giorgia meloni franco bassanini giuliano amato

PREMIERATO? BOCCIATO! – I COSTITUZIONALISTI BOCCIANO SENZA APPELLO LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BY GIORGIA MELONI: “UN PROGETTO NÉ PARLAMENTARE NÉ PRESIDENZIALE CHE FINISCE PER CONCENTRARE IL MASSIMO POTERE NELLE MANI DEL VERTICE DEL GOVERNO SENZA ADEGUATI CONTRAPPESI” – IL PAPER DELLA FONDAZIONE “ASTRID” DI BASSANINI E AMATO E L’OPINIONE DI MICHELE AINIS: “IL POPOLO SARÀ POTENTE MA IMPOTENTE, E IL PESO POLITICO DEL PRESIDENTE ELETTO RISULTA INDEBOLITO…”

1. AMATO E BASSANINI CONTRO IL PREMIERATO: “COSÌ IL GOVERNO AVREBBE TROPPO POTERE”

Estratto dell’articolo di Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

franco bassanini

Il premierato non fa per l’Italia e, in realtà, non è adatto a nessun Paese al mondo, visto che dopo l’esperimento fallito in Israele nessun altro stato ha adottato questo modello. Il documento della Fondazione Astrid di Franco Bassanini e Giuliano Amato boccia senza appello la riforma costituzionale di Giorgia Meloni, ma suggerisce anche delle contro-proposte […]

 

Il “paper” è frutto del lavoro di un gruppo di costituzionalisti che collaborano con Astrid, oltre a Bassanini e Amato hanno partecipato al documento – tra gli altri – Enzo Cheli, Massimo Luciani, Andrea Manzella e Francesco Clementi. I giuristi di Astrid riconoscono che l’impianto istituzionale italiano ha bisogno di qualche ammodernamento perché «rispetto a quando la Costituzione italiana fu scritta molte cose sono cambiate».

 

GIULIANO AMATO

Ma la risposta non è quella immaginata a palazzo Chigi: giusto intervenire per garantire più stabilità ai governi, ma è anche necessario ridare centralità a un Parlamento sempre più schiacciato dai voti di fiducia.

 

Nel “paper” si escludono i sistemi presidenziali e semi-presidenziali, ritenuti «poco adatti a un sistema politico molto frammentato e polarizzato come è oggi quello italiano». Peraltro, sottolineano, quei modelli prevedono una serie di contrappesi «a partire dalla elezione separata e autonoma dal Parlamento, al fine di evitare un’eccessiva concentrazione di poteri in capo all’esecutivo legittimato direttamente dal voto popolare».

 

GIORGIA MELONI - MEME

L’elezione diretta del premier proposta da Meloni è peggio del presidenzialismo, spiegano: «Il progetto del governo non è né parlamentare né presidenziale, ma nasce da un assemblaggio di elementi tratti da modelli diversi, finendo per concentrare il massimo potere nelle mani del vertice del governo senza adeguati contrappesi».

 

Di fatto il premierato all’italiana «produrrebbe un forte indebolimento del ruolo di garanzia e di equilibrio finora assicurato dal presidente della Repubblica» e renderebbe «squilibrato il rapporto tra il capo del governo e il Parlamento».

 

Per rafforzare la stabilità del governo, […]  meglio guardare agli altri Paesi europei, in particolare alla Germania: i costituzionalisti propongono sfiducia costruttiva (si può far cadere un premier solo indicando già un successore), fiducia al solo presidente del consiglio, che resterebbe nominato dal capo dello Stato, sia pure in base ai risultati elettorali, potere di proporre e revocare i ministri affidato al capo del governo.

giorgia meloni alla camera 1

 

Un sistema che andrebbe accompagnato da sistema elettorale «proporzionale selettivo», cioè con soglia di sbarramento adeguata o con «una ripartizione dei seggi in circoscrizioni relativamente piccole, […]» e con un «indispensabile» superamento delle liste bloccate, attraverso le «preferenze, con alcune cautele», o con collegi uninominali. Il ruolo del Parlamento, poi, andrebbe tutelato attraverso «limiti alla decretazione d’urgenza».

