DIACU-LOGIA: BERLUSCONI? È MEGLIO DI LADY GAGA! – “A DIFFERENZA DI TUTTI QUEI FROCI PORTA-BORSETTE CHE L'ITALIA PRODUCE E COLTIVA DA ANNI, BERLUSCONI È FROCIO SOLO NELL'ANIMA E I PORTA-BORSETTE LI REDIME”

Pierluigi Diaco per Dagospia

Premessa: Quello che leggerete è un paradosso, un iperbole, una piroetta, un atto d'amore nei confronti di un uomo che rischia di finire in galera in quanto uomo eccezionale. Quindi, per me è tutto chiaro. Premetto che qui non è in dubbio la virilità e lo charme del Presidente Berlusconi.

Qui per una volta si vola in alto e si tenta di fare il triplo salto mortale per difendere un'icona che, se la lobby gay avesse le palle, sarebbe già mito. Perchè Berlusconi è molto di più di quello che si è detto e scritto: ormai si è meravigliosamente trasformato nella nostra Duchessa D'Alba.

Iconograficamente, Madonna, Lady Gaga e tutte quelle simpatiche nane che, con la bava alla bocca, hanno costruito meticolasamente e per anni il loro posizionamento nel pantheon culturale della galassia gay, gli fanno una pippa. In questa Italia mediocremente e noiosamente Renziana, Berlusconi, con quella sua inconfondibile janeggine da vecchia Signora non ancora struccata, ci ha regalato due capolavori: un Presidente del Consiglio detto "la Fuffa" (fa tanto trans in servizio nelle colline Fiorentine), e una compagna di vita, la sua, che studia da Evita.

Niente di più diabolicamente frocio, niente meno di una serata al Muccasssassina, tutto decisamente più divertente ed epico delle Primarie del Pd o dei carteggi "pucci pucci" tra Paola Concia e Paola Binetti. Decadente, deriso, ferito, ma vivo, Berlusconi va immaginato così: in quelle prime ore del mattino quando, con la stessa spinta poetica cara alle soubrette degli anni '50, si accomoda davanti allo specchio per truccare, scolpire e lievitare il suo paffutissimo volto, per indossare infine quelle scarpette tacco 8 in grado di fargli toccare il cielo con un dito.

Altro che l'ambiguità di James Franco, i muscoli di Fabrizio Corona o le forme efebiche di Justin Bieber: i froci divini, categoria santa e minoritaria del mondo gayo, conoscono bene quella incontenibile allegria e quell'inaspettato pathos che solo le piroette della Duchessa D'alba e i "battement fondu"di Berlusconi sanno suscitare dentro i cuoricini. Non c'è partita, non c'è Gay Pride che tenga, altro che quella brava persona di Ivan Scalfarotto o quella simpatica "matta" di Nino Strano: Berlusconi è talmente gay, è meravigliosamente e visibilmente soprattutto gay, che le donne lo amano, lo desiderano, lo sognano, lo idolatrano, lo vogliono, lo posseggono.

Per restituircelo ancora più "macho", virile, omo. Perchè a differenza di tutti quei froci porta-borsette che l'Italia produce e coltiva da anni, Berlusconi è frocio solo nell'anima e i porta-borsette li redime a tal punto da affidargli prima un lavoro (magari un settimanale patinato) e poi corsi di "bon ton" per le sue esigenti accompagnatrici.

Non c'è da aggiungere altro, scriverei per ore declinazioni e varianti sul tema, ma il vocabolario diventerebbe e gratuitamente inelegante e miseramente volgare. Ma quando vedrò l'Arcigay sventolare il volto del nostro Divino in una di quelle patetiche marce autodistruttive, allora sì, allora scriverò il resto di questa storia che, solo io e pochi altri, sappiamo posarsi su concrete e solide basi culturali.

E non solo. Ma una cosa possa aggiungerla: niente come Berlusconi, in Italia, è stato tutto e il contrario di tutto. In poche parole: andrebbe graziato all'istante solo per ringraziarlo, come ho scritto più volte sui miei francobolli su Il Foglio, per quella massiccia dose di liberta psicologica che ci ha sottratto al dogmatismo e all'ideologismo imperante.

 

 

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