beppe grillo draghi

“DA OGGI SI DEVE SCEGLIERE. O DI QUA, O DI LÀ” - BEPPE GRILLO PROVA A DETTARE LA LINEA AL M5S MA CRESCE IL FRONTE DEI RIBELLI CHE VUOLE UN NUOVO VOTO SU ROUSSEAU PER DECIDERE SE APPOGGIARE IL GOVERNO - IL GRILLINO LUIGI IOVINO, CHE FINO A 24 ORE PRIMA PARLAVA DI “SENSO DI RESPONSABILITÀ” E “DIFENDERE QUANTO DI BUONO ABBIAMO COSTRUITO”, SBROCCA: “CI HANNO TRATTATI DA DEFICIENTI” - MOLTI CHE SI ERANO LASCIATI CONVINCERE DA CRIMI, CONTE E DI MAIO, ORA VORREBBERO TORNARE INDIETRO…

Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

«Tredici febbraio 2021. Vi ricorderete questa data. Perché da oggi si deve scegliere. O di qua, o di là». Così ieri pomeriggio, poche ore dopo il giuramento del nuovo governo Draghi, Beppe Grillo sul suo blog ha provato a dettare la linea ad un Movimento ancora in piena crisi di nervi. Un partito sull' orlo della scissione in cui la fronda di chi pare disposto a stare solo «di là» sembra aumentare di ora in ora.

 

DRAGHI BERLUSCONI

A bocce ormai ferme infatti, la delusione per il ritrovarsi al governo con i due nemici di sempre Mario Draghi e Silvio Berlusconi sta sconquassando i parlamentari. Al punto che in serata, quando c'è già il primo deputato che annuncia di lasciare i 5s (Giuseppe D'Ambrosio), si improvvisano due riunioni, una con i senatori ed una, infuocata, con i deputati.

 

In questa il reggente politico Vito Crimi prova a compattare la squadra spiegando come si sono evolute le consultazioni (senza conoscere la spartizione dei ministeri fino all' ultimo, un «governo alla cieca», un esecutivo «di Draghi e del Quirinale), come Grillo non fosse del tutto convinto delle promesse di Draghi e come Roberto Cingolani, neo-ministro della Transizione ecologica, sia un nome venuto fuori dal M5s. Spiegazioni sulla correttezza dei vertici grillini che però non pare abbiano convinto molti parlamentari.

 

vito crimi alle consultazioni

LE CHAT

Ma le chat sono in realtà state roventi per tutto il giorno, incendiate proprio dalla composizione del governo. Indigeribili per molti non solo l'assenza del «super ministero della Transizione ecologica» reclamato da Grillo nel corso delle consultazioni quanto il ridimensionamento dell' influenza grillina. «Di Maio agli Esteri peserà poco con uno come Draghi - chiosa un senatore 5s - E perdiamo non solo Giustizia, MISE, Lavoro, Istruzione ma pure palazzo Chigi, per prenderci soprattutto ministeri senza portafoglio».

 

«Ci hanno trattati da deficienti» attacca in chat il deputato Luigi Iovino che fino a 24 ore prima parlava di «senso di responsabilità» e di «difendere quanto di buono abbiamo costruito». Una buona parte del Movimento, compresi coloro che si erano lasciati convincere da Crimi, Conte e Di Maio, ora vorrebbe tornare indietro.

 

giuseppe conte e luigi di maio

Lo stesso vale per Valentina Corneli che bolla l'esecutivo come un «governicchio di mezze cartucce», quando venerdì mattina predicava calma: «Nessuno è migliore, né si deve sentire migliore degli altri». Così dopo la fuori uscita dal partito del più importante tra i grillini non eletti Alessandro Di Battista (il cui hashtag #nevalevalapena? domina i social network), nei 5stelle continuano a volare stracci. «È quasi una sassaiola ormai» dice amaro un parlamentare «A momenti facciamo prima a contare i non dissidenti» aggiunge se gli si chiede dell' ampiezza della fronda.

 

IL POST

BARBARA LEZZI 1

Ad aprire le danze è stata in mattinata la deputata Barbara Lezzi che su Facebook annuncia di aver inviato «insieme ad alcuni colleghi» una mail ai vertici 5s per chiedere un nuovo voto della base. «La previsione del quesito posta nella consultazione dell' 11 febbraio 2021 non ha trovato riscontro nella formazione del Governo - ha scritto la Lezzi - Chiediamo che venga immediatamente indetta nuova consultazione con un quesito in cui sia chiara l' effettiva portata del ministero e che riporti la composizione del Governo».

 

NICOLA MORRA GIUSEPPE CONTE

In pratica la votazione degli iscritti di giovedì sarebbe nulla e, quindi, non solo se ne rende necessaria una nuova ma la settimana prossima bisognerà anche votare no alla fiducia. Una presa di posizione a cui sarebbero già giunti ieri sera 7 senatori, tra cui Emanuele Dessì e Nicola Morra, scagliatosi contro la presenza di Forza Italia nell' alleanza. Un punto su cui peraltro ieri è tornato, rinfocolando la polemica in attesa di capire in quanti lo raggiungeranno, anche Dibba.

 

emanuele dessi'

«Trovo immorale che politici che hanno speso tempo (e dunque denaro pubblico) non per occuparsi del Paese ma per risolvere le grane giudiziarie del loro leader, possano avere ancora ruoli così apicali» ha scritto su Fb riferendosi ai ministri Brunetta, Carfagna e Gelmini. Un punto su cui anche Crimi, ai Deputati ha detto la sua, precisando come si fosse già consapevoli della presenza del centrodestra nella maggioranza: «Da Lega e Fi sicuramente io non mi aspettavo che proponessero Gandhi o Martin Luther King... questi sono i nomi».

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?