LASCIATE CHE I PEDOFILI VENGANO A ME – AL FORUM DELLA REGIONE LOMBARDIA SULLA FAMIGLIA, SPUNTA UN “DON” ESPULSO DALLA CHIESA CON DELIBERA DI PAPA FRANCESCO PER ABUSI SESSUALI SU MINORI
Simona Ravizza e Elisabetta Soglio per il “Corriere della Sera”
Don Mauro Inzoli, nel cerchio rosso, al convegno in regione lombardia
Da Comunione e Liberazione si limitano a dire che si è trattato di uno scherzo da preti. Ma dopo una vigilia tesissima per tutta la scorsa settimana e dopo uno svolgimento (sabato) con tensioni sia dentro che all’esterno, sul convegno della famiglia tradizionale, definito da più voci «omofobo», si è aperto un nuovo fronte di polemiche. Al convegno, organizzato da Regione Lombardia, Alleanza Cattolica e Fondazione Tempi, ha partecipato anche don Mauro Inzoli. Era in seconda fila. Dietro l’ex governatore Roberto Formigoni e il successore Roberto Maroni.
don mauro inzoli e roberto formigoni
Don Inzoli, 64 anni, ex sacerdote di riferimento di Cl, è stato «espulso» dalla Chiesa con delibera di papa Francesco per abusi sessuali su minori.
Voci dalla Regione rivelano che don Inzoli sarebbe stato accreditato dalla segreteria del presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo. Il sacerdote non si sarebbe «imbucato»: più d’uno, anzi, sapeva. Del resto il convegno era «blindato» per la paura di contestazioni e per la presenza di autorità come il ministro Maurizio Lupi.
Il quale all’evento in Regione era arrivato a sorpresa: «Ho deciso di esserci dopo le falsità che avevo letto e soprattutto dopo le scritte ingiuriose sui muri della sede di Tempi. Nella nostra società il concetto di democrazia va chiarito». Il senso è subito spiegato: «Nel nome del rispetto di ciascuno, qualcuno cerca però di impedire il giudizio. Io rispetto, ma voglio dire chiaramente cosa per me è bene o male, vero o falso. Ed esprimere un giudizio non significa discriminare».
maroni sul palco con bossi a pontida
Durante il convegno un ragazzo ha preso la parola ponendo una domanda diretta ed è stato fischiato e portato via. «L’intervento — osserva il ministro — non era previsto e poteva parere strumentale. È stato un errore fischiare e avremmo dovuto dare noi per primi un segno di grande responsabilità. Ma questo clima è stato costruito ad arte per giorni e probabilmente nell’aria c’era una tensione che ha provocato questa reazione». La domanda del giovane è rimasta sospesa: «Lei cosa farebbe se avesse un figlio omosessuale? Lo farebbe curare?».
Lupi non ha dubbi: «Nella mia famiglia accoglierei un figlio omosessuale, cercando di aiutarlo, rispettandolo e paragonandomi alla sua libertà proprio come un padre fa con il proprio figlio ogni giorno. Ma come educatore devi essere chiaro nel tuo giudizio». Ovvero? «La famiglia è un luogo naturale composto da un uomo e da una donna, fondamento della società e che lo Stato deve sostenere. E ogni bambino ha diritto ad avere un padre e una madre. Il mio giudizio non è discriminatorio, come invece chi ha osteggiato il convegno ha cercato di far credere».
Il caso, don Inzoli a parte, non è affatto chiuso. Altra questione è quella aperta da Maroni, intenzionato a riproporre il convegno sulla famiglia durante l’Expo. «Con tutta l’amicizia e la stima per Maroni, credo che dovremmo tutti evitare di cadere nella trappola delle strumentalizzazioni».