIACCHERINI

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”