renzi obama washington cena

FIATO ALLE TROMBETTE! - OBAMA SI SPARA LE ULTIME CARTUCCE PER IL REFERENDUM RENZIANO: ''TIFO PER MATTEO'', E MINACCIA CHE GLI INVESTIMENTI AMERICANI DIMINUIREBBERO IN CASO DI VITTORIA DEL NO - UN ENDORSEMENT MAI VISTO PRIMA, S'INFURIA IL FRONTE ANTI-RIFORMA. SETTIS: ''SONO SICURO CHE OBAMA NON HA LETTO LA LEGGE BOSCHI''

Da www.ilfattoquotidiano.it

 

renzi e obama a washington  7renzi e obama a washington 7

Dopo le banche d’affari e l’ambasciatore Usa a Roma, Matteo Renzi ha strappato anche il sostegno del presidente degli Stati Uniti alla riforma della Costituzione italiana. “Il Sì può aiutare l’Italia”. Ma anche: “Matteo ha fatto riforme giuste e coraggiose”. E addirittura: “Non voglio interferire, ma tifo Renzi”.

 

La visita alla Casa Bianca è diventata così una passerella per il Sì al referendum, dopo che a metà settembre il rappresentante statunitense Philipps aveva già detto la sua chiaramente (“La vittoria del No sarebbe un passo indietro per attrarre gli investimenti”). Il presidente del Consiglio italiano ha incassato lo sponsor ormai scontato: “Se passa il No non ci saranno cataclismi, ma nel dubbio preferisco fare di tutto per vincere”. Sono seguite battute, pacche sulle spalle metaforiche e risate mentre Agnese Renzi e Michelle Obama prendevano il té in attesa della cena con la delegazione di 8 italiani “simbolo”.

 

renzi e obama a washington  6renzi e obama a washington 6

La scena non è piaciuta al fronte del No che unanime, già come era successo settimane fa con l’uscita di Phillips, ha criticato l’endorsement. Il costituzionalista Salvatore Settis ha detto: “Sono nettamente contrario alla riforma costituzionale, perché l’ho letta, perché è fatta con i piedi, in fretta e furia e piena di errori madornali. Sono sicuro che Obama non l’ha letta”.

 

Così pure la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Dopo i lobbisti di mezzo mondo, le banche d’affari e i finanzieri, arriva il sostegno anche dal presidente degli Stati Uniti che con la sua incapacità ha fatto prosperare l’Isis e ha gettato il mondo nel caos. Ma saranno gli italiani a decidere del proprio futuro votando No al referendum, no alle politiche fallimentari di Renzi e no alle interferenze dei poteri forti e delle Nazioni straniere”.

 

Per il senatore di Forza Italia Altero Matteoli il premier è così in difficoltà da dover ricorrere alle “sviolinate”: “Oggi abbiamo avuto contezza delle difficoltà di Renzi che le prova tutte per vincere. E’ ricorso alle sviolinate di Obama (unico tema di questo originale bilaterale di Stato?), che non si negano a nessuno specie se arrivano ‘in limine mortis’, a fine mandato. Ma sono tanto edulcorate e finte che non gli porteranno bene”.

renzi e obama a washington  4renzi e obama a washington 4

 

Obama in favore del Sì al referendum: “Riforme giuste e coraggiose. Io tifo Renzi” – “Ci sarà un referendum per ammodernare le istituzioni italiane che può aiutare l’Italia verso un’economia più vibrante”, ha detto Barack Obama nel corso della conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca. “Siamo d’accordo sul fatto che bisogna concentrarsi sulla crescita per la prosperità delle persone: Matteo sta facendo le riforme in Italia, a volte incontra resistenze e inerzie ma l’economia ha mostrato segni di crescita, anche se ha ancora tanta strada da fare”.

