federico sboarina verona

I CONIUGI TOSI FREGATI DAL PD – A VERONA, I DEM AVEVANO LASCIATO “LIBERTA’ DI VOTO” PER IL SINDACO, ANCHE SE RENZI AVEVA FATTO UN ENDORSMENT PER BISINELLA, LA COMPAGNA DI TOSI ARRIVATA AL BALLOTTAGGIO – SOLO CHE IL COMUNE LO HA CONQUISTATO SBOARINA. E ORA GLI TOCCA RISPETTARE IL FIORETTO: UNA SCALINATA DA 800 METRI DI DISLIVELLO FINO ALLA MADONNA DELLA CORONA

 

Stefano Filippi per Il Giornale

 

scala Madonna della Coronascala Madonna della Corona

L'ultima promessa della sua campagna elettorale strizzava l'occhio ai cattolici: «Se vinco faremo a piedi la scalinata che dalla Val d'Adige arriva alla Madonna della Corona». Per Federico Sboarina la poltrona di sindaco vale un dislivello di 800 metri lungo le pendici del monte Baldo per arrivare a un santuario. Flavio Tosi era stato più laico: se al ballottaggio avesse prevalso la compagna Patrizia Bisinella, il sindaco uscente avrebbe nuotato nell'Adige per 10 chilometri. Ora il costume da bagno resta nel borsone di Tosi mentre Sboarina comincia a lucidare gli scarponi da montagna.

 

santuario madonna della coronasantuario madonna della corona

Il candidato del centrodestra oggi si insedierà a Palazzo Barbieri. Le urne di Verona gli hanno attribuito il 58,1 contro il 41,9 di Bisinella. Un divario netto, molto più consistente di quello registrato due domeniche fa: 29,1 contro 23,5. I 6.500 voti di distacco sono saliti a quasi 13.000: Sboarina è riuscito a convincere altri a votarlo, mentre Bisinella aveva fatto il pieno di voti nell'imprevedibile rimonta del primo turno. È l'ennesima sconfitta per Renzi, che nell'ultimo giorno di campagna elettorale si era schierato al fianco della senatrice ex leghista. Nel Veneto delle banche disastrate Renzi non porta bene.

 

Il primo segnale per Sboarina è venuto nel tardo pomeriggio con i dati sull'affluenza: alle 7 della sera aveva votato il 29,5 per cento dei veronesi nonostante una mattinata di pioggia che sconsigliava gite al mare o sul lago di Garda. Quindici giorni fa alla stessa ora era andato a votare il 38,7. Alla chiusura dei seggi la percentuale finale dei votanti è stata del 42,4. Oltre metà degli elettori scaligeri è rimasta a casa dopo che l'astensionismo aveva superato il 40 per cento al primo turno.

BISINELLA TOSIBISINELLA TOSI

 

Era il messaggio che Sboarina attendeva: al ballottaggio sono tornati a votare soltanto gli elettori dei due contendenti, e nemmeno tutti. E questo vuol dire che la coppia dei futuri coniugi Tosi-Bisinella (lei ha garantito che presto si sposeranno) non è riuscita a riportare alle urne gli elettori del Pd.

 

Il rapporto tra Tosi e il partito di Renzi è stato il tormentone di questi 15 giorni, lo spauracchio che in realtà non si è concretizzato. Che i due siano in buoni rapporti, è noto. Ma per l'ex premier era tutta un'altra faccenda riuscire a convincere i militanti veronesi a votare per colui che avevano combattuto per dieci anni. La comune ostilità alla Lega di Salvini, che è stata tra i «grandi elettori» di Sboarina, non scalda la sinistra.

 

federico sboarina twitter 400x400federico sboarina twitter 400x400

Il Pd veronese ha lasciato libertà di scelta pur ripetendo «mai con Salvini». Un'apertura a Tosi, ma debolissima: il massimo per i dirigenti locali, dimissionari. Venerdì, ultimo giorno di campagna elettorale, è sceso in campo direttamente Renzi. «A Verona la candidatura di Bisinella rappresenta l'alternanza credibile a Salvini», ha detto il segretario Pd: un invito, inascoltato, a sostenere lady Tosi, già al fianco di Renzi nel referendum del 4 dicembre.

 

Con il 22,5 per cento, il partito democratico era l'ago della bilancia del ballottaggio. Scegliendo di non votare, gli elettori del Pd hanno di fatto riconsegnato Verona al ritrovato centrodestra di Berlusconi, Salvini, Meloni, che ringraziano di cuore. Il riavvicinamento ha convinto i moderati, compresi molti cattolici. Pellegrinaggio a parte, Sboarina ha incassato anche l'appoggio indiretto del vescovo di Verona, che in un'intervista ha invitato a distinguere tra la Lega di Salvini e quella veneta di Zaia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…