DOPO LA SVEGLIA ALLE REGIONALI, GIORGIA MELONI CORRE AI RIPARI IN VISTA DELLE POLITICHE E APRE UN NUOVO FRONTE: LA MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE. L’IDEA DEI CAMERATI D’ITALIA È QUELLA DI UN PROPORZIONALE CON PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE CHE VINCE E RAGGIUNGE LA SOGLIA DEL 40%. RESTA SUL TAVOLO IL TEMA DELL'INDICAZIONE SULLA SCHEDA DEL NOME DEL CANDIDATO PREMIER. FORZA ITALIA FRENA – IL CAMPO LARGO SI SPACCA, IL PD NON VUOLE MODIFICHE DEI COLLEGI UNINOMINALI (TARUFFI, IL RASPUTIN DI SCHLEIN: “MELONI HA LO SCOPO DI CANCELLARLI PERCHÉ LI PERDEREBBE TUTTI, E FARE UN PROPORZIONALE”) MA I 5STELLE APRONO: "SÌ AL PROPORZIONALE"
Gabriella Cerani per "la Repubblica" - Estratti
Lo spoglio delle schede è ancora in corso quando il centrodestra apre ufficialmente il cantiere della riforma della legge elettorale (...)
Risultati alla mano, Pd, M5s, Avs e Iv sono convinti che un'alternativa al governo Meloni sia già nei fatti: se si resta uniti, come in questo banco di prova delle regionali, il campo largo può vincere. Ed è per questo che, secondo le opposizioni, il governo è al lavoro per cambiare il sistema con il quale si voterà nel 2027.
Matteo Renzi è il più veloce a sollevare il problema di una legge che verrebbe messa a punto per far perdere il campo largo. Anche il Pd è molto preoccupato. «La premier proverà a cambiare la legge elettorale. Perché, con questa legge, lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede», sottolinea il leader di Iv parlando di un'alternativa, «da Casa Riformista fino alla sinistra, che quando è unita vince».
GIOVANNI DONZELLI E ARIANNA MELONI
Il responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi, illustra un calcolo che da settimane circola negli uffici del Nazareno ed è il seguente: «Rispetto al 2022 i risultati dei collegi uninominali sarebbero ribaltati». Soprattutto al Sud, basti pensare alle vittorie schiaccianti in Campania e Puglia, a quella dello scorso anno in Sardegna e anche dalla Basilicata nonostante la sconfitta ci sarebbero segnali positivi.
«È chiaro — secondo il braccio destro e sinistro di Elly Schlein — che Meloni ha lo scopo di cancellare i collegi uninominali perché li perderebbe tutti, e fare un proporzionale. Il suo è interesse personale».
I sospetti a stretto giro vengono confermati. Sulla legge elettorale «nessun dogma, noi puntiamo alla governabilità», dice il capo organizzativo di FdI Giovanni Donzelli: «Se si votasse oggi non ci sarebbe la stessa stabilità che abbiamo ora. Noi crediamo che sarebbe utile averla. È una riflessione che facciamo». Insomma, si tratta di una priorità.
Lo schema prende forma. Sparirebbero i collegi, nonostante i dubbi leghisti, e si andrebbe verso un proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione che vince e raggiunge la soglia del 40%. Resta sul tavolo il tema dell'indicazione sulla scheda del nome del candidato premier. Forza Italia frena.
Un antipasto in attesa della riforma del premierato, che al momento è ferma in commissione Affari costituzionali alla Camera e in ogni caso si concluderà nella prossima legislatura con il referendum.
Tuttavia nel campo largo le sensibilità sulla legge elettorale sono diverse. Se Pd e Italia viva sono contrari alla riforma, di parere diverso sono i 5Stelle che, con il capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi, lanciano un messaggio agli alleati: «Noi siamo sempre stati contrari a questa legge elettorale.
Siamo per cambiarla, siamo per un sistema proporzionale». E infatti il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha gioco facile per dire che «anche nell'opposizione ci sono favorevoli al proporzionale».
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