giorgia meloni licia ronzulli silvio berlusconi giancarlo giorgetti

I GRANDI SCONFITTI DALLA SCELTA DEI MINISTERI BY MELONI SONO DUE: RONZULLI E BERLUSCONI! IL “BANANA” NON HA OTTENUTO NIENTE DI QUELLO CHE VOLEVA, ANZI. IL NEMICO NUMERO UNO DI “KISS ME LICIA”, TAJANI, FINISCE ALLA FARNESINA, E SARÀ PURE VICE PREMIER – LO SCAMBIO CROSETTO-URSO PER SCHIVARE I CONFLITTI DI INTERESSE DELLO “SHREK” DELLA MELONI E IL CASO DEL MADE IN ITALY – GIORGETTI AL MEF È UN GUAIO PER LA “DUCETTA” – LUPI RESTA IN PANCHINA – MATTARELLA HA ALZATO IL SOPRACCIGLIO SU DUE NOMI: EUGENIA ROCCELLA (DOPPIONE DI LORENZO FONTANA, ULTRA-CATTOLICA E ANTI ABORTISTA), E GENNARO SANGIULIANO. IL DIRETTORE DEL TG2 ALLA CULTURA È UN MISTERO: "GENNY" HA SCRITTO LIBRI NON PROPRIO CRITICI SU PUTIN E XI JINPING, E IL SUO ARRIVO AL COLLEGIO ROMANO COMPLICA LE COSE IN RAI – BERLUSCONI NEL COLLOQUIO CON SUPER-SERGIO HA DETTO...

DAGONOTA

GIORGIA MELONI LEGGE LA LISTA DEI MINISTRI

Quindi, chi ha vinto e chi ha perso nella scelta dei ministeri by Meloni? Di sicuro, non è andata bene per il duo Ronzulli-Berlusconi. Il nemico numero uno di “Kiss me Licia”, Antonio Tajani, alla fine l’ha spuntata e sarà ministro degli esteri e vicepremier. Il tutto nonostante il sabotaggio tentato ai suoi danni con gli audio su Putin e Zelensky, improvvidamente diffusi da qualche manina birichina a LaPresse.

 

licia ronzulli antonio tajani

Meloni ha capito che di Tajani si poteva fidare, specie dopo il viaggio a Bruxelles: il nuovo ministro degli Esteri non risponde al “Banana”, ma al PPE.

 

Berlusconi ha avuto molto poco: ormai ciò che resta del Banana è ridotto a fare il leader di cartone dei ronzulliani. Puntava la giustizia, e non l’ha ottenuta (andrà l’ex magistrato Nordio); puntava lo sviluppo economico, che ha la delega per le telecomunicazioni, e anche li ha dovuto fare pippa (andrà il meloniano Urso). La povera Casellati si prende il dicastero delle riforme, che non conta nulla, e anche il ministro della transizione ecologica (pardon, Ambiente e sicurezza energetica), Gilberto Pichetto Fratin, non è ascrivibile alle truppe dell’ex infermiera.

 

PAOLO ZANGRILLO

L’unico ministro di provata fede ronzulliana è Paolo Zangrillo (fratello del medico di B., Alberto), che ha ottenuto la pubblica amministrazione, dall’alto del suo curriculum di ex direttore del personale e dell’organizzazione di Acea (dal 2011 al 2017). La domanda da un milione di dollari è: Berlusconi accetterà di essere stato messo da parte dalla “signora Meloni”?

 

Crosetto e Urso

CROSETTO MELONI

Per quanto riguarda lo “shrek di Fratelli d’Italia”, Guido Crosetto, alla fine si è deciso di spostarlo dallo Sviluppo Economico: troppo alto il rischio di un conflitto di interessi, nonostante abbia liquidato tutte le partecipazioni.

 

Quindi, è stato deciso di scambiarlo con Urso: il “gigante”, fondatore di Fdi, si prende la Difesa, dove si sa muovere grazie a molti agganci, e l’ex presidente del Copasir va allo Sviluppo, che prende anche l’importantissima delega al “Made in Italy”.

 

giorgia meloni con salvini e i leghisti al quirinale

Importantissima perché, presumibilmente, significa che il Mise “ruberà” alla Farnesina l’Agenzia Ice, l’ex istituto commercio con l’Estero (ora si chiama Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane) che Di Maio aveva lottato per riavere in capo agli esteri. Adesso Servirà però un’altra legge: ce la faranno i nostri eroi?

 

Giorgetti

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

L’arrivo del “Don Abbondio” della Lega a via XX Settembre è un problema: non parla neanche inglese, come farà a rassicurare i mercati internazionali sulla sostenibilità del debito pubblico? E poi: a chi risponderà: alla Meloni o al suo segretario, Salvini? Senza considerare che il MEF, oltre che avere un enorme potere di spesa sul Pnrr, ha quello di fare le nomine delle partecipate, eccetera. Come funzionerà con i dossier più scottanti?

 

Sono in scadenza i vertici di Enel, Eni, Poste, Leonardo ed Enav. Senza entrare nelle partecipate di FS (Trenitalia-RFI), a cui sono destinati 25 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che scadono a novembre. Quelle saranno la prima vera prova tecnica della tenuta di Giorgetti in quella posizione.

 

Il neo-ministro dell'Economia e l'ex Truce giocheranno al gatto e la volpe, come ormai fanno dal 2018, e Salvini potrà promettere a destra e a manca, come se quelle poltrone fossero le sue.

