chiara appendino giuseppe conte

CONTE, HAI VOLUTO IL PARTITO? MO’ TE BECCHI LE CORRENTI – CHIARA APPENDINO E’ UFFICIALMENTE LA PRIMA DISSIDENTE INTERNA DEL “NUOVO” M5S E SI ATTESTA SULLA LINEA TRAVAGLIO: “HO VOTATO PER DEFINIRCI “PROGRESSISTI INDIPENDENTI”. NESSUN TAVOLO CON IL PD, HA TRADITO I VALORI PROGRESSISTI. SCHLEIN DECIDA COSA VUOLE FARE, PROVI A ESSERE TESTARDAMENTE COERENTE. NOI DOBBIAMO RIVENDICARE LA NOSTRA DIVERSITÀ, INUTILE PARLARE DEL FANTOMATICO CENTRO”

Niccolo' Carratelli per lastampa.it - Estratti

 

appendino conte

Per Chiara Appendino non è questo il momento di pensare ad alleanze e coalizioni. «Il Movimento 5 stelle deve concentrarsi sul proprio percorso politico e parlare al Paese, al vasto popolo degli astensionisti», spiega la deputata M5s ed ex sindaca di Torino.

 

Si dice «molto contenta» della linea identitaria portata avanti da Giuseppe Conte dopo l’assemblea costituente: «Da settimane denunciavo il rischio che il Pd ci stesse fagocitando, il presidente ora fa benissimo a interpretare le indicazioni emerse dai nostri iscritti – spiega – io ho votato per definirci “progressisti indipendenti” e mi sento pienamente rappresentata».

 

Ecco, cosa vuol dire per lei essere “progressista indipendente”?

«Vuol dire che vogliamo essere alternativi a questa destra e che, allo stesso tempo, non dobbiamo essere subalterni a nessuno. Rivendichiamo la nostra diversità dagli altri partiti: il sistema tenta di normalizzarci, ma non accadrà».

 

CHIARA APPENDINO GIUSEPPE CONTE

Soprattutto la vostra diversità dal Pd. Conte non fa che dire che voi siete più progressisti di loro.

«Il punto è che non basta un’etichetta, contano i fatti. Quando il Pd vota per Fitto comecommissario di Von der Leyen in Europa, oltre che per l’aumento delle spese militari, è progressista? Quando non vota contro il nuovo patto di stabilità plasmato da Gentiloni, che ci condanna all’austerità, tradisce o no i valori progressisti? E quando vota la legge Salva Milano sugli abusi edilizi? Così non costruisci l’alternativa, ma diventi parte del problema».

 

Ma voi la volete costruire davvero questa alternativa?

«Per costruirla davvero serve un progetto politico credibile e solido. A Elly Schlein, che ripete sempre di essere testardamente unitaria, suggerisco di provare a essere testardamente progressista e coerente. Decida cosa vuole fare. Non è il momento di fare tavoli con il Pd, concentriamoci su di noi e sulla nostra visione per l’Italia».

 

Ora si discute anche della “gamba” di centro della futura coalizione, che rischia di essere troppo sbilanciata a sinistra, e si cerca un nuovo federatore. Che ne pensa?

«Non mi interessa ragionare di elettori come di pacchetti di voti posizionati al centro, a sinistra o a destra. Dobbiamo guardare fuori e cioè ai tanti esclusi dalla nostra società, come chi non può più permettersi di curarsi e chi non riesce a pagare le rate del mutuo. A me di loro e con loro interessa parlare, non del fantomatico “centro”».

giuseppe conte chiara appendino

 

A proposito di diseguaglianze, in vista c’è una campagna referendaria contro l’Autonomia differenziata: almeno quella la farete con il Pd, no?

«Quella è una battaglia politica da combattere fino alla fine, per vincere il referendum e metterci alle spalle la “Spacca Italia” di Calderoli. Abbiamo già vinto due volte, con le pronunce della Corte costituzionale e della Cassazione, ora spieghiamo ai cittadini le ragioni concrete del no all’Autonomia differenziata».

 

(...)

Lei ha presentato una proposta di legge ispirata ad Adriano Olivetti, che ha già raccolto il sostegno di Calenda…

«Sì, mi aspetto che anche gli altri, a partire dal Pd, la sostengano. Prevede incentivi per le aziende che stabiliscono che lo stipendio di un top manager non possa essere più di 25 volte quello di un dipendente. È un segnale che va dato, in una fase in cui si aggravano le diseguaglianze».

 

Di fronte a proteste e scioperi, c’è chi pensa invece a una stretta, comprimendo i diritti dei lavoratori: ha sentito Salvini?

giuseppe conte chiara appendino 1

«È indegno fare una manovra contro il popolo e poi prendersela con chi protesta. Un pensionato, un cassintegrato, un infermiere hanno tutte le ragioni per essere arrabbiati, perché il governo è sordo di fronte ai loro bisogni. Invece di cercare modi per limitare diritti garantiti dalla Costituzione, Salvini pensi a far funzionare i trasporti in Italia, se ne è capace».

giuseppe conte chiara appendino

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…