 

Infine, i partiti, […] per i quali va immaginato un «nuovo sistema di finanziamento attraverso […]». Infine, i costituzionalisti suggeriscono «un’adeguata disciplina dei nuovi mezzi di informazione» per «evitare fenomeni di manipolazione della libera formazione delle opinioni politiche».

 

MICHELE AINIS

2. LA RIFORMA PASTROCCHIO

Estratto dell’articolo di Michele Ainis per “la Repubblica”

 

Di ogni riforma possiamo valutare i fini oppure i mezzi, gli strumenti adottati per raggiungere lo scopo. E il vizio del premierato sta nella scelta dei secondi, anche ammesso che l’elezione diretta del presidente del Consiglio sia cosa santa e giusta.

 

giorgia meloni alla camera 2

Perché i mezzi si rivelano incoerenti rispetto al fine stesso di questa specifica riforma. Perché rischiano la mannaia della Consulta […]. E perché innescano una serie di contraddizioni. Almeno sei, ma forse anche di più.

 

Primo: il referendum. Palazzo Chigi auspica un accordo parlamentare abbastanza largo per scongiurarne la minaccia. Difficile, dato che servirebbe la maggioranza dei due terzi sia al Senato che alla Camera. Ma soprattutto illogico, insensato. Cioè: secondo quest’auspicio, con la riforma i cittadini guadagneranno il potere di decidere la scelta dei governi, ma non avranno il potere di decidere sulla riforma che li fa decidere. Una contraddizione politica e giuridica, anche perché non si possono cambiare le regole del gioco senza interpellare il pubblico pagante.

 

Secondo: l’investitura del presidente eletto. Deriva dal voto popolare, ma occorre altresì il voto di fiducia delle Camere. Insomma, una mezza elezione: per metà popolare, per metà parlamentare. […]

 

GIORGIA MELONI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Terzo: la legge elettorale. Stabilirà un premio di maggioranza che garantisca il 55 per cento dei seggi alla coalizione vincente. Così, giusto per dare i numeri. Numeri massimi, giacché di quelli minimi non si fa parola.

 

Tuttavia con quattro o cinque coalizioni in gara, può bastare il 30 per cento dei consensi per dominare il Parlamento. Smentendo di fatto il «principio di rappresentatività» che vincola la futura legge elettorale […]. E in ultimo ponendo la Carta costituzionale in contraddizione con […] i valori democratici che ne sorreggono tutta l’impalcatura. […]

 

Quarto: il popolo. Potente, ma in realtà impotente. Giacché in corso di legislatura al presidente eletto può subentrare un presidente non eletto, non votato dai cittadini nelle urne. Una mezza truffa, per una riforma che promette la scelta popolare del premier. […]

 

GIULIANO AMATO 34

Quinto: il presidente non eletto. Fantasma che aleggia sulle sorti della legislatura, pronto però a materializzarsi con la statura d’un gigante. Perché quest’ultimo ha più poteri del presidente eletto: altra contraddizione. Può infatti minacciare lo scioglimento delle Camere per superare qualsiasi crisi politica, dato che la riforma vieta un terzo tentativo. Il presidente eletto, viceversa, non può farlo: in questo caso l’eletto è anche negletto.

 

Sesto: il presidente eletto. Il suo peso politico risulta indebolito, benché la riforma intenderebbe rafforzarlo. È infatti ostaggio dei piccoli partiti, se i loro seggi sono indispensabili per conservare la maggioranza in Parlamento. Giacché non è possibile sostituirli chiedendo soccorso a qualche frangia dell’opposizione […]: lo impedisce la norma “antiribaltoni”. Che ci consegna, in conclusione, un Premier incatenato, legato, ammanettato.

 

[…[ ci ostiniamo a fabbricare ibridi, creature imbastardite, succede perché abitiamo la terra del “quasismo”. Perciò inventiamo in ultimo un modello quasi presidenziale, quasi parlamentare. Diciamolo: è un pastrocchio, quasi.

TROPPO FORTE - MEME SU GIORGIA MELONI BY EMILIANO CARLI giorgia meloni al senatogiorgia meloni alla camera 8raffaele fitto giorgia meloni giorgia meloni alla camera 9giorgia meloni alla camera 7giorgia meloni alla camera 6giorgia meloni alla camera 4SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONIgiorgia meloni alla camera 5opinione degli italiani sul premierato sondaggio demos novembre 2023

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…