
“ASSICURARE A TUTTI I POVERI UNA VITA DECENTE NON È PIÙ CONSIDERATO COMPITO DELLO STATO” - ANCHE LA CARITAS ATTACCA IL GOVERNO: “LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ DIVENTANO UN SOTTOINSIEME DI QUELLE PER LA NATALITÀ”. E BOCCIA L'ASSEGNO DI INCLUSIONE, MENO EFFICACE DEL REDDITO DI CITTADINANZA: "AUMENTA LA DIFFERENZA TRA ULTIMI E ULTIMISSIMI" - DON MARCO PAGNIELLO, DIRETTORE DI CARITAS ITALIANA: “CHI VIVE IN POVERTÀ DESIDERA ESSERE TRATTATO SENZA STIGMA, NON ELEMOSINA DALL'ALTO, MA GIUSTIZIA SOCIALE”
Valentina Conte per “la Repubblica” - Estratti
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È il governo che ha riportato il 4 ottobre, ricorrenza di San Francesco, a festività nazionale.
Qualche giorno fa la premier Giorgia Meloni era ad Assisi per celebrarlo. Ma per la Caritas il paradosso è evidente: mentre si inneggia al "poverello", la lotta alla povertà è stata piegata a una logica natalista. E perciò depotenziata.
Nel Rapporto 2025 sulle politiche di contrasto alla povertà, dedicato a un primo bilancio dell'Assegno di inclusione (Adi) e del Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), la Caritas non usa giri di parole: «Assicurare a tutti i poveri una vita decente non è più considerato compito dello Stato. Le politiche contro la povertà diventano un sottoinsieme di quelle per la natalità».
Il criterio ordinatore è la presenza di figli minori. Chi ne ha, riceve l'assegno. Chi non ne ha, resta escluso. Una scelta che, avverte la Caritas, rischia di violare l'articolo 3 della Costituzione e discriminare tra bisognosi.
I numeri confermano l'arretramento. Da 1,4 milioni di nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza si è scesi a 650 mila nel 2024. L'Adi riduce la platea, abbassa gli importi medi e incide meno sulla povertà: mentre il Reddito la portava dall'8,9% al 7,5%, il nuovo sussidio arriva solo all'8,3%. A pagare sono adulti soli, working poor, stranieri (31% dei poveri assoluti ma solo 9% dei beneficiari). Così si accentua la distanza tra «ultimi e ultimissimi».
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Anche l'Sfl delude. Nel 2024 lo hanno percepito 181 mila "occupabili" per sei-sette mesi in media. Corsi generici e scollegati dal mercato lo riducono a «un mini-Reddito temporaneo da 500 euro». Nei focus Caritas è stato definito «una scatola vuota, uno stipendificio». Il rischio è «creare un esercito di nuovi poveri inattivi e disillusi».
Mentre l'Italia stringe, l'Europa allarga. La Germania ha introdotto il Bürgergeld, più generoso e meno punitivo. La Spagna ha rivalutato l'Ingreso Mínimo Vital del 42,8% in cinque anni. In Italia le soglie dell'Adi sono state alzate una sola volta: +8,3% nel 2025, contro un'inflazione del 18% dal 2019. A reggere il peso sono le Caritas diocesane, dove aumentano le richieste di pacchi alimentari e aiuti per affitto e bollette.
«Chi vive in povertà desidera essere trattato con rispetto, senza stigma», ricorda don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana. «Non elemosina dall'alto, ma giustizia sociale: la mano tesa dello Stato che restituisce dignità e inclusione».
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