guido alpa giuseppe conte luca di donna

“DAGOSPIA MI CHIAMA PREZZEMOLINO, MA DETESTO APPARIRE” – IL PROFESSOR GUIDO ALPA DIFENDE I SUOI ALLIEVI (ACCUSATI DI COSTITUIRE CON LUI "UN SODALIZIO"): "MAI FATTO FAVORI A CONTE. MAI AVUTO INCARICHI DA PALAZZO CHIGI. ANZI, PER IL RAPPORTO AMICALE CON LUI MENTRE ERA PREMIER MI ASTENNI DA QUALSIASI ATTIVITÀ FORENSE CHE FOSSE IN CONFLITTO CON I MINISTERI. PENSAVO, E PENSO, CHE...” – "DI DONNA? UN CASO DAI CONTORNI OPACHI. NON ESCLUDO CHE SERVA A COLPIRE CONTE" - E SU ARCURI… - "NON CONOSCO GRILLO E NON HO SCRITTO IO LO STATUTO M5S. IL CARDINALE BECCIU VOLEVA CHE LO DIFENDESSI. COSA HO SBAGLIATO? NON TROVO RISPOSTE…"

Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera

 

 

guido alpa 6

Nella facoltà di Biologia dell’Università di Genova a quel tempo mancava tutto: stabulari, microscopi, vetrini, provette. Fu così che l’aspirante zoologo Guido Alpa ripiegò su Giurisprudenza e divenne ciò che è, uno dei maestri del diritto, accanto ai Delitala, ai Carnelutti, ai Nuvolone, ai Sandulli, ai Rodotà. «Infesto le riviste giuridiche da 50 anni, per me scrivere e respirare sono la stessa cosa», si schermisce. Ma qualcosa dell’antica vocazione è rimasto.

 

A Otto, il bassottino che lo attende nella sua residenza ligure il venerdì sera e gli tiene compagnia fino al martedì mattina quando riparte per Roma, è riuscito a insegnare 150 locuzioni equivalenti ad altrettanti comandi. Farsi capire dagli animali più che dagli uomini procura all’avvocato Alpa un’angustia indicibile.

 

giuseppe conte guido alpa

«Vedo il mio nome accostato con pervicacia a vicende cui sono del tutto estraneo», sospira. Più esplicito il documento sottoscritto da 140 estimatori, 126 dei quali docenti universitari, che denuncia come «da tre anni a questa parte» il professor Alpa, per un decennio presidente del Consiglio nazionale forense che rappresenta gli oltre 200.000 avvocati italiani, sia «fatto oggetto di una continua, virulenta e infamante campagna mediatica», nella quale «gli vengono attribuiti inesistenti favoritismi concorsuali nei confronti dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oscure relazioni di potere politico ed economico, comportamenti disonesti se non illeciti».

giuseppe conte a in mezzora in piu 7

 

Primo firmatario il giurista Pietro Rescigno, classe 1928, accademico dei Lincei. Un’attestazione di solidarietà giunta dopo che il nome di Alpa è stato accostato a quello dell’avvocato Luca Di Donna, in passato suo collaboratore, indagato per traffico illecito di influenze.

guido alpa 7

 

Da quanti anni ha lo studio a Roma?

«Da 30, da quando fui chiamato alla cattedra di Diritto privato alla Sapienza».

 

Mi aspettavo uno stuolo di associati.

«Lavorano con me otto avvocati, quattro qui e quattro a Genova. Mi occupo solo di diritto civile e commerciale. Organizzazione piccola, spese piccole».

 

Disse l’ex consigliere di Mediobanca.

giuseppe conte a in mezzora in piu 6

«Non ho mai ricoperto questa carica».

 

È Wikipedia ad attribuirgliela, citando come fonte un noto quotidiano.

«La dice lunga sullo stato dell’informazione. Non conoscevo Enrico Cuccia».

 

LA PARCELLA DEFINITIVA PAGATA AD ALPA PER PRESTAZIONI RESE DA CONTE

Biologo mancato, giurista per caso.

«Cominciai ad amare il diritto dal terzo anno di università. Dal giorno in cui il mio maestro Stefano Rodotà, dovendo spiegarci il concetto di proprietà, trasse di tasca alcuni foglietti e ci lesse le lettere che i soldati avevano scritto al condottiero Oliver Cromwell per suggerirgli come disciplinare la materia in Inghilterra. Prima nessuno di noi capiva i valori in campo dietro le astruse formule giuridiche, ci limitavamo a consultare il codice».

