elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN

DAGOREPORT

Elly Schlein si ritrova nella paradossale situazione di poter distruggere il Partito democratico senza colpo ferire. La sua posizione anti-EU sull’Ucraina (“non siamo con Trump e il finto pacifismo e non saremo con l’Europa per continuare la guerra”) ha imbufalito mezzo Pd e moltissimi iscritti e elettori, eppure pochissimi levano un fiato per dirle: “Ma che cazzo stai a fa’?”

 

elly schlein giuseppe conte

Ci ha provato il veterano Luigi Zanda, ex capogruppo al Senato e padre nobile del Partito, a chiedere apertamente un congresso, con l’obiettivo di accompagnare all'uscita l'ex assessore della Regione Emilia e Romagna, e ieri ha messo il carico il padre nobile dell'Ulivo, Romano Prodi, invocando il riarmo europeo ("un primo passo necessario per arrivare alla difesa comune"), in contrasto con la linea della leader dotata di tre passaporti e una fidanzata. L’ultima linea del Piave la tengono gli ottuagenari ancorati ai valori democratici ed europeisti.

 

luigi zanda foto di bacco

Chi invece difende, a sorpresa, la segretaria è il dandy coi risvoltini e Ray-ban Stefano Bonaccini. Il presidente del Pd, in un’intervista alla “Stampa” si allineato sul no al riarmo di Elly (“Mai termine più surreale fu usato per parlare di difesa europea”).

 

Una giravolta importante per l’ex governatore dell’Emilia Romagna, un tempo capofila dell’opposizione interna (Base Riformista) a Elly, che fu sconfitto nella corsa alla segreteria del partito unicamente grazie al voto dei gazebo (Elly deve sdmpre ringraziare Enrichetto Letta che ebbe l'ideona beaota di far votare anche i non iscritti al Pd).

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

 

Dopodiché, Bonaccini fu ammansito da Elly con il posto di capolista alle europee. Ed oggi il patto tra i due ha portato Bonaccini ha rilasciare un'intervista per appoggiare la posizione della capa del Nazareno. A questo punto, si è aperta una calda discussione all’interno di quel che resta di Base Riformista: se neanche il nostro frontman si mette di traverso alla linea anti-europeista di Elly Schlein, urge trovare un nuovo leader.

 

Bene, come sostituire Bonaccini, ormai organico alla segreteria e distante da quel ruolo di capofila dell’opposizione interna che avrebbe dovuto ricoprire per i riformisti?

GOFFREDO BETTINI

 

Peccato che non ci sia in circolazione un esponente dotato di leadership per muovere guerra alla Schlein e affrontare il camaleontismo senza limitismo della Ducetta della Garbatella. Potrebbe farlo Lorenzo Guerini, ma l’ex ministro della Difesa ha già ammesso di non possedere il requisito di trascina-folle a cui si aggiunge un impegno delicato come presidente del Copasir.

 

Potrebbe pensarci l'aristocratico Paolino Gentiloni, che oggi verga sulle pagine di “Repubblica” il solito pensoso editoriale, ma l’ex premier è rimasto “Er moviola” di sempre: lento ad agire, felpatissimo, soporifero e debole di carisma politico.

 

ROMANO PRODI - DARIO FRANCESCHINI - FOTO LAPRESSE

Un altro nome è quello di Alessandro Alfieri, animatore della correntina Energia popolare (che sembra una municipalizzata che si occupa di luce e gas), considerato però troppo acerbo e ignoto al grande pubblico per smuovere le varie anime dem.

 

Nel marasma delle correnti si registra anche l’ennesimo smottamento dell’ondivago Franceschini: “Su-Dario”, che ha issato al trono del Nazareno Elly Schlein (tradendo la corrente catto-dem di Base Riformista), per poi allontanarsi dalla sua cocca quando ha capito di non poterla manovrare come burattino, oggi si registra l'ennesima giravolta: si è a lei riavvicinato ora che i tumulti di politica estera stanno sbatacchiando il Pd verso lidi ignoti.

 

giuseppe conte claudio mancini roberto gualtieri

Non è il solo. Goffredo Bettini, “gran ciambellone” del campolargo con il M5S di Conte, dopo le numerose bordate all'autocrazia della Schlein ("Ci vuole più pluralismo nel partito"), ora si è allineato alla segretaria nella critica alla Kaiser von der Leyen e al suo progetto “ReArm Ue”, dopo che l'America trumputiniana ci ha lasciati orfani e indifesi. E giù gran telefonate tra Bettini e il duo Franceschini-Nastasi

 

massimo d alema giuseppe conte goffredo bettini dario franceschini 3

Una mossa che ha creato una spaccatura anche all’interno del Pd romano, dove il sindaco Roberto Gualtieri, con il suo braccio destro Claudio Mancini, sono contrari all’appiattimento della loro eminenza grigia Bettini sulla linea Elly.

 

All’opposizione (scarna ma rumorosa) resta un manipolo di liberal ex renziani, tra cui si segnalano per attivismo l’europarlamentare Pina Picierno (ieri di fronte al post delirante del Pd su Salvini - “Bravo Matteo” – ha detto “mi vergogno”), l’ex portavoce di Matteonzo, Filippo Sensi, e soprattutto Lia Quartapelle.

 

alessandro alfieri

La consorte di Claudio Martelli, che in questi anni ha ripetutamente testimoniato la sua vicinanza all’Ucraina con viaggi e iniziative di solidarietà, e ora si ritrova in un partito imbelle che sventola una imbarazzante equidistanza tra le posizioni di Trump e quelle dell’Europa, finendo per accodarsi al “pacifista” Conte e alla Lega putiniana. Come alternativa al governo Meloni, il Pd-Elly fa ridere i polli...

elly schlein paolo gentilonielly schlein alla direzione del pd foto lapressegiuseppe conte goffredo bettini

 

pina picernoclaudio martelli lia quartapelle 44

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."