VOLANO I VAFFA IN FARSA ITALIA (HA VINTO VERDINI) - BERLUSCONI PRENDE A PESCI IN FACCIA I DISSIDENTI E STRIGLIA CAPEZZONE (“VAI, VAI PURE CON FITTO”) E SFANCUKA MINZOLINI (“SMETTILA DI CONTESTARMI”)

Ugo Magri per "La Stampa"

 

Berlusconi SILVIOBerlusconi SILVIO

Con i nervi scossi dal processo Ruby, convinto che le riforme potrebbero salvarlo, Berlusconi ha trattato a pesci in faccia i suoi dissidenti. Si è spinto a urlare un «vaffa» nei confronti del campano D’Anna, reo (tra le altre colpe) di punzecchiare la sua fidanzata Francesca. Ma perfino nei confronti di Capezzone, uno che vive di politica e per la politica, ha mostrato sprezzo senza precedenti: «Sì, vai, vai pure con Fitto, andatevene...», gli ha riso in faccia. Nessuno, nemmeno nel «cerchio magico», avrebbe immaginato un tale show durante la riunione dei gruppi parlamentari «azzurri».

 

Raffaele Fitto Raffaele Fitto

Dire che ha messo tutti quanti in riga sarebbe un eufemismo. Semmai li ha presi a frustate evocando i probiviri che, per chi non frequenta i partiti, sono il loro tribunale interno, la Santa Inquisizione incaricata di bruciare gli eretici. Ma soprattutto, al termine del suo discorso, l’ex Cavaliere ha tranciato con furia il dibattito: fine della riunione, basta così. Inutilmente una dozzina di mani si sono levate per chiedere la parola e contestare la tesi del sostegno senza se e senza ma alle riforme, appena teorizzata dal leader.

 

Lui ha ramazzato i fogli, si è alzato in piedi, e nella calca che sempre segue queste adunanze Berlusconi s’è trovato di fronte un capo dei rivoltosi, cioè Minzolini. «Smettila di contestare le mie decisioni», l’ha apostrofato con un sorrisetto indecifrabile, «so io cosa voglio, non è da ieri che faccio politica». E l’altro, un po’ guascone: «...e io per 35 ne ho scritto da cronista».


Fin qui restiamo sul piano delle battute più o meno amabili. Poi però si è avvicinato serissimo Capezzone: «È grave che si voglia azzerare il dibattito con la minaccia dei probiviri». Il tempo di rifiatare e poi la frase che ha mandato Berlusconi fuori dei gangheri: «Siamo come il Pci del 1971», cioè quello che buttò fuori i dissidenti del Manifesto... «Tu non puoi mettere in discussione la mia storia politica», è scattato l’ex premier, «vai con Fitto e andatevene tutti e due...».

AUGUSTO MINZOLINIAUGUSTO MINZOLINI

 

«Vabbè, presidente, arrivederci», ha agitato la mano D’Anna esponendosi pericolosamente e subito azzannato dal Capo: «Se continui a farmi del male con le tue dichiarazioni, mando affanc... pure te». E l’altro, risentito: «Che fai, mi cacci?». Berlusconi (nel racconto dei testimoni) è un fiume in piena, «sì, vattene, vattene da Alfano, tanto stai già da lui!».

denis verdinidenis verdini


Nell’insieme, una scena abbastanza selvaggia che ha scosso parecchi, compresi alcuni di quelli che poco prima avevano applaudito convintamente il discorso. Secco. Determinato. Secondo la Gelmini efficacissimo. Il trionfo della linea Verdini: «Sono vent’anni che mi date la vostra fiducia, vi chiedo di confermarmela ancora una volta. Onoriamo il patto del Nazareno, anche se non sono le nostre riforme ideali ma quelle possibili. Perfino se noi ci sfilassimo, Renzi avrebbe i numeri per farle da solo.

 

Capezzone Capezzone

E comunque, sono stati compiuti grandi passi avanti rispetto al testo originario. Faremo opposizione dura ma sull’economia, e sarà Brunetta a coordinare le iniziative». Poteva bastare. Invece Berlusconi estrae di tasca un foglietto e lo legge con lo sguardo incupito. È l’«ukase», l’ultimatum ai dissidenti: «Alle Europee gli elettori non ci hanno premiato per via delle nostre liti da spogliatoio. Chi metterà in difficoltà Forza Italia, rischierà di trovarsi davanti ai probiviri...».


Oggi capiremo se la minaccia ha avuto effetto. Ma intanto, per tutta risposta, i dissidenti forzisti e di Gal hanno presentato oltre 1000 emendamenti al testo delle riforme. E oggi probabilmente si riuniranno per decidere il da farsi. «Non finisce qui», sussurrano gli amici di Fitto, «anzi il bello incomincia adesso». Sullo sfondo, l’ombra di una nuova scissione.

 

VINCENZO D'ANNAVINCENZO D'ANNA

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...