
DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…
DAGOREPORT
luigi lovaglio giancarlo giorgetti andrea orcel
All’incontro di ieri al Ministero dell’Economia con i rappresentanti di Unicredit per la modifica del decreto Golden Power, che ha imposto obblighi probabilmente insormontabili alla banca guidata da Andrea Orcel per portare a termine l’Ops su Bpm, la banca cara alla Lega, il ministro Giorgetti ha partorito la brillante idea di incaricare Stefano Di Stefano.
Il quale, se da una parte ricopre il ruolo di Direttore Generale della Direzione Partecipazioni societarie e tutela degli attivi strategici del Dipartimento dell’Economia del Ministero dell’economia e delle finanze, dall’altra è da aprile 2022 componente del Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, di cui il Mef detiene l’11%, nel cui ambito ricopre anche l’incarico di componente del Comitato Rischi e Sostenibilità.
Come si dice? La persona giusta al posto giusto. Come si fa, visto le scalate bancarie in corso che vedono oltre all’offerta di acquisto lanciata da Mediobanca su Banca Generali, anche quella di Mps, con la sua cordata di soci cari al governo, per conquistare Mediobanca, a incaricare un dirigente del Mef che è anche consigliere di Mps, solo il sovranismo alla Fiamma del governo Meloni-Salvini lo sa.
Che l’incontro con i top manager di UniCredit tra cui Giacomo Marino, responsabile m&a, il capo del legale Rita Izzo e il cfo Stefano Porro, sia finito in un nulla di fatto non ha sorpreso nessuno a Piazza Affari.
Come non ha sorpreso nessuno la giravolta del Ceo di Mps, Luigi Lovaglio, sull’operazione lanciata da Mediobanca su Banca Generali, prima accolta favorevolmente, e ieri respinta al mittente. Magari sarà stato richiamato all’ordine da qualcuno che gli ha ricordato il vero obiettivo dell’Ops dell’istituto senese: la conquista del 13% di Generali in pancia a Mediobanca che aprirebbe le porte a Caltagirone per espugnare il Leone di Trieste.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Ma l’abile mossa di Nagel-Donnet per far scomparire il “tesoretto” deve prima passare al vaglio dei soci di Mediobanca. E qui viene il bello: il 16 giugno basterà l’ok del cda, con tutti i fondi, da Blackrock a Mediolanum, a favore di Nagel, oppure ci vorrà l’assemblea dei soci, come chiedono la Delfin di Milleri, che è il primo azionista con una quota del 19,812%, e il Gruppo Caltagirone che detiene il 7,39%? Studi legali e Consob al lavoro…
rita izzo - unicredit
GLI INTRECCI TRA DELFIN E CALTAGIRONE
orcel giorgetti