draghi mattarella governo

ALLARME ROSSO A PALAZZO CHIGI! - DAGOREPORT: DALLE CONCESSIONI BALNEARI ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, TUTTI I PARTITI STANNO IMPEGNANDOSI A FAR SALTARE IL GOVERNO. E DRAGHI HA CHIESTO L’INTERVENTO “SOTTERRANEO” DI MATTARELLA. DALL’ALTO DI 55 APPLAUSI AL MOMENTO DELLA RICONFERMA, SUPERSERGIO S'È IMPEGNATO A FAR SAPERE AI VARI PARTITI CHE, IN CASO DI “TONFI” DEL GOVERNO, È PRONTO A SCIOGLIERE LE CAMERE E INDIRE SUBITO NUOVE ELEZIONI; SOTTOLINEANDO CHE FINIRE LA LEGISLATURA PRIMA DI SETTEMBRE VUOL DIRE NON SOLO ADDIO AL VITALIZIO PER UN GROSSO NUMERO DI MATRICOLE MA ANCHE…

mattarella draghi

DAGOREPORT

Allarme rosso a Palazzo Chigi! Tutti i partiti si stanno impegnandosi a far saltare il governo. Dalle concessioni balneari alla riforma della giustizia, dal super bonus edilizio al “caro bollette” fino alla durata del Green Pass, sono tutti a caccia di consensi per le Amministrative di primavera.

 

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

E Draghi, irrobustito dalle richieste di tutti i partiti di restare a Palazzo Chigi, ha deciso di prendere di petto l’ambaradan: o abbassano tutti le penne o, in caso di sfiducia parlamentare, il governo va a casa. Non esiste una terza via.

 

A questo punto di non ritorno, Draghi ha chiesto l’intervento “sotterraneo” del Capo dello Stato. Dall’alto di 55 applausi al momento della riconferma, Mattarella è impegnato a far sapere ai leader dei vari partiti che, in caso di “tonfi” parlamentari dell’esecutivo, non essendo più nel semestre bianco, è pronto a sciogliere le Camere e indire subito nuove elezioni politiche; sottolineando che finire la legislatura prima di settembre vuol dire non solo addio al vitalizio per un grosso numero di matricole ma anche confezionare un bel regalo elettorale ai Fratelli d’Italia di Gigiona Meloni. Di più: si andrebbe al voto con l’attuale legge maggioritaria che comporta le famigerate coalizioni che nessun partito vuole.

 

UNA RINCORSA ELETTORALE DENTRO E FUORI DAL GOVERNO

Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

 

È difficile non vedere anche lampi elettorali in quanto sta accadendo a proposito del green pass, delle concessioni balneari e sul rincaro delle bollette elettriche. Il tema viene radicalizzato sia dal fatto che i partiti si contendono sacche dello stesso serbatoio di consensi; sia da una spaccatura oggettiva del centrodestra, con due partiti all'interno della maggioranza, Lega e FI, e uno all'opposizione, quello guidato da Giorgia Meloni.

 

LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI

L'idea di «abolire subito l'ignobile ricatto» del certificato che attesta le vaccinazioni contro il Covid, lanciata con parole incendiarie dalla leader di FdI, è una sfida in primo luogo a destra. Ma indirettamente complica il lavoro di Palazzo Chigi. I sondaggi cominciano a indicare un'attenzione crescente per i costi dell'energia e per la mancanza di lavoro, e un calo di allarme per la pandemia: lo dice anche il fallimento della manifestazione dei «no pass» ieri a Roma.

 

salvini papeete

Le forze politiche assorbono come sismografi le nuove tendenze, scaricando sul governo non le previsioni sui conti ma gli umori dell'opinione pubblica. Così, Salvini martella sul «caro bollette» definendolo un'emergenza nazionale. E promette una grande pace fiscale, sostenendo che milioni di italiani non possono pagare le tasse. È una politica che riflette sia il timore di essere scavalcato da Meloni, libera di attaccare il governo dall'opposizione; sia l'obiettivo di marcare le distanze dalla demagogia del M5S, che fa parte della stessa coalizione.

 

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI CURLING

Ma i risultati di queste pressioni concentriche hanno l'effetto principale di sottolineare la frammentazione degli interessi della maggioranza; e di acuire le perplessità di Draghi, costretto a precisare che il Consiglio dei ministri fissato per oggi si occuperà soltanto di concessioni balneari.

 

Tema spinoso, perché a difendere la proroga per altri decenni, anche contro le direttive europee, è uno schieramento trasversale. Va oltre i confini del centrodestra, sebbene il partito di Meloni cerchi di mettere la sua ipoteca su quei consensi. Fratelli d'Italia propone una proroga di novantanove anni a favore della «lobby delle spiagge».

 

mario draghi giuseppe conte

E costringe molte forze della maggioranza a inseguire, riducendo i margini di manovra di Palazzo Chigi; e confermando il rischio che l'agenda delle riforme strutturali debba fare i conti con le preoccupazioni elettorali di chi appoggia il governo. Il tema si riproporrà con le bollette, anche perché la Lega lo considera «il» problema dei prossimi mesi.

 

E soffia sul fuoco di questa emergenza sia per recuperare i voti perduti, sia per tentare di riannodare un dialogo con un centrodestra in frantumi. Rimane la domanda su quanto lontano i partiti alleati possano andare per contendersi i voti e magari agganciare l'opposizione, senza attentare alla stabilità; e quanto Draghi abbia la possibilità e sia disposto ad assecondare queste crescenti spinte centrifughe.

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...