fabrizio cicchitto scava

UN CICCHITTO AL BAR - L'EX CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA SCRIVE A FELTRI: ''BERLUSCONI È DIVENTATO UNA RUOTA DI SCORTA REGIONALE PER SALVINI. PER UN'ALTERNATIVA POLITICA VERA DOVRÀ PASSARE MOLTO TEMPO'' - VITTORIO: ''NON TI ASPETTARE UNA SPALLATA DA PD O FORZISTI. SE SALVINI E DI MAIO ROMPONO L'ACCORDO ORA, VA MALE PER ENTRAMBI. MENTRE I DERELITTI DEL PD IN VIA DI ESTINZIONE PER AUTOCOMBUSTIONE…''

1. LEGA E M5S FORTI PERCHÉ MANCA UN' OPPOSIZIONE

Lettera di Fabrizio Cicchitto a ''Libero Quotidiano''

 

silvio berlusconi saluta fabrizio cicchitto (2)

Caro direttore, ho l' impressione che, purtroppo, perché nasca non un' opposizione (questa a livello verbale c' è anche adesso), ma un' alternativa politica all' attuale maggioranza giallo-verde dovrà passare molto tempo a meno che essa non sia determinata dall' esplosione di contraddizioni insanabili fra la Lega e il Movimento 5 Stelle, cosa, allo stato, a nostro avviso possibile ma non probabile. Riflettiamo allora un attimo sulla condizione di Forza Italia e del Pd.

 

riccardo nencini stefano caldoro fabrizio cicchitto

L' altro giorno c' è stato l' incontro fra Salvini e Berlusconi. Ci sembra che Salvini ne sia uscito alla grande, per un verso egli ha ribadito al suo interlocutore che nelle sue intenzioni questo governo deve durare 5 anni. Per altro verso siccome Salvini non ha realizzato con i grillini un' alleanza globale ed è lontano dall' aver raggiunto il 50%, gli va benissimo avere una ruota di scorta a livello regionale e locale con Forza Italia e Fratelli d' Italia.

 

silvio berlusconi saluta fabrizio cicchitto

In questo quadro Berlusconi non ha nemmeno votato insieme al Ppe contro Orban per cui la sua autonomia politica è caduta ai livelli minimi. In effetti il Cavaliere paga a duro prezzo due questioni: a furia di rinviare la scelta di un erede questo è nato indipendentemente da lui, anzi contro di lui (e si chiama appunto Salvini); in secondo luogo Berlusconi fra il 2013 e il 2018 ha oscillato in un continuo zig zag tra una posizione moderata e una posizione estremista e ciò ha dato il massimo spazio ad una posizione radicale, addirittura con risvolti internazionali (vedi rapporti con Bannon, Putin e la Le Pen) come quella appunto della nuova versione della Lega. Per quello che riguarda il Pd, allo stato la situazione è imbarazzante. A parte le incredibili ingenuità delle cene convocate e sconvocate via Twitter, in effetti il Pd si deve misurare con due scelte: una di linea politica; l' altra riguardante la leadership.

 

fabrizio cicchitto

Dopo due sconfitte come quella avvenuta sul referendum e sulle elezioni del 4 marzo 2018, una forza politica normale avrebbe sviluppato al suo interno una riflessione lunga, tormentata, ma approfondita. Invece nel Pd si è semplicemente passati da un organigramma all' altro finendo con l' attribuire al più inoffensivo del gruppo dirigente, l' on. Martina, la carica di segretario.

 

Siccome però in politica, come nella fisica, i vuoti vengono riempiti, allo stato nel Pd è emerso un candidato alla segreteria nella persona di Zingaretti. Zingaretti esprime una duplice scelta: un ritorno al "come eravamo" della sinistra tradizionale e il tentativo di puntare a disarticolare l' attuale maggioranza ricercando un' alleanza con il M5S, giudicato una sorta di costola della sinistra da egemonizzare attraverso la sapienza culturale della "ditta" originaria.

 

Zingaretti a parte, l' area riformista-europeista del Pd dovrebbe misurarsi con le due grandi questioni che sono fra le cause della sconfitta del 4 marzo: il Mezzogiorno e il nodo dell' immigrazione e della sicurezza.