 

Il "Capitone" inoltre avrà l’ultima parola su tutto: quanto ci metterà a rompere le palle su Flat Tax e Fornero? Certo, ci sono tante cose da vedere concretamente, anche e soprattutto in base alle nomine che dovranno essere fatte al Tesoro. Il dg Alessandro Rivera, autore degli ultimi pasticci su Ita e Mps, presto se ne andrà. Chi sarà nominato al suo posto? Di sicuro, per ora, c'è che il capo di gabinetto di Giorgetti sarà Luigi Fiorentino.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto giachetti

Salvini comunque non esce male dalle nomine, con due ministeri pesantissimi (Infrastrutture per sé e Economia per Giorgetti) e l’Interno per Piantedosi. Che però, più che in quota “Capitone”, è in quota Mattarella. Anche se il leader del Carroccio rivendica che è stato il suo capo di Gabinetto, Piantedosi ha sempre lavorato solo per il Colle

 

Il caso Sangiuliano

SALVINI PIANTEDOSI

Il vero mistero rimane però Gennaro Sangiuliano: tutti avevano elogiato, anche da sinistra, Giordano Bruno Guerri, e invece al Collegio Romano arriverà il direttore del TG2.

 

Sangiuliano in questi anni è riuscito a farsi concavo e convesso: prima in quota Forza Italia, poi con la Lega quando Salvini era al governo (e lo fece nominare direttore) e infine Fratello d'Italia con Donna Giorgia

 

 

La sua nomina causerà un effetto domino anche in Rai: se Sangiuliano non va al TG1, al posto della Maggioni, chi ci finirà? La Meloni dice di voler cambiare lo statuto della Rai, ma nel frattempo che si fa? “Genny” di sicuro ci credeva: erano tre mesi che a Saxa Rubra diceva a tutti che sarebbe diventato ministro, ma nessuno lo prendeva sul serio.

 

gennaro sangiuliano giorgia meloni foto di bacco

In molti credevano che sarebbe andato al posto della Maggioni, spalancando per Giampaolo Rossi la carica di amministratore delegato, al posto di Carlo Fuortes.

 

Rossi non può andarci adesso: avendo già fatto un turno in consiglio d’amministrazione, sostituirebbe l’ad per un anno e mezzo, e poi non sarebbe più riconfermabile.

 

Quindi ora che succederà a Viale Mazzini? O si fa decadere tutto il cda (bastano le dimissioni di 2-3 consiglieri) o si fa dimettere Fuortes. In entrambi i casi si ripartirebbe da zero, spalancando le porte a  Rossi, l'uomo che da anni gestisce il dossier Rai per la Meloni.

 

Giampaolo Rossi

 

Ps. Come mai il ciellino Maurizio Lupi è stato trombato? Si vocifera che Meloni voglia tenere i “moderati” in panchina. Sono una carta coperta, da tirare fuori quando partirà l’embolo a Berlusconi.

 

Ps/1. Sergio Mattarella avrebbe alzato il sopracciglio su più di un nome. Il primo è quello di Eugenia Roccella, ministro della famiglia e "della natalità". Una oltranzista anti-abortista, in pratica un doppione del presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Un profilo un po' troppo divisivo, insomma, per il Capo dello Stato.

 

Il secondo è appunto quello di Sangiuliano alla cultura, autore di un triplete di libri, non proprio critici (eufemismo) su quei sinceri democratici di Trump, Putin e Xi Jinping

 

Mattarella e Meloni erano invece totalmente d'accordo sul profilo di Gloria Saccani Jotti, caldamente raccomandata da Confalonieri. D'accordo nel cassarla, si intende: quel nome era il coniglio nel cilindro della Ronzulli per tentare di portare dalla sua parte "Fidel", ma l'operazione non è riuscita.

 

luca ciriani giorgia meloni francesco lollobrigida

Ps/2. Come mai Berlusconi ha chiesto un colloquio privato a Mattarella (ottenendolo)? Il “Banana” ha voluto rassicurare la “Mummia Sicula” sul fatto che la sua linea, e quella del suo partito, è di assoluta fedeltà ai valori della Nato.

 

Ps/3. Con la nomina di Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani ai ministeri di Agricoltura (pardon, sovranità alimentare) e ai Rapporti con il Parlamento, Giorgia Meloni dovrà nominare due nuovi capigruppo per Fratelli d'Italia. Ha già qualche nome in mente?

 

maurizio lupi dopo la notizia della morte di ghedini

 

 

giorgia meloni arriva al quirinale in 500

 

maurizio lupi francesco paolo tronca pierpaolo sileri inaugurazione laesse via tomacelli

sergio mattarella giorgia meloni giorgia meloni al quirinale ANTONIO TAJANI LICIA RONZULLI ALESSANDRO CATTANEO SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONIgiorgia meloni giancarlo giorgetti 3giorgia meloni giancarlo giorgetti 2giorgia meloni giancarlo giorgetti luca ciriani giorgia meloni francesco lollobrigida giorgia meloni al quirinale giorgia meloni matteo salvini consultazioni LA FACCETTA DI BERLUSCONI MENTRE MELONI PARLAVA DI COALIZIONE UNANIMEGIORGIA MELONI ENRICO LUCCIsilvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni al quirinale delegazione del centrodestra al quirinale meloni berlusconi salvini al quirinale SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI silvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizionegiorgia meloni da sergio mattarella

sergio mattarella giorgia meloni

la 500 bianca di giorgia meloni al quirinale

MATTEO PIANTEDOSI MATTEO SALVINIALESSANDRO RIVERAALESSANDRO RIVERA

 

giorgia meloni al quirinale berlusconi meloni salvini al quirinale

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…