mauro moretti strage viareggio

GIUSTIZIA È SFATTA - MELETTI SI CUCINA I GIUDICI DI FIRENZE, CHE “NON SANNO DIRE LA COLPA DI MAURO MORETTI” PER LA STRAGE DEL 2009 ALLA STAZIONE DI VIAREGGIO: “NON HANNO IL CORAGGIO DI DIRE CHE MORETTI È INNOCENTE, PERCHÉ SAREBBE IMPOPOLARE, MA NON SONO IN GRADO DI SCRIVERE IN TRE RIGHE CHE COSA HA FATTO. NON HANNO IL CORAGGIO DI DIRE CHE I 32 DI VIAREGGIO SONO MORTI PER COLPA DI UNO STRANIERO SCONOSCIUTO E NON DI UN FAMOSO POTENTE. FINISCONO PER FAR CREDERE CHE IL SISTEMA GIUDIZIARIO PROTEGGA IL FAMOSO POTENTE. COSÌ LA GIUSTIZIA VA IN PEZZI…”

 

 

Giorgio Meletti per www.editorialedomani.it

 

STRAGE VIAREGGIO 7

Quello che è successo lunedì scorso alla Corte di appello di Firenze illustra compiutamente il degrado del sistema giudiziario italiano. Si è aperto il processo di appello bis per la strage di Viareggio (29 giugno 2009) ed è stato chiesto dai giudici all'imputato Mauro Moretti, ex numero uno delle Fs, se intendeva rinunciare alla prescrizione, nel frattempo maturata. Lui ha risposto con due sole parole: «Non rinuncio».

 

mauro moretti

L’udienza si chiude, la corte esce dall'aula e a questo punto, come se fosse normale, come se si fosse al bar, in un talk show o in un saloon, alcuni familiari delle vittime si avvicinano a Moretti e, secondo i resoconti “ufficiali”, gli gridano «vergogna!».

 

Di fatto hanno notificato al noto manager anche di ritenerlo una merda e un verme. Poi hanno affrontato l'avvocata di Moretti, Ambra Giovene. Magistrati, avvocati e forze dell’ordine presenti non hanno fatto una piega.

 

STRAGE VIAREGGIO 7

Secondo le cronache Daniela Rombi, vicepresidente dell'associazione "Il mondo che vorrei", ha detto: «Io piango mia figlia, dovete stare tutti zitti, è una vergogna, lui è il capo, è stato condannato e ora non rinuncia alla prescrizione». Già, il capo.

 

Nel rogo provocato dal deragliamento di un carro cisterna carico di gpl morirono 32 persone. Per chi ha perso figli, mariti, mogli è un incubo senza fine, il vero ergastolo, come molti ripetono, e hanno ragione. Chiedono verità e giustizia. Chiedono un colpevole da odiare e mettere alla gogna, anche. Ed è proprio qui che la giustizia fallisce.

strage viareggio1

 

Il popolo italiano, in nome del quale la giustizia viene amministrata, si divide in due categorie. La prima, il 99 per cento, cui appartiene anche l'autore di questo articolo, non è in grado di capire che cosa c'è scritto nelle 584 pagine con cui la Cassazione ha annullato parzialmente la sentenza di appello del 20 giugno 2019 rinviando per un nuovo giudizio alla Corte di appello di Firenze.

 

STRAGE VIAREGGIO 19

Anche qualche principe del foro hanno accusato difficoltà: 584 pagine di arabeschi giuridici spesso palesemente illogici (ma si può criticare una sentenza?) che non danno al popolo italiano e alle famiglie italiane l'unica risposta che conta: che cosa ha fatto Mauro Moretti per meritarsi 7 anni di galera? Non c'è scritto e invece i giudici hanno il dovere di scriverlo in modo comprensibile a tutti.

 

 

mauro moretti

La descrizione più compiuta della sua colpa da 7 anni di galera è in questa frase scritta a pagina 428 della sentenza: «L’osservanza delle norme precauzionali scritte non fa venir meno la responsabilità colposa dell'agente, perche esse non sono esaustive delle regole prudenziali realisticamente esigibili rispetto alla specifica attivita o situazione pericolosa cautelata, potendo residuare una colpa generica in relazione al mancato rispetto della regola cautelare non scritta del “neminem laedere”».

 

Vi sembra poco il tema di sapere perché ti mettono in galera? Siamo all’abc della civiltà giuridica. Possibile prendersi 7 anni di galera per una cosa che servono 600 pagine a spiegarla?

mauro moretti

 

Qui non si tratta di sostenere l'innocenza di Moretti, come farebbero in automatico i garantisti a prescindere, i profeti dell'intoccabilità di padroni e manager. Ma chi non ha alta cultura giuridica, e si è formato un suo dignitoso senso della giustizia sui film western, immagina che i tribunali servano proprio per evitare che le vittime prendano il primo presunto colpevole e lo impicchino all'albero più vicino.

strage viareggio7

 

E questo non solo a tutela del presunto innocente, ma anche e soprattutto delle vittime che troppo spesso vediamo nelle aule di tribunale schiumare rabbia per le vigliacche non risposte in latinorum dei giudici.

 

Il deragliamento di Viareggio è stato provocato dalla rottura di un asse del vagone incriminato, e l’asse si è rotto perché era difettoso, solo che i prescritti controlli sulla saldezza dell'acciaio erano stati fatti male. Era un carro tedesco e per la strage sono stati condannati due signori dal nome tedesco a 9 anni e mezzo ciascuno, un altro a 9 anni, altri tre a 7 anni.

 

strage viareggio

Da anni risuona il ritornello della strage senza colpevoli. Perché interessa solo l’imputato pop, Moretti, imputato secondario con accuse misteriose, ma capo delle Fs, manager famoso e persona tra l’altro non simpaticissima ai più. C’è chi pensa che il responsabile di un incidente ferroviario non può che essere, per definizione, il capo delle Fs.

 

I giudici esistono proprio per spiegare alle vittime la verità: «Cari amici, mi dispiace dovervi dire che la responsabilità principale della morte dei vostri cari è del signor Reiner Kogelheide e del signor Peter Linowski. Non sono colpevoli pop, ma la vita è così, fatevene una ragione». Non lo fanno.

 

Non hanno il coraggio di dire che Moretti è innocente, perché sarebbe impopolare, ma non sono in grado di scrivere in tre righe che cosa ha fatto. Non hanno il coraggio di dire che i 32 di Viareggio sono morti per colpa di uno straniero sconosciuto e non di un famoso potente. Finiscono per far credere che il sistema giudiziario protegga il famoso potente. Così la giustizia va in pezzi.

STRAGE VIAREGGIO 66strage viareggio9strage viareggio8strage viareggio1strage viareggio10strage viareggio6strage viareggio5strage viareggio4strage di viareggio

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…