merkel lindner seehofer

A 50 GIORNI DALLE ELEZIONI, LA MERKEL ANCORA IN ALTO MARE: NON DECOLLA LA MAGGIORANZA “GIAMAICA” CON VERDI E LIBERALI – E CI SI METTONO PURE GLI ALLEATI BAVARESI A METTERE I BASTONI FRA LE RUOTE DELLA CANCELLIERA SUGLI IMMIGRATI

 

Daniel Mosseri per “il Giornale”

 

merkel

«Credo che possa funzionare». Ha usato il congiuntivo la cancelleria tedesca Angela Merkel nell' annunciare ieri l' avvio dell' ultimo round «esplorativo» per la formazione del suo quarto governo. Un mese e mezzo dopo che i cristiano-democratici (Cdu) e i cristiano-sociali bavaresi (Csu) hanno vinto le elezioni, perdendo comunque una fetta dei propri elettori a favore dei populisti di Alternative für Deutschland (Afd), la barca che fa rotta per la Giamaica è ancora in alto mare.

 

christian lindner

«Giamaica» è il nomignolo affibbiato dalla stampa alla coalizione nero-giallo-verde che la cancelliera cerca di mettere in piedi, alleando il duo Cdu-Csu (nero), con i Liberali (giallo) e gli ecologisti (verde). Il sodalizio arlecchino è l' unico possibile dopo che i socialdemocratici, anch' essi bastonati sonoramente lo scorso 24 settembre, si sono resi indisponibili a una replica della grosse Koalition che ha governato la Germania negli ultimi quattro anni. Messa a dieta da AfD, l' Unione Cdu-Csu ha dunque bisogno di altri due partiti per poter governare. «Spero che ci sia la volontà di farla funzionare. È nostra responsabilità farlo e da parte mia ce la metterò tutta», ha proseguito Merkel prima di chiudersi in nuovi colloqui che dovrebbero durare tutta la notte.

IMMIGRATI GERMANIA

 

Il tempo non gioca a favore della cancelliera. Sebbene gli istituti di ricerca continuino a snocciolare dati positivi sui fondamentali dell' economia, i tedeschi, la Borsa di Francoforte e la comunità internazionale si aspettano che Berlino dia un governo al Paese entro Natale. L' operazione non è semplice. Verdi e liberali sono agli antipodi su temi come la politica energetica e quella fiscale.

 

Differenze non mancano poi all' interno della stessa Unione, con la Csu che chiede alla Cdu una politica migratoria rigorosa, con un tetto agli asili politici e un freno ai ricongiungimenti familiari. «Noi insisteremo per il diritto al ricongiungimento», ha affermato la verde Claudia Roth prima di iniziare l' ultimo round esplorativo. Parole pronunciate per non perdere la faccia davanti ai propri elettori dopo che gli ecologisti hanno dovuto abbandonare la pretesa di una progressiva chiusura in Germania di tutti gli impianti a carbone.

 

Claudia Roth leader verdi Germania

La proposta ha incontrato il «Nein!» deciso dei liberali, tradizionali sponsor delle mondo delle imprese che paga già bollette elettriche salate dopo la chiusura annunciata nel 2011 degli impianti nucleari. Il negoziato sarà dunque giocato sui numeri, ossia su quante migliaia di familiari di profughi accogliere nei prossimi quattro anni e quanti milioni di tonnellate di CO2 tagliare nello stesso periodo. Anche l' Europa, tradizionale feudo merkeliano, è diventata oggetto del contendere, con i liberali contrari sia all' idea macroniana di un budget europeo condiviso sia al salvataggio dei Paesi che rischiano di uscire dall' eurozona.

 

Horst Seehofer

Senza dimenticare la questione dei ministeri: impegnata ad accontentare tutti, la cancelliera sembra pentita di aver promesso le Finanze ai liberali. Insomma, la coperta è molto corta e Merkel non si può permettere uno strappo. La Germania non è abituata a governi di minoranza ma neppure è pronta a nuove elezioni.

 

Se tuttavia il negoziato esplorativo dovesse fallire, la responsabilità ricadrebbe sulla cancelliera che non a caso ieri invitava le parti in causa «a mettersi nei panni altrui». Per Merkel, sintetizza la Bild, «questa è la notte più pericolosa».

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…