emmanuel macron giorgia meloni

C’ERA BISOGNO DI SCAZZARE CON L’EUROPA SUI MIGRANTI, PROPRIO ORA CHE L’ITALIA E’ NEL MIRINO DI BRUXELLES PER PNRR E FINANZIARIA? TENSIONE ALLE STELLE TRA ITALIA E FRANCIA SULL’OCEAN VIKING – LA LINEA DEL GOVERNO FRANCESE: “QUESTA NAVE DEVE ESSERE ACCOLTA IN ITALIA. L’IMBARCAZIONE SI TROVA IN ACQUE TERRITORIALI ITALIANE, LE REGOLE SONO CHIARE” – LA MELONI: “RISPETTATE TUTTE LE CONVENZIONI” - ORA C’È DA TROVARE UN ACCORDO, SE NON SI VUOLE CORRERE IL RISCHIO DI…

Stefano Montefiori e Fiorenza Sarzanini per corriere.it

 

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

La tensione tra Roma e Parigi è salita con il trascorrere delle ore. E mentre la Ocean Viking della Sos Mediterranee, con a bordo 243 persone, vagava tra la Sicilia e la Corsica in attesa dell’indicazione di un porto dove approdare, si è arrivati allo scontro frontale.

 

Tanto che lunedì prossimo, quando si riunirà a Bruxelles il consiglio per gli Affari Esteri, l’Italia chiederà di discutere la questione migranti pur consapevole che non si tratta di un punto all’ordine del giorno. L’obiettivo appare evidente: rivendicare la linea della fermezza, sfidando i partner europei a provvedere all’accoglienza delle navi che battono la loro bandiera.

 

E intanto puntare direttamente ai responsabili delle Ong. Un’arma che però si sta rivelando spuntata. La denuncia contro i comandanti della Humanity 1 e della Geo Barents per non aver rispettato l’ordine di lasciare il porto dopo lo sbarco dei migranti non prevede infatti alcuna conseguenza penale, ma soltanto una multa.

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

 

 

Il botta e risposta

Il dialogo sembrava ben avviato martedì pomeriggio quando Ocean Viking comunica di fare rotta verso la Francia e si scopre che la decisione di Parigi è arrivata «dopo un colloquio a Sharm el Sheikh tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron». La tifoseria italiana si scatena. «Bene così, l’aria è cambiata», commenta la Lega. «La fermezza del governo paga», fa eco Forza Italia. In realtà la telefonata tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con il collega francese Gérald Darmanin non è servita a raggiungere un vero e proprio accordo, tanto che i migranti sono sbarcati a Catania per ordine dei medici.

 

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

I politici del centrodestra rivendicano però la vittoria dell’Italia e ormai è sera quando una nota di Palazzo Chigi prova a smorzare l’esultanza manifestando «apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria» e impegno «a trovare una soluzione condivisa nel pieno rispetto dei diritti umani e del principio di legalità». Evidentemente, però, è troppo tardi. Appena un’ora dopo il governo francese dirama un comunicato in cui definisce «inaccettabile il comportamento delle autorità italiane, ci aspettiamo altre cose da un Paese che oggi è il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà europea».

 

 

La linea di Parigi

In realtà la linea della Francia è sempre stata questa. Il ministro dell’Interno, Darmanin, ha ripetuto nei giorni scorsi che secondo il diritto internazionale la Ocean Viking doveva attraccare in Italia e poi la Francia avrebbe fatto la sua parte prendendosi una parte dei passeggeri. E ieri questa tesi è stata ripetuta del portavoce del governo, Olivier Veran intervistato dalla radio del servizio pubblico France Info: «La verità è quel che è stato firmato dagli Stati europei, che impegna anche l’Italia, che riceve fondi per questo. È un meccanismo umanitario di solidarietà europea che è alla base del funzionamento dei Ventisette.

 

ocean viking

Questa nave deve essere accolta in Italia». Veran è stato ministro della Sanità durante l’emergenza Covid e gli si prestano ambizioni per succedere a Macron nel 2027. Come portavoce del governo ieri è stato molto duro, e in Italia c’è il sospetto che i toni si siano inaspriti anche per rispondere agli esponenti della destra francese contrari a qualsiasi cedimento come ha chiarito Jordan Bardella il presidente del Rassemblement National che ha preso il posto di Marine Le Pen: «Con noi, l’Ocean Viking non sbarcherebbe mai sulle coste francesi».

 

 

Trattative e denunce

ocean viking al largo di catania

Ora c’è da trovare un accordo, se non si vuole correre il rischio di trasformare nuovamente la gestione dei flussi migratori in una sfida con le Ong che provochi una fibrillazione costante o peggio in una crisi a livello internazionale. Ci proverà la prossima settimana il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante la riunione convocata a Bruxelles.

 

Del resto le norme in vigore — archiviati dal precedente governo i decreti sicurezza — non offrono gli strumenti che qualcuno all’interno dell’esecutivo vorrebbe utilizzare. Il sequestro e la confisca dei mezzi non sono automatici e anche le denunce alla magistratura nei confronti dei responsabili delle Ong e dei comandanti delle navi possono trasformarsi in una semplice sanzione amministrativa. La strada da seguire passa dunque ancora una volta dalla trattativa con l’Unione europea ed è lì che l’Italia dovrà farsi valere per ottenere collaborazione per la ricollocazione degli stranieri.

MELONI MACRONocean viking al largo di cataniaocean viking migranti

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...