 

Perché scelse il diritto civile?

«Perché costruisce la società, mentre quello penale serve più che altro a colpire. Ma ero affascinato anche dalle lezioni del professor Carlo Federico Grosso».

 

Primo difensore di Annamaria Franzoni nel processo per il delitto di Cogne.

«Mi avrebbe visto in tv da Bruno Vespa a esaminare il plastico della villetta?».

guido alpa 5

 

Il suo primo caso in tribunale?

«Un incidente d’auto a Genova. Con i giudici Vito Monetti e Giancarlo Pellegrino mi confrontai su un criterio: non quello del reddito perduto a causa del sinistro, bensì della lesione alla salute. Da lì nacque il cosiddetto danno biologico».

 

Come conobbe Giuseppe Conte?

«Era già assistente di Diritto civile alla Sapienza quando io vi arrivai nel 1991. Non sono stato né il suo maestro né il suo mentore. Abbiamo lavorato insieme a qualche pratica e scritto un libro a quattro mani, ma non è mai stato mio associato. I nobili Pasolini dall’Onda gli diedero in affitto lo studio sopra il mio. Lo chiuse quando divenne premier. Mi sembrò un delitto, perché lo stimo molto, è un finissimo giurista».

DETTAGLIO DEL PROGETTO DI PARCELLA CONTE ALPA BY LE IENE

 

Avete mai emesso fatture insieme?

LUCA DI DONNA

«Si riferisce alla pratica affidataci da Rodotà, all’epoca garante per la privacy, in difesa del suo ufficio contro la Rai? O alla persecuzione delle Iene per dimostrare che ero nella commissione di un concorso vinto da Conte? Un assedio durato mesi. Una sera me le ritrovai appostate in aeroporto nonostante all’ultimo momento avessi cambiato il volo Genova-Roma. A tutt’oggi non riesco a capire chi abbia potuto allertarle».

 

Il miglior pregio di Conte?

Luca Di Donna

«È molto intelligente. E anche molto paziente e molto tenace».

 

Il peggior difetto?

«Non ha la percezione del tempo. Arriva in ritardo agli appuntamenti perché si dimentica di caricare l’orologio».

guido alpa 4

 

Quando gli fu proposto di fare il presidente del Consiglio, si consultò con lei?

«No. La sua carriera pubblica è autonoma rispetto alle mie idee. Non fui tra coloro che gioirono per quell’incarico. Pensavo, e penso, che fosse un errore dedicarsi alla politica a tempo pieno».

 

È normale che abbia presieduto due governi consecutivi di segno opposto?

«Gli posi la stessa obiezione. Mi rispose che aveva un suo progetto da perseguire con entrambe le coalizioni».

 

E qual era questo progetto?

«Conte è profondamente religioso. È molto sensibile alla giustizia sociale, ai diritti fondamentali, alla tutela dei deboli. In loro vede l’immagine di Cristo».

 

giuseppe conte guido alpa

Lei no?

«Con il tempo la mia religiosità è diventata laica. Però anch’io mi sento vicino ai poveri, agli umili, agli immigrati».

 

 

Per questo ha meritato la commenda dell’Ordine di san Gregorio Magno presieduto da papa Francesco?

«Quella la ebbi da Benedetto XVI».

 

Mi risulta che il cardinale Angelo Becciu volesse ingaggiarla come difensore nel processo in Vaticano per la vicenda del palazzo di Sloane Avenue a Londra.

«Vero. Avrei accettato volentieri, ma gli interessi del porporato erano in conflitto con quelli di un altro imputato, Raffaele Mincione, da me assistito nel caso Carige. Questione di deontologia».

 

Meglio lavorare per Palazzo Chigi.

guido alpa 1

«Un’altra grande falsità. Mai avuto incarichi. Anzi, proprio per il rapporto amicale con Conte, mentre era premier mi astenni da qualsiasi attività forense che fosse in conflitto con i ministeri».

 

Però voi due v’incontravate a cena.

«L’ho rivisto solo a luglio dopo tanto tempo, al Bellacarne, nel Ghetto. Gli avventori lo hanno applaudito. Poi circa un mese fa, nello stesso ristorante kosher».

 

Conosce Beppe Grillo?