 

Ha detto poi che “non vuole parlare del referendum né influenzare, ma le riforme fatte da Matteo sono giuste. Io faccio il tifo, Renzi dovresti rimanere al timone ancora per un po'”. Obama è anche andato oltre: “Il governo di Matteo Renzi”, ha detto, “sta portando avanti riforme coraggiose, noi sosteniamo il referendum per un sistema politico più responsabile”.

renzi e obama a washington  2renzi e obama a washington 2

 

Il Sì di Obama non è una vera sorpresa per il governo. La posizione degli Usa sull’argomento era già apparsa chiaramente nelle scorse settimane, quando l’ambasciatore a Roma John Phillips durante un convegno aveva detto che “la vittoria del No sarebbe un passo indietro per attrarre gli investimenti stranieri”: “Resta una decisione italiana”, aveva precisato, “ma l’Italia deve garantire di avere una stabilità di governo. Perché 63 governi in 63 anni non danno garanzie”.

 

Parole che avevano scatenato numerose polemiche da parte del fronte del No e da esponenti della minoranza Pd (con l’ex segretario Pierluigi Bersani in prima fila: “Da non credere”). In quell’occasione Forza Italia aveva invocato l’intervento di Sergio Mattarella, mentre i 5 stelle avevano polemizzato: “Siamo alleati, non sudditi”.

 

Renzi ha incassato lo sponsor ormai scontato e ha preferito temporeggiare ancora una volta su quello che succederà il giorno dopo il referendum. Tanto che alla domanda su cosa potrebbe succedere se vincesse il No ha detto: “Lo scopriremo solo vivendo, ma passerà il Sì quindi non mi porrete più questa domanda. Comunque non credo che vi saranno cataclismi in caso vincesse il No, ma per non avere dubbi preferisco fare di tutto per vincere”.

 

renzi e obama a washington  1renzi e obama a washington 1

Sui toni della campagna elettorale ha detto: “E’ normale che il dibattito politico sia molto forte: se a dicembre vinceremo per l’Italia le cose saranno più semplici, per il Paese sarà più facile la battaglia per cambiare l’Europa. E’ l’unica conseguenza, a parte le riforme costituzionali, per il dibattito politico, e lavorerò duramente per raggiungere la vittoria”.

 

 

L’incontro di Benvenuto. Obama: “Italia tra i nostri maggiori alleati” – “Buongiorno e benvenuti”. Barack Obama ha salutato in italiano il presidente del Consiglio Matteo Renzi, accogliendolo nel South Lawn della Casa Bianca. “Oggi è una giornata piacevole per me e Michelle – ha esordito Obama – perché sancisce l’ultima cena di stato della mia presidenza. Ci siamo riservati il meglio per la fine“. Il riconoscimento di Obama è andato alla fedeltà dell’Italia, “uno dei più grandi alleati – ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca – che abbiamo”.

 

A legare Roma e Washington, secondo il presidente americano, è il motto “patti chiari e amicizia lunga: tra Italia e Usa ci sono delle condizioni che non potrebbero essere più chiare”. Infine, l’endorsement politico nei confronti dell’operato del leader del Pd, già espresso in un’intervista rilasciata dal capo di Stato americano a Repubblica: “Renzi – ha affermato Obama – in Italia sta sfidando lo status quo con riforme coraggiose“.

renzi e obama a washington  5renzi e obama a washington 5

 

 

Renzi: “Noi veri amici degli Usa” – Se Obama ha scelto l’italiano per accogliere il presidente del Consiglio, quest’ultimo ha fatto ricorso al latino per ricambiare il saluto. “Historia magistra vitae: la storia è insegnante di vita e con te, mister president, la storia si è fatta”. Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato l’esistenza di sfide comuni per Roma e Washington, prime fra tutte quella di “costruire ponti e non muri, di sostenere la crescita”, di combattere il terrorismo.

 

Il tutto, ha precisato Renzi, seguendo l’insegnamento di Dante Alighieri (sic): “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Versi, questi, che il segretario del Pd aveva già citato nel suo discorso di chiusura del semestre di presidenza italiana in Europa nel gennaio 2015.

 

renzi e obama a washington  3renzi e obama a washington 3

La cena di stato alla Casa Bianca – L’incontro avviene a poche ore dalla cena di Stato alla Casa Bianca. Nella delegazione italiana che accompagna il presidente del Consiglio, oltre alla moglie Agnese, anche i premi Oscar Roberto Benigni e Paolo Sorrentino, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, la campionessa paralimpica Bebe Vio, la presidente del Cern Fabiola Gianotti, la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, lo stilista Giorgio Armani, la responsabile del reparto architettura e design al Moma di New York, Paola Antonelli.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...