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DOPO LA GRECIA, SCHAEUBLE VUOLE RADDRIZZARE L'EUROPA - "LA COMMISSIONE HA TRAVALICATO IL SUO RUOLO. DEVE FAR RISPETTARE LE REGOLE, NON FARE POLITICA. E BISOGNA TOGLIERGLI LA COMPETENZA SULL'ANTITRUST"

Danilo Taino per il “Corriere della Sera

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La coda lunga della crisi greca ha ormai iniziato a infilarsi nelle stanze del potere europeo. Mette scompiglio. Ieri si è saputo ufficialmente che il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha sollevato una questione di bilanciamento di funzioni della Commissione europea: dice che deve mantenere «un giusto equilibrio» tra il fare politica da un lato e la neutralità di quando affronta questioni di rispetto delle regole.

 

Nei mesi scorsi, Schäuble aveva fatto capire di avere giudicato eccessivi gli interventi del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, nel corso del negoziato tra creditori e Atene. E in precedenza dal suo ministero era trapelato scetticismo sul trattamento, considerato di favore, dell’esecutivo europeo, nei confronti di alcuni Paesi che avevano ridotto il deficit meno del previsto, in particolare Francia e Italia.

wolfgang schaeuble schauble  1wolfgang schaeuble schauble 1

 

Ora, queste critiche trovano un punto di caduta nel richiamo a un maggiore equilibrio: dietro, c’è la richiesta di rivedere le funzioni delle istituzioni europee approfittando proprio delle riforme di cui l’Eurozona e la Ue hanno bisogno dopo lo choc della crisi della Grecia.

 

Secondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung , Schäuble avrebbe sostenuto, durante una riunione dei ministri delle Finanze europei, che il ruolo sempre più politico assunto dalla Commissione da quando è guidata da Juncker la mette in contraddizione con il ruolo di arbitro imparziale in una serie di campi. Il che richiederebbe un cambiamento dei meccanismi di funzionamento di Bruxelles.

 

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Per esempio, ha scritto il giornale, in un campo come la concorrenza — uno dei poteri maggiori della Commissione, che regola il rispetto del mercato, le fusioni tra aziende, gli aiuti di Stato, gli abusi di posizione dominante — una Commissione politica e non neutrale andrebbe sostituita da un’agenzia indipendente.

 

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Ieri, una portavoce del ministero delle Finanze di Berlino ha spiegato che non si tratta affatto di una posizione punitiva o di una volontà di ridimensionamento della Commissione.

 

Ha sostenuto che la discussione rientra nel quadro della riforma della governance europea, e che Schäuble ha sollevato il tema un paio di settimane fa nel corso di una prima discussione sul Rapporto dei 5 presidenti, nel quale vengono proposti cambiamenti di breve e di lungo periodo per dare stabilità all’Eurozona. «Il ministro — ha detto la portavoce — si è riferito al ruolo delle istituzioni. Nell’insieme, ciò che è davvero importante è che la Commissione mantenga il giusto equilibrio tra la sua funzione politica e il suo ruolo di guardiano dei trattati (europei)».

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Subito dopo le elezioni del maggio 2014 per il Parlamento di Strasburgo, in cui le famiglie politiche europee indicarono il nome del presidente della Commissione, alcuni osservatori — in Italia per esempio Riccardo Perissich — sostennero che l’investitura «più popolare» dell’esecutivo Ue lo avrebbe reso più politico e in conflitto, almeno parziale, con i governi nazionali. Così sta accadendo.

 

La discussione sul Rapporto dei 5 presidenti riprenderà l’11 e il 12 settembre in Lussemburgo. Schäuble dà nettamente l’impressione di volerne essere un protagonista: convinto che l’esperienza della caotica gestione della crisi greca imponga cambiamenti significativi a Bruxelles.

RENZI HOLLANDE RENZI HOLLANDE

 

Da un lato, il ministro ha fatto vacillare vecchie certezze mettendo sul tavolo per la prima volta la possibilità che un Paese esca dell’Unione monetaria: la famosa opzione «Grexit».

Dall’altro, ha avanzato proposte per un bilancio e un ministro delle Finanze dell’Eurozona ma — si capisce ora — all’interno di una redistribuzione ancora più ampia e radicale delle funzioni e del potere nell’intera Europa. Alza l’asticella: sembra non avere intenzione di sprecare una crisi come quella che l’Eurozona ha vissuto ad Atene.

 

 

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