GLI ABUSI DI LUSI - L’EX TESORIERE DELLA MARGHERITA HA CHIESTO DI ESSERE INTERROGATO PER LA DECIMA VOLTA DOPO CHE I PM LO HANNO ACCUSATO DI CALUNNIA PER LE SUE DICHIARAZIONI - RUTELLI: “MESI DI SOFFERENZA, MA CHI È VITTIMA DI REATI DEVE AVERE FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA. IL CERCHIO SI CHIUDERÀ CON IL RECUPERO DEI SOLDI, DA VERSARE ALLO STATO”. BIANCO: “SE QUALCUNO INSISTERÀ ANCORA CON LE MENZOGNE, NE SARÀ RESPONSABILE”…

1- LUSI: DOMANI ALTRO INTERROGATORIO NEL CARCERE DI REBIBBIA
(ANSA) - Altro interrogatorio in vista per Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita detenuto a Rebibbia per associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. L'atto istruttorio è in programma domani. E' stato lo stesso Lusi, al quale è attribuita l'illecita sottrazione di 23 milioni di euro dalle casse del partito scioltosi nel 2007, a sollecitare una nuova audizione al procuratore aggiunto Alberto Caperna ed al sostituto Stefano Pesci, titolari degli accertamenti.

L'interrogatorio si terrà a pochi giorni dal ritorno in libertà di Giovanna Petricone, moglie del parlamentare e detenuta presso il domicilio fino all'inizio della scorsa settimana, e dalla decisione della procura di non procedere nei confronti di Francesco Rutelli e di Enzo Bianco proprio a seguito delle dichiarazioni fatte dall'indagato il 26 giugno scorso davanti al gip Simonetta D'Alessandro. Al contrario, proprio per quelle dichiarazioni Lusi è destinato ad essere iscritto per calunnia.

2- «MESI DI SOFFERENZA MA AVEVO FIDUCIA ORA TUTTI I SOLDI RUBATI RITORNINO AI CITTADINI»
Flavio Haver per il "Corriere della Sera"

«Sono stati mesi di sofferenza. Ma in Italia chi è vittima di reati può e deve avere fiducia nella giustizia». Francesco Rutelli non si nasconde. L'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi è in carcere dal 20 giugno con l'accusa di aver sottratto alle casse del partito - per scopi personali - un fiume di soldi: ha cercato di sminuire il proprio ruolo, di allontanare da sé l'accusa di essere stato (insieme con la moglie) il solo beneficiario del vorticoso giro di denaro incassato sotto forma di contributi elettorali che lo ha già portato a trascorrere in cella poco meno di un mese.

Ha tentato, sempre Lusi, di coinvolgere gli ex vertici della Margherita confluiti nel Pd. E adesso il presidente dell'Api Rutelli, lambito dai sospetti, contrattacca duramente. E chiede il conto al compagno di tante battaglie politiche da cui si sente tradito. «Il cerchio sarà chiuso solo con il ripristino dei danni che ho e abbiamo subito e il recupero di tutti i soldi rubati alla Margherita, che andranno allo Stato, cioè ai cittadini italiani», ha detto Rutelli, lasciando chiaramente intuire che è intenzionato a continuare a difendere il suo onore nei palazzi di giustizia.

Sulla stessa linea Enzo Bianco. «I castelli di carta costruiti da qualcuno sono inequivocabilmente crollati. Spazzati via dalla decisione della Procura, che fa chiarezza e ristabilisce l'ordine delle cose. Se qualcuno insisterà ancora su certe menzogne, che non hanno alcun fondamento, se ne assumerà ogni responsabilità», ha scandito. «E non sarò soddisfatto sino a quando l'ultimo euro rubato non sarà restituito allo Stato, come ha deciso unanime l'ultima assemblea della Margherita prima dello scioglimento», ha aggiunto Bianco.

Soddisfatto Alessandro Diddi, legale del partito e autore con il collega Titta Madia delle memorie che hanno contrastato le tesi di Lusi e dell'ultimo esposto di Rutelli, che lo aveva denunciato al procuratore Giuseppe Pignatone e agli altri magistrati proprio per calunnia. Una mossa che, però, alla luce delle contraddizioni rilevate dalle toghe tra le parole del senatore e le verifiche effettuate, è servita solo a rafforzare una scelta già presa.

«Ci attendevamo una decisione così ed è segno della coerenza della Procura, che sta indagando su questo caso delicato», hanno osservato Diddi e Madia. «Abbiamo sempre percorso un sentiero che porta a questo - hanno aggiunto -, documentando l'infondatezza delle sue parole. La Procura si doveva trovare davanti a un bivio: se accusare lui di calunnia o se iscrivere anche altri nel registro degli indagati. Adesso attendiamo che si concluda rapidamente l'indagine principale di questa vicenda...».

La notizia dell'iscrizione di Lusi sul registro degli indagati per calunnia ha provocato la reazione ferma e decisa del Pdl. «Per mesi attaccati, ora i giornali riconoscano anche le loro ragioni. Basta con il cannibalismo imperante in Italia contro gli avversari politici», ha detto Daniele Capezzone, portavoce del partito dell'ex premier Silvio Berlusconi. «Personalmente, sono un garantista. E lo sono sempre, sia per gli amici sia per gli avversari. Quindi, mi auguro che i giornali che hanno per mesi attaccato Francesco Rutelli ed Enzo Bianco - ha sottolineato Capezzone - riconoscano anche le ragioni di questi esponenti politici».

 

LUIGI LUSI IN SENATO IL GIORNO DEL VOTO SUL SUO ARRESTO jpegRUTELLI A OTTO E MEZZO DALLA GRUBEREnzo Bianco phAgrpress

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