LA COPERTURA È CORTA – PER REALIZZARE LE PICCOLE MODIFICHE ALLA MANOVRA CHE MELONI E GIORGETTI SONO DISPOSTI A “CONCEDERE” A TAJANI E SALVINI SERVONO 500 MILIONI DI EURO, CHE AL MOMENTO NON SI TROVANO – FORZA ITALIA, SEMPRE IN DIFESA DEGLI INTERESSI DEI BERLUSCONI IN MEDIOLANUM, STOPPA UN NUOVO AUMENTO DELL’IRAP DELLO 0,5% ALLE BANCHE, CHE AVREBBE PORTATO NELLE CASSE DEL TESORO 250 MILIONI – SUL TAVOLO LA TASSA SUI PICCOLI PACCHI IN ARRIVO DA PAESI EXTRA-UE, IL RITOCCO DELLA TOBIN TAX E L’IMPOSTA SULL’ORO…
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse
La possibilità di un nuovo prelievo sulle banche sembra essere durata meno di 48 ore. Alessandro Cattaneo, responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia, annuncia che la partita delle tasse sugli istituti di credito è chiusa «e non la apriamo più, il punto di equilibrio trovato soddisfa noi e tutta la maggioranza». […]
Eppure, giovedì sera a Palazzo Chigi – durante il vertice tra i leader, alla presenza dei ministri Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo e dei capigruppo del centrodestra al Senato – di fronte al pressing della Lega era emersa l'ipotesi di applicare alle grandi banche un'aliquota ulteriore dello 0,5%, da sommare all'inasprimento Irap di due punti inserito nel testo della legge di bilancio.
In quella sede, il vicepremier Antonio Tajani si era detto non contrario a riaprire la trattativa con i big del credito, se quelle entrate aggiuntive fossero state destinate a finanziare i salari e le assunzioni delle forze dell'ordine, e magari anche l'esenzione dall'aumento delle imposte riservato alle holding finanziarie.
Ieri, però, è maturata la retromarcia e, se venisse confermata, il governo dovrà fare a meno di 250 milioni di euro, ovvero l'incasso previsto con lo 0,5% in più di Irap. Soldi che vanno a sommarsi ai 200 milioni ritenuti come necessari per procedere a piccole modifiche del testo.
tassa sugli extraprofitti delle banche
Quindi, servirebbe circa mezzo miliardo per accontentare i partiti, una cifra significativa visti i margini strettissimi della finanziaria. Inoltre, alla luce dell'annuncio di Moody's di elevare il rating dell'Italia, il Mef intende mantenere una linea prudente.
[…]
Oltre al capitolo delle forze dell'ordine, i partiti spingono per riportare al 21% la cedolare sulle prime case destinate agli affitti brevi; per alzare il tetto del valore catastale dell'abitazione fuori dall'Isee e per alleggerire fiscalmente i dividendi delle società. Per non parlare delle bandierine che ogni gruppo vuole portare a casa: dall'allargamento della pace fiscale alle pensioni minime fino al condono edilizio.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Sul tavolo sono state messe alcune nuove tasse che servirebbero a finanziare gli interventi e sul cui gettito stimato dovrà pronunciarsi il Tesoro: solo a calcoli fatti si capirà quali emendamenti saranno sostenibili.
Tra i balzelli che dovrebbero allargare le maglie della manovra c'è la tassa sui piccoli pacchi in arrivo da paesi extra-Ue: un contributo di 2 euro per ciascuna spedizione relativa a beni di valore inferiore ai 150 euro, il cui impatto però potrebbe non essere previsto subito.
Nella lista dei tributi da valutare figura anche l'aliquota agevolata al 12% per far emergere l'oro da investimento (lingotti e monete). In questo caso i più ottimisti auspicano 300 milioni di gettito.
Un'altra proposta prevede l'incremento della Tobin tax, l'imposta sulle transazioni finanziarie, che aumenterebbe dallo 0,2 allo 0,3% quest'anno per poi salire allo 0,35 e allo 0,4% nel prossimo biennio. Valore che una fonte attesta a 400 milioni circa.
Anche la stretta sugli immobili affittati, che farebbe scattare l'attività di impresa dopo tre immobili locati – rispetto ai cinque di oggi – potrebbe far incamerare delle risorse utili per riportare la cedolare al 21% per i proprietari che si appoggiano ad Airbnb. […]


