giuseppe conte-3

CONTE DIMEZZATO - IL PREMIER PROVA A FARE IL POMPIERE: “L’ITALIA NON È UN RISCHIO PER NESSUNO. LAVORIAMO PER REALIZZARE LA MANOVRA IN UN CLIMA DI FIDUCIA CON I MERCATI” – MA È SEMPRE PIÙ STRITOLATO DALLA MORSA DI SALVINI E DI MAIO: IERI L’ULTIMA DIMOSTRAZIONE TRA L’ANNUNCIO DEL MINISTRO DELL’INTERNO SUL ‘GLOBAL COMPACT’ E LA FRONDA M5S SUL DECRETO SICUREZZA - CE LA FARÀ A REAGIRE ALLA SOVRA-ESPOSIZIONE LEGHISTA E ALLE RIPICCHE GRILLINE?

1 – CONTE, L'ITALIA NON È UN RISCHIO PER NESSUNO

giuseppe conte 4

(ANSA) - "L'Italia non è un rischio per nessuno". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte incontrando i giornalisti a Buenos Aires, rispondendo ad una domanda sulle parole del presidente della Federal Reserve.

 

 

2 – CONTE, LAVORIAMO A MANOVRA PER CLIMA FIDUCIA MERCATI

(ANSA) - "Le reazioni dei mercati finanziari non ci lasciano indifferenti, lo spread ancora alto non mi trova distratto. Stiamo lavorando perchè questa situazione sia superata e per realizzare la manovra in un clima di fiducia con i mercati e con gli investitori". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Buenos Aires per il G20.

 

3 – RIPICCHE TRA I VICEPREMIER E ORA CONTE BATTE I PUGNI

Marco Conti per “il Messaggero”

 

SALVINI DI MAIO FLINSTONES

Le incursioni di Salvini e la vendetta M5S sul decreto sicurezza, spingono Giuseppe Conte a trovare quel coraggio che sinora aveva tenuto nascosto. Lo esprime in serata dicendosi soddisfatto perchè «è stato approvato altro pezzo del contratto di governo», ma ancor più tira fuori le unghie dopo che Salvini, nell' aula della Camera, aveva cercato di intestarsi il «no» del governo al Global Compact.

 

Il presidente del Consiglio come Rino Gattuso. L' avversario è lo stesso e la risposta secca del presidente del Consiglio, «io non ho cambiato idea e resto favorevole al Global compact», finisce col trattare Salvini come il capogruppo della Lega che in aula esprime la posizione «no» del suo partito ma non quella del governo. Conte - un po' come l' allenatore del Milan che qualche giorno fa invitò Salvini a restare nel suo occupandosi di politica e non di calcio - ieri ha fatto lo stesso invitando di fatto Salvini a parlare non a nome del ministro degli Esteri e tantomeno per conto di tutta la coalizione.

SALVINI DI MAIO CONTE

 

LA MEDIAZIONE

Nel giorno del definitivo varo del decreto sicurezza, molto indigesto al M5S, il terzo partner della maggioranza batte un colpo pesante con Conte che, nei panni di Ringhio, non esita a riportare in equilibrio la posizione raggiunta l' altro ieri durante un vertice che si era concluso proprio con l' idea di rimettere la decisione all' aula.

 

SALVINI DI MAIO

«Se questo argomento deve spaccare il governo, lasciamo che sia il Parlamento a decidere», aveva concluso il premier che in questo modo pensava di aver trovato un equilibrio tra la posizione M5S, rappresentata dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, e quella di Salvini. Un equilibrio uguale e contrario a quello trovato sul decreto sicurezza, ma che Salvini prova a piegare trovandosi davanti Conte che plaude al varo del ddl sicurezza, ma ristabilisce gli equilibri ribadendo sul Global Compact l' accordo trovato la sera prima.

 

GIUSEPPE CONTE NELLE VILLE CASAMONICA

D' altra parte la dichiarazione in aula del vicepremier leghista oltre a mandare su tutte le furie la Farnesina, ha irritato il premier che aveva accettato la mediazione, pur avendo espresso sull' argomento parere favorevole durante l' assemblea Onu. Lo sconcerto grillino per l' accelerazione impressa dalla Lega, non era solo nelle parole del presidente della prima commissione della Camera Giuseppe Brescia, ma anche in quelle del presidente della Camera Roberto Fico che ieri - interrogato sull' argomento - è sembrato pronto alla conta, puntando forse anche sulla sponda Pd: «Facciamo che il Parlamento si esprima il più velocemente possibile».

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

 

Posizione, quella di Fico e del M5S, che stride con il tentativo di Salvini di tramutare la scelta del rinvio in un no come ha ammesso ieri parlando con i suoi deputati: «Tanto questa mozione non andrà mai al voto». Incassare il voto sulla sicurezza, mettendo in un angolo l' alleato sul tema dei migranti, contribuisce al posizionamento della Lega in vista delle europee, entra in competizione con FdI, ma spacca la maggioranza.

 

ROBERTO FICO DAL BARBIERE

Anche se ieri Di Maio ha dato ordine ai suoi di non replicare al vicepremier leghista, contraccolpi si sono visti in serata quando al decreto sicurezza sono mancati molti voti M5S e quello dello stesso Di Maio. La novità di ieri è però la presa di posizione di Conte che in serata plaude al voto della Camera, dopo aver ribadito le sue convinzioni sul Global Compact, rimandato la decisione al Parlamento e tutelato la posizione del M5S non permettendo a Salvini di cancellare le differenze interne all' esecutivo.

 

ROBERTO FICO VERSIONE BOLDRINI

Un braccio di ferro destinato a pesare anche in vista dell' accordo con Bruxelles sulla manovra. Sabato scorso Conte ha stretto un' intesa con il presidente della Commissione Juncker che nei mesi scorsi ha dovuto prendere atto delle difficoltà incontrate dal ministro Tria a tradurre in Patria gli impegni presi in Europa.

 

Reagire alla sovra-esposizione leghista e alle ripicche grilline - proprio ora che sarà a Buenos Aires in mezzo ai grandi del G20 - permette a Conte di ribadire il suo ruolo di garante del contratto di governo e della tenuta dell' esecutivo che presto dovrà decidere se e come trovare un' intesa che permetta di raggiungere quell'«equilibrio di bilancio» evocato ieri dal presidente della Repubblica Mattarella e che auspica Bruxelles.

 

vladimir putin giuseppe conte

Conte, accusato di irrilevanza dall' opposizione ma forte nel gradimento dell' opinione pubblica e della sponda del Quirinale, ieri ha di fatto sfidato la Lega a contarsi in Parlamento andando in soccorso del M5S che ha in aula numeri doppi della Lega ma un leader, Di Maio, visibilmente acciaccato dalle note vicende familiari. Tocca ora al M5S ricambiare aiutando Conte a restare interlocutore credibile di Bruxelles e al governo di sopravvivere.

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)