giorgia meloni donald trump

GIORGIA MELONI CI DÀ UN TAGLIO: SERVE UN LOOK PIÙ “COMODO” PER BACIARE MEGLIO IL DERETANO DI TRUMP – LA DUCETTA SI È DATA UN’AGGIUSTATA ALLA COFANA RISPOLVERANDO LA VARIANTE “ALLISCIATA” DEL SUO CASCHETTO “BOB” -  COSA ANDRÀ A FARE LA SORA GIORGIA A WASHINGTON? VISTO CHE LO STESSO TYCOON HA ESCLUSO TRATTATIVE CON I SINGOLI STATI (“TRATTO L’UE COME BLOCCO UNICO”), LA STATISTA FROM GARBATELLA CERCA DI RIVENDERSI IL VECCHIO PALLINO DI UN “VERTICE TRA USA E UE”, ANCHE PER L’UCRAINA – IL DAZISTA-IN-CHIEF LE DARÀ UDIENZA O LA TRATTERÀ DA BULLO, COME GIÀ HA FATTO CON ZELENSKY E NETANYAHU?

 

1. MELONI CI HA DATO UN TAGLIO, IL NUOVO LOOK DELLA PREMIER IN VISTA DELL'INCONTRO CON TRUMP

Estratto da https://www.affaritaliani.it/

re carlo con giorgia meloni foto lapresse

 

Giorgia Meloni ci ha abituati a cambi di look per quanto riguarda i suoi capelli. Era stato proprio il suo parrucchiere personale a uscire allo scoperto poco tempo fa. "Bisogna rinnovare il look, la moda cambia e quindi anche la premier cambia.

 

Siamo passati - aveva spiegato Antonio Pruno, ospite della trasmissione di Rai Radio1 "Un giorno da pecora" - da capelli mossi a capelli più lisci, siamo in fase di cambiamento. Il nuovo taglio di Giorgia Meloni è un bob liscio, più facile da gestire quando si è in viaggio".

 

L INCONTRO MELONI-TRUMP VISTO DA MANNELLI

E proprio con quel taglio a caschetto classico, la premier si è mostrata ieri al pubblico in occasione dell'incontro con re Carlo a Palazzo Chigi.

 

[…]  la premier cambia look soprattutto in vista dei viaggi importanti. E infatti tra una settimana esatta Giorgia Meloni sarà ricevuta per la prima volta in visita ufficiale alla Casa Bianca da Donald Trump.

 

Un evento significativo e che non passerà inosservato non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. Sarà infatti l'occasione per verificare se ci sono effettivamente le condizioni per lei di fare da "ponte" tra gli Stati Uniti di Trump e l'Unione europea. Ma più che al suo nuovo look, Macron e von der Leyen, staranno molto attenti a quello che dirà. […]

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI MEME

2. TAVOLO USA-UE E PIÙ SPESE MILITARI LE CARTE DI MELONI A WASHINGTON

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/04/11/news/giorgia_meloni_trump_dazi_usa_visita-424120756/

 

Sette giorni allo Studio Ovale. Nel chiuso di Palazzo Chigi, Giorgia Meloni lavora alla trasferta di giovedì a Washington. Delicatissima, anche se meno spigolosa di quanto apparisse 48 ore fa, prima che da entrambi i lati dell’Atlantico annunciassero la sospensione di dazi e controdazi. Però le insidie restano, come l’imprevedibilità di Donald Trump. E la sua strategia iper aggressiva. «Non ho alcuna simpatia per le sue politiche», ammetteva ieri Francesco Lollobrigida.

 

giorgia meloni al 173esimo anniversario della polizia di stato foto lapresse 3

La premier ha cancellato gli appuntamenti del weekend: niente più salone del Mobile a Milano, previsto stamani e annunciato e poi disdetto ieri nello spazio di poche ore. Vuole arrivare alla Casa bianca con un pacchetto di misure da presentare al tycoon.

