raffaele fitto

BUIO FITTO – IL MINISTRO DEGLI AFFARI EUROPEI, RAFFAELE FITTO, FA LO STRUZZO SULLE INDISCREZIONI CHE LO VOGLIONO COMMISSARIO UE IN PECTORE: “NON RISPONDO SU DOMANDE CHE NON RIGUARDANO IL PNRR” – NEI SOGNI DI GIORGIA MELONI, DOVREBBE DIVENTARE VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE URSULA, CON DELEGA AL PNRR E UNA AGGIUNTIVA AGLI STRUMENTI DI FINANZIAMENTO DELL’UE…

raffaele fitto

Fitto, Commissario Ue ? Non rispondo come mia abitudine

(ANSA) - "Come mia abitudine non rispondo su domande che non riguardano il Pnrr. Chi mi conosce lo sa. Mi spiace, ma a questa domanda non rispondo".

 

Così il ministro degli affari Europei, il Sud, la Coesione, il Pnrr ha replicato in conferenza stampa a chi gli chiedeva se fosse disponibile a un ruolo di Commissario Ue come sostengono diverse voci. Fitto non ha voluto nemmeno commentare le dichiarazioni del ministro dell'economia Giorgetti sulla mancata ratifica da parte dell'Italia del Mes.

 

Fitto, siamo pienamente nella seconda fase Pnrr

CHARLES MICHEL - RISHI SUNAK - JUSTIN TRUDEAU - URSULA VON DER LEYEN - JOE BIDEN GIORGIA MELONI - G7 BORGO EGNAZIA

(ANSA) - " I dati sul consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche, che al Sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50% nel corso del 2023 confermano che siamo pienamente entrati nella Fase 2 del Pnrr, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all'Italia di domani". Lo ha detto il ministro Raffaele Fitto al termine della cabina di regia. Fra gli obiettivi oggetto di verifica per la domanda della sesta rata risulta "l'avvio delle opere infrastrutturali nell'ambito della Zes del Mezzogiorno" e il "potenziamento dei collegamenti ferroviari nel Mezzogiorno".

 

Fitto, spesa Pnrr si è messa in moto, lo conferma il Regis

MAURIZIO LEO - RAFFAELE FITTO

(ANSA) - "La grande quantità dei dati messi sulla piattaforma Regis ci confermano che il meccanismo della spesa si è messa in moto". Così il ministro Raffaele Fitto rispondendo in conferenza stampa dopo la cabina di regia sul Pnrr a chi gli chiedeva quanti miliardi sono stati spesi ad oggi di quelli finora trasferiti all'Italia. Per i numeri il ministro ha rimandato alla Relazione Semestrale sul Pnrr che sarà presentata in Parlamento a luglio, come già avvenuto lo scorso anno.

 

Fitto, strumenti finanziari per Pnrr? Nostra scadenza è 2026

(ANSA) - Il dibattito sull'uso degli strumenti finanziari per dilazionare la spesa del Pnrr "è legittimo, ma rischia di essere elemento di rilassamento sui tempi e gli obiettivi che si siamo dati". Lo ha detto il ministro Raffaele Fitto rispondendo alle domande in conferenza stampa.

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

 

"Gli strumenti finanziari ha proseguito incidono veramente poco e riguardano posizioni specifiche di alcuni paesi. Per quanto ci riguarda abbiamo una scadenza (30 giugno 2026 ndr) che è quella, e tutto quello che stiamo facendo è collegato a quella scadenza, quindi è un dibattito nel quale non entro perché sarebbe in contraddizione con il nostro lavoro. Mentre corriamo il rischio di aprire a un dibattito che sarebbe elemento di rilassamento ai tempi che ci siamo dati" ha concluso.

 

INCONTRI E TELEFONATE LA CARTA FITTO PER LA VICEPRESIDENZA

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

[…] L’insistenza con cui il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiede ai Popolari di includere i Conservatori di Meloni nella maggioranza poggia anche sui contatti riservati che in queste ore hanno incluso Roma, maggiormente che nei giorni scorsi, nelle trattative. La telefonata della premier con Kyriakos Mitsotakis, primo ministro greco ma soprattutto uno dei negoziatori per il Ppe al tavolo delle trattative, può essere infatti considerato un antipasto di altri colloqui dei prossimi giorni.

 

Se questi sono i dati, insieme al bisogno di Ursula von der Leyen di ricevere un aiuto parlamentare dall’Ecr — sostegno che non deve per forza tradursi in un vero accordo politico —, l’Italia appare più vicina a ottenere quella vicepresidenza operativa della Commissione, con un pacchetto plurimo di deleghe, che non aveva nella scorsa legislatura e sul quale Meloni si è già confrontata con von der Leyen, ovviamente se tutto andrà come appare, ovvero se la seconda agguanterà il bis.

 

URSULA VON DER LEYEN KYRIAKOS MITSOTAKIS

Sul nome e sulle deleghe resta l’incertezza, e non potrebbe essere altrimenti visto che al momento nulla è sicuro, tranne (forse) il bis della stessa von der Leyen.

 

Le indiscrezioni che circolano nell’asse fra Roma e Bruxelles continuano a individuare in Raffaele Fitto, attuale ministro degli Affari europei, con la delega aggiuntiva ad attuare il Pnrr, il candidato più probabile del governo.

 

E nel perimetro che dal Bilancio si allarga ai Fondi di coesione, ai Pnrr europei e alla creazione di una delega nuova, che si occupi di nuovi strumenti di finanziamento della Ue, per le future transizioni nel settore militare, dell’intelligenza artificiale e del digitale, le indiscrezioni riempiono di contenuto il ruolo cui potrebbe ambire il governo italiano.

 

raffaele fitto

Oggi Meloni vedrà Orbán, che è impegnato in un giro di capitali non tanto come premier ungherese, ma come presidente di turno, per il semestre, della Ue. Un incontro in cui si discuterà dell’agenda e delle priorità delle presidenza ungherese, ma che non potrà non avere una quota di confronto squisitamente politico, legato anche alle trattative in corso e al destino parlamentare del gruppo di Orbán.

 

L’Ecr, dunque il partito di Meloni, gli ha chiuso la porta chiedendogli una dichiarazione preventiva contro Mosca. Mentre non è da escludere che alla fine Orbán provi a formare un terzo gruppo delle destre europee.

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Meloni sarà alla Camera mercoledì mattina, proprio per illustrare la posizione del nostro governo in vista del Consiglio europeo, poi depositerà la stessa relazione al Senato, nel pomeriggio. Giovedì si sposterà a Bruxelles, cercando di far valere le valutazioni che ha già fatto con i colleghi europei, ovvero che il voto ha spostato gli equilibri politici verso destra ed è giusto che venga riconosciuto.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?