1. STEFANO FASSINA A DAGOSPIA: “NON VOGLIAMO LA SCISSIONE MA IL PD NON DIVENTI IL PARTITO DEGLI AMMINISTRATORI DELEGATI DELLE MULTINAZIONALI E DEI FINANZIERI D’ASSALTO" 2. “RENZI SOTTOVALUTA CHE LARGA PARTE DELLE PERSONE CHE ERANO IN PIAZZA SABATO CON LA CGIL FA PARTE DI QUEL FAMOSO 40,8% CHE CI HA VOTATO ALLE ELEZIONI EUROPEE” 3. DALLA LEOPOLDA NON ARRIVA NULLA DI NUOVO, MA SOLO “UNA RICETTA ECONOMICA CHE RACCOMANDANO DA TRENT’ANNI I CONSERVATORI E I CUI RISULTATI SONO SOTTO I NOSTRI OCCHI DA TEMPO, OVVERO UNA SVALUTAZIONE DEL LAVORO E LA STAGNAZIONE ECONOMICA” 4. GLI STRESS TEST “SONO STATI CONDOTTI CON CRITERI NON OMOGENEI E CHE NON AIUTANO LE BANCHE ITALIANE. BISOGNERÀ OCCUPARSENE IN PARLAMENTO CON UNA SERIE DI AUDIZIONI”

Colloquio con Stefano Fassina di Francesco Bonazzi

 

Stefano Fassina Stefano Fassina

Nessuna intenzione di andarsene e provocare una scissione, ma la ferma determinazione a non lasciare che il Pd diventi “il partito degli amministratori delegati e dei finanzieri d’assalto”. Archiviato un fine-settimana di forti divisioni, dalla piazza della Cgil alla Leopolda, Stefano Fassina prova a spiegare la battaglia della sinistra del partito, nella convinzione che si debba mantenere a tutti i costi un forte rapporto con il mondo del lavoro. Ovvero, con la Cgil di Susanna Camusso.

 

Allora onorevole Fassina, lei sabato è sceso in piazza contro il governo e questo fine settimana sembra avvicinare la scissione in casa Pd.

 

“Noi non vogliamo la scissione, lo dico con chiarezza una volta di più. Purtroppo c’è un processo di scissione molecolare in atto e dobbiamo cercare di evitarla tutti. Mi pare invece che questo della scissione venga considerato come un problema di qualcuno e non come un problema di tutto il partito”

 

matteo renzi leopoldamatteo renzi leopolda

La sinistra interna del Pd, e chi era in piazza sabato con la Cgil come lei, non dà questa impressione “unitaria”…

 

“Noi vogliamo semplicemente correggere i provvedimenti che non vanno nella direzione giusta, dalla legge delega del lavoro alla legge di Stabilità”.

 

La sensazione è che Renzie vi stia provocando. Non le pare?

 

“Certamente le sue conclusioni alla Leopolda non sono state un tentativo di comprendere i problemi aperti. Renzi sottovaluta che larga parte delle persone che erano in piazza sabato fa parte del famoso 40,8% delle Europee. Senza correzioni di rotta non si risolvono i problemi del Paese. Anche in questo fine settimana lui ha proposto una ricetta sbagliata”

 

matteo renzi leopolda matteo renzi leopolda

Sbagliata in che cosa?

 

“Il premier presenta come fortemente innovativa una ricetta economica che raccomandano da trent’anni i conservatori e i cui risultati sono sotto i nostri occhi: svalutazione del lavoro e stagnazione”.

 

Non crede che Renzi in cuor suo si auguri una qualche aggregazione a sinistra del Pd, che potrebbe diventare il bersaglio quasi quotidiano delle sue ironie? Vi tratterebbe come una massa di gufi del paleolitico.

 

“Probabilmente è così, ma nessuno di noi intende lasciare il Pd. Noi vogliamo migliorare le risposte che il partito è in grado di offrire al Paese. Vogliamo tenere un rapporto stretto con una parte del mondo del lavoro senza la quale il Pd, semplicemente, non è più il Pd”.

matteo renzi alla leopoldamatteo renzi alla leopolda

 

Il partito perde tessere, ma ha il vento in poppa nei sondaggi. Bisogna riconoscere che il metodo Renzi sembra funzionare

 

“Io non so se funziona o non funziona. Il punto è se vogliamo allargare l’area degli interessi rappresentati dal Pd, oppure se vogliamo sostituire una parte di quegli interessi, come quelli del lavoro di cui parlavo prima, con qualcos’altro. Se diventiamo il partito degli amministratori delegati delle multinazionali o dei finanzieri d’assalto, temo che non riusciremo a dare quelle risposte di cui il Paese ha bisogno. Oltre al fatto che romperemmo i legami con un pezzo di società fondamentale”.

Pierluigi Bersani Pierluigi Bersani

 

Cambiamo discorso. Lei è stato viceministro per l’Economia e segue anche le partite politico-finanziarie. Guardando i risultati degli stress test viene il sospetto che le banche francesi abbiano avuto un trattamento di riguardo. Non è che Hollande con l’Europa ha usato Renzi come lepre, lo ha fatto correre, e poi si è messo d’accordo con la Merkel? Le banche italiane pagano le spacconate europee di Renzi?

 

“Non credo questo, spero che non sia andata così. Credo che ci sia stata una valutazione con criteri che certamente non aiutavano le banche italiane, ma non drammatizzerei i risultati. Ci sono due banche con problemi di capitalizzazione. Carige sta correndo ai ripari e Monte dei Paschi, al netto dei Monti bond restituiti, necessita di 1,3 miliardi che possono essere ottenuti con un ulteriore aumento di capitale. I problemi delle banche italiane sono affrontabili senza bisogno di pesare sul bilancio pubblico e questo bisogna sottolinearlo”.

GIUSEPPE MUSSARI E SUSANNA CAMUSSO GIUSEPPE MUSSARI E SUSANNA CAMUSSO

 

Oggi, sul “Sole 24 Ore”, Marco Onado fa notare che ci sono i risultati positivi di banche che hanno un bilancio fortemente esposto verso attività speculative, come la Deutsche Bank. E non sono state bocciati istituti spagnoli, pur coinvolti da una crisi immobiliare particolarmente grave. Non è che sono stati scelti criteri discutibili per questi stress test?

 

Profumo Alessandro Profumo Alessandro

“Non erano criteri omogenei e non erano criteri positivi per l’Italia, questo va detto. Credo che su ciò vada fatto un approfondimento perché dobbiamo pretendere trattamenti omogenei. Ci sono state alcune promozioni sorprendenti e non possiamo archiviare la pratica. Credo che anche il Parlamento, attraverso una serie di audizioni, debba approfondire questi aspetti per avere certezze sulla parità di trattamento delle banche”. 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…