 

Non solo dazi, capitolo per cui giocherà di sponda con Ursula von der Leyen: una nuova telefonata con la presidente della commissione europea è attesa tra oggi e domani. Meloni lavora anche sulle spese militari, una delle voci a cui Trump tiene di più: quando bollava come «parassiti» i partner Ue parlava anche di questo.

 

È uno dei dossier su cui il governo italiano è più in difficoltà: Roma fa parte del gruppo sempre più ristretto di alleati (9 su 32) che non hanno raggiunto il 2% del Pil. A giugno l’obiettivo sarà alzato al 3,5-3,6%. Roma deve mettersi in pari, almeno sul vecchio target.

 

[…] Nello Studio Ovale la premier rilancerà il suo vecchio pallino di un «vertice tra Ue e Usa», anche per l’Ucraina. Finora l’idea era stata accolta dall’amministrazione Usa con gelo, ma chissà. Gli sherpa sono al lavoro. Pure i vertici della commissione sarebbero d’accordo, anche se tra i 27 circolano propositi diversi, se dopo la tregua commerciale si tornasse a un clima di attrito: alcuni paesi riproporrebbero la tassa sulle big tech, l’Italia non è d’accordo.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO

Le ultime dichiarazioni del presidente americano, sulla necessità di non trattare singolarmente con gli stati europei, potrebbero aiutare. E sminare, in chiave interna, anche le richieste della Lega, che ancora ieri rilanciava l’idea di una «trattativa bilaterale» dell’Italia. […]

 

3. LA PROPOSTA DI MELONI PER TRUMP: UN VERTICE TRA STATI UNITI E EUROPA

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

La tregua a sorpresa imposta da Donald Trump alla guerra commerciale con l’Europa consente a Giorgia Meloni di preparare con maggiore serenità la missione negli Stati Uniti, la prima con tutti i crismi dell’ufficialità.

 

GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - VIGNETTA BY NATANGELO

La premier ha annullato la visita di oggi al Salone del Mobile di Milano anche per lavorare ai contenuti del faccia a faccia del 17 aprile con il presidente repubblicano, il più importante e rischioso da quando è a Palazzo Chigi.

 

Se la volgarissima battuta sulle decine di leader in fila per baciare il deretano presidenziale l’aveva scioccata, la moratoria di tre mesi sui dazi l’ha rasserenata. «È molto soddisfatta perché è stato evitato il muro contro muro — raccontano fonti di governo —. Ed è fiduciosa sulla possibilità di un accordo».

 

[…] Meloni si prepara a fare il possibile per conciliare un accordo tra Washington e Bruxelles. «Un’intesa complessiva», che non riguardi solo le frontiere doganali. «Trump vorrà capire se l’Europa ha voglia o meno di avere un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, anche per fare blocco contro la Cina», è la previsione di un ministro. Un «rapporto privilegiato» che la premier proporrà a Trump di suggellare con un vertice tra Stati Uniti ed Europa, che potrebbe tenersi a ridosso del summit Nato di giugno.

 

GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK

Alle otto della sera, da Oltreoceano torna a parlare Trump e smentisce di voler trattare sui dazi con ogni singolo Paese. Una promessa che in Italia produrrà reazioni ambivalenti. Da una parte per Meloni sarebbe un bene se davvero Trump confermerà l’intenzione di dialogare con l’Europa «come unico blocco», senza trattative bilaterali che spaccherebbero il fronte.

 

Dall’altra parte però, chi nella destra italiana guarda all’incontro alla Casa Bianca come a un momento in cui la premier «farà gli interessi nazionali», potrebbe restare deluso.  […]

giorgia meloni al 173esimo anniversario della polizia di stato foto lapresse 1INCONTRO A MAR A LAGO TRA DONALD TRUMP E GIORGIA MELONIDONALD TRUMP ACCOGLIE GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGOgiorgia meloni al 173esimo anniversario della polizia di stato foto lapresse 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…