«No. Ignoro persino i nomi dei genovesi che abitano nel mio palazzo».

 

Non ha steso lei lo statuto del M5S?

«Ennesima menzogna colossale».

 

Ha votato almeno per Virginia Raggi?

«Per fortuna voto a Genova».

 

Alpa

Ha detto «per fortuna»?

«Voce dal sen fuggita. Cancelli. Vedo i pentastellati con simpatia. Hanno cercato d’introdurre nuove forme di partecipazione politica. Ma il compito che Conte si è assegnato mi pare improbo».

 

Mi parli dell’avvocato Luca Di Donna.

guido alpa 3

«Persona perbene, brillante. Non si è laureato con me. Ha lavorato nel mio studio, poi ha occupato quello lasciato libero da Conte. Sono molto triste per l’inchiesta che lo ha coinvolto. È aberrante che una persona venga a conoscere dai giornali atti coperti dal segreto istruttorio. Un caso dai contorni opachi».

 

Esclude che serva a colpire Conte?

«Non lo escludo affatto».

 

Per gli inquirenti Di Donna aveva «acquisito potere». Si parla di «un arricchimento economico per tutti i sodali, dopo che una terza persona si è affermata».

«Supposizioni. Hanno strumentalizzato financo la sua nomina a presidente in una commissione per l’esame di avvocato. Chiunque sa che si tratta di una grande perdita tempo, nemmeno retribuita, e che il ministero della Giustizia stenta a trovare docenti disponibili».

 

Su Di Donna, la Procura di Roma riporta un’intercettazione dei carabinieri: «Gli è cambiata la vita!».

«Gli è cambiata la vita? Non lo so. A me pare che conduca la stessa di prima».

 

guido alpa 2

Dalle carte emergerebbe che Di Donna avrebbe incontrato nello studio Alpa un imprenditore e un generale della Finanza per una fornitura di mascherine.

«Non conosco le persone citate. L’equivoco nascerà dal fatto che i nostri uffici sono ubicati nello stesso edificio».

 

Ne ha chiesto conto a Di Donna?

«Certo. “Sono tutte cose non vere”, ha risposto. Ha assistito questo imprenditore, il quale, una settimana dopo avergli conferito l’incarico, gliel’ha revocato. A una mia precisa domanda, ha risposto di non aver neppure ricevuto un acconto».

GUIDO ALPA E GIUSEPPE CONTE DIVIDEVANO LO STUDIO

 

Lei conosce Domenico Arcuri?

«L’ho incontrato solo una volta in vita mia, a un pranzo, anni fa».

 

Qual è il suo attuale stato d’animo?

«Meno amareggiato, dopo gli attestati di stima. Un po’ l’età e un po’ l’esperienza m’insegnano che tutto passa. Il mio nonno paterno emigrò per fame in Argentina dal 1924 al 1952. Lasciò a casa moglie e quattro figli. Tre di loro andarono in guerra. Alla caduta del fascismo diventarono partigiani. Sono un resistente pure io. La vita mi ha allenato ai sacrifici».

 

La notte dorme, almeno?

«Sì, sì. Con l’antistaminico Remeron».

 

Ha mai dato interviste?

«Come questa, no. Dagospia mi chiama Prezzemolino, ma detesto apparire».

 

Come definirebbe la giustizia in Italia?

LUCA DI DONNA GIUSEPPE CONTE

(Ride). «Un malato cronico. Massimo D’Alema mi ha chiesto un articolo sul tema per Italiani europei. Ebbene, è dal 1865, da quando esiste il codice di procedura civile, che si parla di riformarla».

 

Non ha nulla da rimproverarsi?

«Leggendo i giornali, mi sono chiesto in che cosa avessi sbagliato. Non ho trovato risposta. Ma se questo è il costo della democrazia, mi pare troppo alto».

GUIDO ALPA - IL DIRITTO DI ESSERE SE STESSIgiovanni angelo becciuDOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTEgiuseppe conte a in mezzora in piu 8giorgio napolitano guido alpaLUCA DI DONNA GIUSEPPE CONTE - COPERTINA PANORAMAArcuri Contegiuseppe conte a in mezzora in piu 5Alpa DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTEAlpa antonino monteleone guido alpa le ieneguido alpaantonino monteleone guido alpa le iene giuseppe conte guido alpa guido alpa antonino monteleoneguido alpa ciampi

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…