
DAGOREPORT – ’STO CANCELLIERE TEDESCO È PROPRIO BRAVO A DARE UNA MANO ALLA GEOPOLITICA BALLERINA DI GIORGIA MELONI - L'HA IMPARATO A SUE SPESE MACRON, CHE AVEVA RIVOLTO ALLO SPILUNGONE CRUCCO DUE RICHIESTE: IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA. INVITO RISPEDITO AL MITTENTE: ''NON CI SONO I PRESUPPOSTI" – LA SECONDA: LA DISPONIBILITÀ DELLA GERMANIA A INVIARE SOLDATI “BOOTS ON THE GROUND” CON I VOLENTEROSI DI FRANCIA E GERMANIA IN UCRAINA A SALVAGUARDIA DELLA FUTURA TREGUA - PRIMA MERZ AVEVA APERTO, POI CON UNA GIRAVOLTA COME NEANCHE ROBERTO BOLLE, HA CAMBIATO IDEA, BATTIBECCANDO CON LA SUA CONNAZIONALE URSULA VON DER LEYEN, DIVENTATA GUERRAFONDAIA - COSI' LA DUCETTA, UNA VOLTA SCHIZZATA DA MACRON, PER NON FINIRE ISOLATA, SI ERA ATTACCATA ALLA GIACCHETTA DI MERZ, SI E' RITROVATA SBROGLIATA LA MATASSA CHE LA VEDE IN CONFLITTO COL DUO DEI ''VOLENTEROSI''...
DAGOREPORT
FRIEDRICH MERZ - EMMANUEL MACRON
Sto' cancelliere tedesco è proprio bravo quando c'è da dare una mano alla geopolitica ballerina di Giorgia Meloni.
Lo ha imparato a sue spese Emmanuel Macron: il presidente francese contava sullo storico asse Parigi-Berlino, unica e vera locomotiva europea, per dare nuovo impulso ai “Volenterosi” di fronte alle ritrosie di Donald Trump sulla questione ucraina.
Il primo inquilino dell’Eliseo, in vista del vertice con Zelensky di giovedì, ha chiesto rassicurazioni allo spilungone crucco su due questioni. La prima, il riconoscimento dello Stato di Palestina, un segnale forte da mandare alle opinioni pubbliche europee, sempre più in-gazate per i massacri perpetrati a Gaza da Netanyahu che hanno toccato la vergogna di 60mila vittime.
EMMANUEL MACRON BENJAMIN NETANYAHU
Merz, leader di un Paese che per ovvie ragioni storiche (l’Olocausto di sei milioni di ebrei) è il più ferreo alleato di Israele, prima ha preso tempo, aprendo alla possibilità. Poi ha ribadito la sua totale contrarietà: “Non ci sono i presupposti, le opinioni divergono”.
La seconda richiesta, ben più importante per l’Europa, è legata invece al destino dell’Ucraina. Macron, insieme al britannico Keir Starmer, è l’anima del gruppo dei Volenterosi: Francia e Regno Unito hanno giù espresso chiaramente la loro disponibilità a inviare soldati “boots on the ground” a Kiev, per monitorare e garantire il rispetto della futura tregua.
SELFIE DI EMMANUEL MACRON CON FRIEDRICH MERZ
Macron contava sulla collaborazione di Merz: che credibilità avrebbe il progetto senza il Paese più ricco e potente del Continente, che si appresta a investire la bellezza di 1.000 miliardi in dieci anni per rafforzare il suo esercito? Per questo, monsieur Emmanuel ha chiesto all’amico Merz: “Ma tu, alla fine, che fai? Partecipi o no?”.
E qui è cascato l’asino: Merz, che prima si era messo a disposizione, con una giravolta si è chiamato fuori, e si è messo a battibeccare con la sua connazionale Ursula von der Leyen che, calzato l'elmetto, è diventata guerrafondaia.
Il cancelliere, infatti, di fronte alle voci di un possibile invio di soldati tedeschi, ieri ha tuonato: “L’Ue non è competente in materia”.
Il risultato politico fa godere Giorgia Meloni che, schizzata da Macron, per restare isolata si è attaccata alla giacchetta del cancelliere che, con questo balletto di rinculi, ha dato così una grossa mano alla Statista della Sgarbatella, contrarissima a spedire militari europei in Ucraina per non dare soddisfazione all’arcinemico francese e sopratutto di evitare altri guai in casa, dove è pressata dal filo putiniano Matteo Salvini che si è appellato al "Cuor di mamma" per rigettare qualsiasi intervento dei nostri militari, sminatori compresi, per la salvaguardia della futura tregua tra Russia e Ucraina.
VACILLA LA SPONDA TEDESCA, ALTOLÀ DEL CANCELLIERE MERZ SULLE TRUPPE IN UCRAINA
Estratto dell’articolo di Sebastiano Canetta per https://ilmanifesto.it/
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
Sotto attacco all’Europarlamento, con la Sinistra che annuncia una mozione di sfiducia, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, stavolta non potrà contare sull’incondizionato appoggio della Germania a trazione social-democristiana.
A Berlino il governo guidato dal leader Cdu, Friedrich Merz, non ha alcuna intenzione di lasciare l’ex ministra della Difesa del governo Merkel in balìa dei sommovimenti a Strasburgo, ma il salvagente politico le verrà assicurato solo al momento giusto e dietro precise garanzie.
Ieri Merz ha ripetuto le parole di fuoco del ministro della Difesa, Boris Pistorius, sull’invio di truppe tedesche in Ucraina: «L’Ue non è competente in materia». Un altro altolà da sommare alla lunga serie di contrapposizioni fra Berlino e Bruxelles in cui spicca in parallelo il totale disaccordo con il ministro delle Finanze, Lars Klingbeil, sul futuro bilancio Ue.
KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV
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La presidente della Commissione Ue ora incassa anche il rimprovero di Merz dopo Pistorius, ma aveva già preso atto del clima ostile con l’idea della sua candidatura a prossima presidente della Bundesrepublik alla scadenza del mandato di Frank-Walter Steinmeier promossa da Merz senza consultarla.
Poco dopo aver letto sulle agenzie di essere stata inserita nella rosa di esponenti dell’Union in pole-position per diventare la prima capa di stato della Germania, ha fatto sapere di voler rimanere a Bruxelles fino a fine legislatura. […]
friedrich merz ursula von der leyen
merz trump
Friedrich Merz - esercito tedesco
friedrich merz ursula von der leyen
FRIEDRICH MERZ WOLFGANG SCHAUBLE
merz meloni