giancarlo giorgetti matteo salvini lorenzo fontana

CARROCCIO A PEZZI: VOLANO STRACCI TRA I LEGHISTI GIANCARLO GIORGETTI E LORENZO FONTANA – IL MINISTRO DELL’ECONOMIA SI È VISTO BOCCIARE DAL PRESIDENTE DELLA CAMERA, SUO COLLEGA DI PARTITO, IL MAXI-EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI BILANCIO. FONTANA HA CHIESTO DI SPACCHETTARLO IN TANTI EMENDAMENTI PIÙ PICCOLI, E GIORGETTI SI È INFURIATO: “È LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE. PRENDIAMO ATTO DI TANTO ZELO…”

 

Pasquale Napolitano per www.ilgiornale.it

 

matteo salvini giancarlo giorgetti lorenzo fontana

L'iter verso l'approvazione della legge di bilancio fa scattare il corto circuito in casa Lega tra il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

 

Per accelerare i tempi, gli uffici di via XX settembre predispongono il maxi-emendamento alla legge di Bilancio. Ma da Montecitorio arriva l'alt. Lo scontro si consuma domenica sera, poche ore prima dell'arrivo del ministro Giorgetti in commissione Bilancio alla Camera.

 

GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA

Il presidente di Montecitorio Fontana segnala per iscritto, in una missiva inviata al Mef, la richiesta di spacchettare l'emendamento, arrivato come maxi, in tanti emendamenti più piccoli. Il ministro Giorgetti, letteralmente infuriato per la decisione del collega di partito, si sfoga con i componenti della commissione bilancio: «È la prima volta che la Camera chiede una cosa del genere. Prendiamo atto di tanto zelo». Parole che consegnano al presidente della Camera tutta l'irritazione del ministro dell'Economia.

 

LORENZO FONTANA 2

È ormai tensione a tutto campo tra Fontana e il capo del Mef. Ma anche in commissione, la trattativa per la definizione della manovra fa registrare malumori da parte di tutte le forze politiche. Il terreno di scontro è il tesoretto (inizialmente di 400 milioni di euro) messo a disposizione del Parlamento che si riduce a 200 milioni.

 

«Non esiste che dopo 5 giorni di lavori, quando mancano 18 ore alla fine, non c'è certezza su un solo emendamento partito dalla Camera», si lamenta un parlamentare. L'altra miccia viene piazzata con le intercettazioni. Il governo con un emendamento cambia le regole per quelle disposte dagli 007: saranno a tempo, per 40 giorni prorogabili di 20 in 20.

lorenzo fontana e giancarlo giorgetti

 

I dati acquisiti verranno distrutti entro sei mesi ed il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma potrà autorizzarne la conservazione per 24 mesi al massimo. Le spese, infine, non saranno più coperte dal ministero della Giustizia ma dal Copasir, anche per evitare la circolazione di informazioni riservate fuori dal comparto. Il Pd si ribella: «Intercettazioni poste sotto il controllo politico, Stato di polizia».

 

matteo salvini e lorenzo fontana in spiaggia a milano marittima

Il clima si surriscalda mentre tra i corridoi di Montecitorio rimbalza una proposta d'intesa per chiudere la partita e andare in Aula. Dei 200 milioni della dote per le modifiche parlamentari il governo avrebbe offerto all'opposizione una ripartizione a metà: 100 milioni per la maggioranza e 100 per il centrosinistra. Si tratta a oltranza. I cinque emendamenti presentati dal governo riscrivono la manovra. La commissione Bilancio riprende l'esame del testo alle 18.30. Si deve votare il relatore di maggioranza.

 

Mentre la conferenza dei capigruppo si riunisce alle 21.30 per fissare i tempi verso l'ok. Si proverà a chiudere tutto il 21 dicembre per andare in Aula il 22 dicembre con la fiducia. Non ha dubbi il ministro Giorgetti: «Sicuro dell'approvazione prima di Natale». Le opposizioni attaccano: «Continui rinvii, riunioni convocate e poi annullate, testi sbagliati, pareri controversi.

 

DEBORA SERRACCHIANI

Impossibile approvare la manovra in Commissione. Abbiamo chiesto intervento del Presidente della Camera» - incalza Serracchiani. Il Terzo Polo sale sulle barricate. Dal fronte della maggioranza Ylenia Lucaselli di Fdi fissa il timing: «Si andrà in Aula mercoledì».

 

Dentro il Palazzo però, il Pd apre un canale di confronto con la maggioranza. Il capogruppo Serracchiani si siede a tavolo con gli esponenti del centrodestra: «È stato un primo incontro interlocutorio. Abbiamo chiesto delle risposte sui temi per noi fondamentali: opzione donna, la sanità pubblica, i Lep, i lavoratori dello spettacolo.

 

matteo salvini andrea crippa lorenzo fontana giancarlo giorgetti riccardo molinari

È la prima volta che avviene questo confronto, vediamo le risposte». La partita politica nel centrodestra si delinea. Fi è fiduciosa sugli obiettivi: «Questa manovra ci convince. Forza Italia sta facendo un grande lavoro in Commissione per migliorarne alcuni aspetti. Siamo ad un passo per ottenere le pensioni minime a 600 euro, per togliere le tasse agli imprenditori che assumono giovani under 35 e tornare alle vecchie scadenze per il 110 per cento» - commenta il capogruppo Alessandro Cattaneo. La meta si avvicina. La fatica raddoppia.

LORENZO FONTANAETTORE ROSATO E LORENZO FONTANALORENZO FONTANA LORENZO FONTANA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)