IL FONDO MONETARIO PORTA SFIGA AI FRANCESI

Alessandro Oppes per "Il Fatto Quotidiano"

Quando gli agenti della brigata finanziaria della polizia francese hanno perquisito, ieri mattina, il domicilio parigino di Christine Lagarde, la direttrice generale dell'Fmi era in Germania, impegnata in una delle tante riunioni ad alto livello che dal 2011 occupano le sue giornate nell'Europa percorsa dalle turbolenze finanziarie. Dopo gli scandali sessuali del suo predecessore Dominique Strauss-Kahn (e senza dimenticare i guai giudiziari del direttore precedente, lo spagnolo Rodrigo Rato, imputato nello scandalo Bankia), ora tocca a Lagarde fare i conti con la magistratura, questa volta per una vicenda - il "caso Tapie" - che risale al 2007, quando era ministro dell'Economia del governo Fillon.

I giudici (quelli ordinari e quelli del Tribunal de la République, competente per i reati ministeriali) vogliono fare chiarezza sul ruolo che l'attuale direttrice dell'Fmi svolse nella disputa legale tra l'imprenditore marsigliese Bernard Tapie - in passato ministro in un governo socialista di François Mitterrand, ma in anni recenti sponsor politico di Nicolas Sarkozy - e il Crédit Lyonnais, all'epoca dei fatti di proprietà pubblica, riguardo alla vendita dell'Adidas, nel 1993. La banca fornì una consulenza all'uomo d'affari, poi decise di acquistare la società per rivenderla in seguito a un prezzo molto più elevato.

Per risolvere il contenzioso sollevato dall'ex presidente dell'Olympique di Marsiglia, Lagarde decise di affidare la sentenza a un tribunale arbitrale anzichè a uno ordinario, nonostante il parere contrario dei consulenti giuridici del ministero . A suo giudizio, era "la miglior soluzione in quel momento". Una soluzione che, però, favorì in modo smaccato Tapie: nel luglio 2008, il Consortium de Réalisation, struttura pubblica che gestisce il passivo del Crédit Lyonnais, venne condannato dagli arbitri a pagare all'uomo d'affari un indennizzo di 285 milioni di euro per "pregiudizio morale e finanziario" (una somma che con gli interessi arriva ai 403 milioni).

Nel 2011, poco prima che Lagarde lasciasse Parigi per assumere l'incarico all'Fmi a Washington, la Corte dei conti francese denuncia la "non conformità giuridica della procedura". A questo punto, il caso passa al tribunale dei ministri che, sebbene non abbia ancora imputato l'ex titolare dell'Economia, si muove sull'ipotesi di un reato molto grave: complicità in storno di fondi pubblici e in falso. Insomma, in caso di incriminazione, Lagarde rischierebbe una condanna a 10 anni di reclusione e 150mila euro di ammenda.

Dall'Fmi, arriva solo un laconico "no comment" ("non sarebbe appropriato commentare"), mentre il legale di Lagarde, Yves Repiquet, assicura che la perquisizione di ieri aiuterà a scagionare del tutto la sua cliente. I punti oscuri, in realtà, sono parecchi. Secondo il sito Mediapart, uno dei giudici arbitrali aveva rapporti professionali con l'avvocato di Tapie. Potrebbe essere lo stesso Pierre Mazeaud, ex presidente della Corte costituzionale che, a quanto risulta dalle agende di Sarkozy, all'epoca venne ricevuto più volte all'Eliseo.

 

strauss khanCHRISTINE LAGARDE strauss khanCHRISTINE LAGARDE FOTO BERNARD TAPIENICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpeg

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!