1. FATTO L'ACCORDO SUL “RENZUSCONI ELETTORALE” BISOGNA FARLO PASSARE. MA LA MAGGIORANZA TRASVERSALE DEI PARLAMENTARI VUOLE LA GARANZIA CHE SI APPROVANO ANCHE LE LEGGI COSTITUZIONALI E SOPRATTUTTO CHE LE ELEZIONI SLITTINO ALMENO AL 2015 2. TRENTA BALDI DEPUTATI DI FORZA ITALIA PRONTI A SABOTARE A SCRUTINIO SEGRETO LA RIFORMA ELETTORALE PER LOGORARE VERDINI E IL CERCHIO MAGICO: PIÙ TARDI SI VOTA, PIÙ CHANCES PENSANO DI AVERE PER RESTARE IN LISTA PER LA PROSSIMA TORNATA ELETTORALE 3. NEL PD VOGLIONO LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA SULLE RIFORME COSTITUZIONALI MENTRE I POST-PCI VANNO VERSO VENDOLA, ALFANO PERDE PEZZI, FORMIGONI VERSO MAURO 4. CASALEGGIO A ROMA PER RIPRENDERE IN MANO UNA SITUAZIONE SFUGGITA DI MANO 5. LA LEGISLATURA SI DECIDE TRA IL 10 E IL 20 FEBBRAIO: DIECI GIORNI BOLLENTI IN CUI DOVRÀ ESSERE APPROVATA LA LEGGE ELETTORALE ALLA CAMERA, RIFATTO IL PROGRAMMA DI GOVERNO E INSERITI I MINISTRI DI STRETTA OSSERVANZA RENZIANA: SE UNA DI QUESTE OPZIONI SALTA, SALTA TUTTO E SI VOTA IL 25 MAGGIO COL PROPORZIONALE

DAGOREPORT

Malgrado l'accordo sulla legge elettorale sia praticamente cosa fatta, scetticismo e perplessità la fanno da padrone, nei gruppi politico e nei singoli parlamentari. Le variabili in gioco sono ancora tante e, al di la' delle apparenze, le insidie sono ancora maggiori.

Per essere chiaro, in ampi settori della Camera si ritiene che:

1. Se il testo della riforma non conterrà una norma di salvaguardia come quella presentata dal deputato Pd Lauricella (sottoscritta da una pattuglia di deputati dello stesso partito a partire dall'ex presidente Bindi Rosy), che prevede che la legge elettorale non entra in vigore fino a quando non vengono approvate le modifiche costituzionali di superamento del bicameralismo perfetto e di modifica del titolo V della Costituzione, molti non voteranno la riforma, a prescindere da quello che faranno i rispettivi partiti. E ciò la dice lunga proprio sul clima di sfiducia che c'è nei partiti e tra i partiti.

2. Questo vuol dire che una larga maggioranza dell'attuale Parlamento se non ha una esplicita garanzia sul proseguimento della legislatura e' pronto a mandare all'aria tutto e ad andare persino a votare a maggio col sistema proporzionale, ritenuto il male minore rispetto al nuovo che avanza. In pratica, un partito dei parlamentari trasversale a tutti i partiti subisce questa legge elettorale e la lascerà passare soltanto se entra in vigore tra un anno, con il voto nel 2015 o dopo.

Oltretutto, la situazione interna ai partiti stessi non è affatto tranquilla:

1. Nei corridoi di Montecitorio si parla apertamente di almeno 30 deputati di Forza Italia pronti a fare i sabotatori a scrutinio segreto sin dalla prima votazione. Nessuno di loro infatti vuole accettare il predominio di Verdini Denis e la sua ostinazione, insieme ai Brunetta Renato di turno, di puntare a "elezioni al più presto, a tutti i costi". Non è ovviamente te solo un fatto caratteriale, di amicizie o si inimicizie: cinicamente i 30 ritengono che più passa il tempo (un anno o due), più la parabola discendente di Berlusconi Silvio sul piano elettorale sarà inarrestabile e più cresceranno i rischi per la rielezione del cerchio magico, degli inquisiti e delle ragazze del clan. Quindi, ci sarà più spazio per i forzaitalioti normali, magari insapori ma normali.

2. Il Pd ribolle dentro una finta tregua. In realtà una frangia consistente di post comunisti e' pronta a ricongiungersi con Sel di Vendola Niki, il quale non a caso ha previsto un orizzonte brevissimo per la sua segreteria, in attesa del nuovo Pd più forte mediaticamente con il nuovo leader, ma sostanzialmente indebolito da una scissione che molti danno per imminente.

3. I mugugni dentro il nuovo centrodestra di Alfano Angelino sono generali e il partitino, al termine del percorso di approvazione della legge elettorale rischia di trovarsi con numeri ben meno consistenti. Diversi parlamentari contestano infatti all'ex delfino del Berlusca una trattativa al ribasso per tanti versi incomprensibile, dove si è intestato di fatto soltanto una battaglia relativa alle candidature multiple, delle quali ai peones non frega assolutamente nulla perché esse servono semmai a garantire l'elezione più certa di qualche notabile. In più, molti ritengono che un pezzo di Ncd, Formigoni Roberto in testa, stia per ricongiungersi con Mauro Mario nel nuovo soggetto politico (Popolari per l'Italia) appena battezzato dal ciellina.

4. I Cinque Stelle non stanno messi meglio. Dopo gli ultimi, almeno avventati, attacchi a Re Giorgio II il movimento aspetta solo l'occasione giusta per certificare la sua esplosione. Non a caso, Casaleggio Roberto oggi si è precipitato a Roma, dove è scomparso in riunioni ad oltranza con i parlamentari. Quel che resta della Lega e' in attesa di vedere nero su bianco la norma che li salva dalla tagliola dello sbarramento al 4,5 per cento, sempre che poi raccolgano i voti necessari.

Al di la' degli umori e degli orientamenti del Parlamento, l'appuntamento decisivo che determinerà una volta per tutte l'andazzo generale, che segnerà o una ripartenza del governino Letta e della legislatura o il definitivo affossamento di entrambi va collocato tra il 10 e il 20 di febbraio. Saranno quelli i dieci giorni chiave dell'anno politico in cui devono verificarsi in rapida successione tre fatti molto semplici e precisi:

1. Approvazione della legge elettorale alla Camera in un testo il più condiviso possibile.

2. Varo del rilancio del governo attraverso l'Agenda 2014 con un forte e convinto apporto del Pd di Renzi Matteo.

3. Nuova squadra di governo con almeno tre o quattro ministri di stretta osservanza renziana scelto direttamente da Re Giorgio II e da Letta Enrico.

E' evidente che se uno solo di questi tre eventi viene meno si precipiterà inevitabilmente verso elezioni anticipate il 25 di maggio.

 

 

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