 

SALVINI BERLUSCONI

Allora questa parte del Pd che non vuole rimettersi nelle mani della "ditta" post-comunista e che vuole esprimere una posizione riformista-europeista sul tema dell' immigrazione, non avrebbe da sfogliare la Margherita (è proprio il caso di dirlo), ma avrebbe a disposizione chi, sia pure tardivamente, nel 2017 da ministro dell' Interno capì che bisognava intervenire in Libia per filtrare e ridurre i flussi di immigrati che stavano sconvolgendo la geografia politica del Paese.

 

Siccome il Pd sembra molto lontano dall' affrontare di petto questo problema e di fare scelte politiche e di leadership conseguenti, è destinato a rimanere a lungo nel "limbo" che, come è noto, «è il paradiso dei bambini».

 

MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI

Di conseguenza, allo stato l' unica possibilità che possa nascere un' alternativa politica è che grillini e leghisti arrivino ai materassi sul piano politico e programmatico o che provochino cataclismi da parte dei mercati con iniziative e frasi inconsulte. Allo stato siamo in una fase di contrattazione per la prossima legge di bilancio per cui tutto è possibile, anche se in ultima analisi le possibilità di intesa all' interno della maggioranza sembrano prevalere su quelle di rottura.

 

 

2. NON ASPETTARTI SPALLATE DECISIVE DA PD E FORZISTI

Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

Caro Fabrizio, interessante la tua analisi politica. Vorrei aggiungere qualche considerazione. In linea teorica, Lega e Movimento 5 Stelle non potrebbero andare d' accordo, sono agli antipodi; in pratica, se rompono l' alleanza finisce male per entrambi i gruppi.

 

Pertanto, forse la loro collaborazione non durerà 5 anni, ma neanche 5 mesi. Al momento non ci sono alternative allo status quo.

Berlusconi non si illuda di avere un peso nella attuale situazione. Egli può servire a Salvini per le elezioni regionali, dove gli apparentamenti sono spesso decisivi, tuttavia ininfluenti in sede europea.

 

conte salvini di maio

Silvio adesso è fuori gioco, ha pochi voti e non ha una strutturata leadership. Forza Italia è un rimasuglio di ciò che era e non si capisce in quale modo avrebbe facoltà di rinascere. La Lega ormai è centrale e non dà segnali di crisi, anzi guadagna consensi e, se terrà la barra dritta a riguardo delle leggi finanziarie, evitando frane interne e internazionali, sarà destinata a ulteriormente progredire. Non c' è altro da dire circa la consistenza e la resistenza dell' esecutivo più folle che l' Italia abbia mai avuto. Probabilmente proprio per questo esso proseguirà a lungo. D' altronde, nessuno si sogna di andare a elezioni politiche prima delle regionali e delle europee.

 

Forza Italia, ribadiamo, è in costante difficoltà ed è improbabile riesca a risollevarsi, perché Berlusconi è in fase calante anche per via dell' età, e non solo: infatti non dispone di aiutanti in grado di imprimere al partito un ritmo diverso. Per cui l' ex centrodestra è ridotto ai minimi termini; solamente Salvini ha energia sufficiente per combattere e superare i pentastellati.

 

NICOLA ZINGARETTI RENZI

E veniamo ai derelitti del Pd in via di estinzione per autocombustione. Essi non hanno alcuna chance di rimettersi in piedi. Le lotte fratricide tra compagni hanno finito per demolire l' impianto partitico. Senza valutare la mancanza di idee fresche e in sintonia con la base, che caratterizza la linea dei progressisti. Nonostante le bastonate subìte, gli ex comunisti non si ravvedono, non cambiano musica e continuano a ruminare luoghi comuni, frasi fatte, predicano accoglienza scriteriata, insistono con le banalità più o meno buoniste e non comprendono le autentiche esigenze della massa. Ovvio che perdano suffragi e si candidino alla morte. Se non mutano in fretta pelle, nel loro futuro c' è una bella tomba. Ciononostante il povero segretario reggente Martina a queste cose non fa caso. Si illude di essere vivo benché non sia mai nato.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...